Facerec riconoscimento facciale automatico per Google Glass viola la privacy digitale degli utenti?
La commercializzazione dei Google Glass è alle porte, ma in attesa che il prodotto entri a tutti gli effetti in circolazione le polemiche inerenti alla privacy spopolano in rete, grazie anche all’avvento di Facerec, l’ultima applicazione sviluppata da una startup americana.
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Nonostante da Mountain View le voci circa l’utilizzo di applicazioni di riconoscimento facciale siano state prematuramente soffocate, in modo da mettere a tacere le obiezioni degli utenti più sensibili alla privacy, la possibilità di utilizzare l’app., installabile per mezzo di un trasferimento locale (“Sideloading”), potrebbe far storcere il naso a qualcuno.
Il Sideloading consiste in un’azione atta a trasferire informazioni da un dispositivo locale ad un altro appositamente connesso, ad esempio uno smartphone che comunica via Bluetooth con un personal computer oppure, nel caso in cui non sia necessaria un’azione in presa diretta, tramite USB o Memory Card.
Il lancio dell’applicazione, firmata Lambda Labs, è imminente e consentirà l’isolamento e l’identificazione dei volti delle persone, consentendo agli utenti di applicare un “tag” come avviene per le foto presenti su Facebook.
Il funzionamento è molto semplice, almeno relativamente alla versione iniziale, e consiste nello scatto automatico di una fotografia ogni 10 secondi, facendo in modo che che i volti presenti al suo interno possano essere confrontati con i dati inseriti su un apposito database.
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Se l’identificazione avviene con successo, l’applicazione fornirà informazioni basilari riguardanti il soggetto in questione, come età, nome o professione. In un secondo momento sarà possibile identificare manualmente gli individui presenti nell’immagine, al fine di aumentare le informazioni presenti sulla banca dati.
Sarà inoltre possibile geolocalizzare i soggetti, facendo sì che il software possa elaborare una piccola mappa di riepilogo, circa i luoghi e le persone incontrate nel cammino. La tematica che mette maggiormente in allerta chi teme la diffusione delle informazioni personali, riguarda proprio la creazione del database.
Finché questo verrà aggiornato manualmente, i problemi inerenti alla privacy saranno limitati, ma se come come previsto, si consentisse l’implemento della banca dati attraverso le informazioni presenti su Facebook o su altre piattaforme, le conseguenze potrebbero essere oggetto di controversie.
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Ovviamente l’applicazione è in via di perfezionamento, infatti non è ancora possibile il riconoscimento in tempo reale, opzione che sarà resa presto disponibile.
Il vero punto debole pare essere il consumo di energia: soltanto considerando lo scatto di sei fotografie al minuto, la batteria dei Google Glass potrebbe esaurirsi in meno di tre ore, Stephen Balaban, lo sviluppatore ventiquattrenne di Facerec, ha stemperato gli entusiasmi di chi prevede un successo “mainstram” dell’applicazione, la cui installazione non sarà così semplice viste le esplicite restrizioni imposte da Google.
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