Facebook contro il terrorismo con l’intelligenza artificiale. Ma c’è una falla
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Facebook non ha alcuna intenzione di stare a guardare. E così ha deciso di mobilitare il suo staff per combattere il terrorismo. Già lo ha fatto arruolando una squadra di esperti che si occupa di controllare tutto quello che viene pubblicato sul social ma ora ancora ha deciso di dispiegare più forze e sistemi più sofisticati.
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Facebook lancia il blog “Hard Questions” per discutere dei temi caldi
Il social ha creato intanto un nuovo spazio che si chiama “Hard Questions”, un blog dove dialogare direttamente con gli utenti sui temi più delicati, dalla privacy ai post molesti. “La nostra posizione sul terrorismo è abbastanza chiara: non deve trovare posto in nessun luogo, né su Facebook né altrove su internet”, si legge in una nota del social. “È un dibattito che durerà anni – conclude Zuckerberg -. Ma abbiamo la responsabilità di impegnarci per la sicurezza della nostra comunità”. Per suggerimenti e proposte è stato anche inaugurato un indirizzo mail ad hoc hardquestions@fb.com.
Accademici, ex militari e analisti lavorano per Facebook contro il terrorismo
Inoltre ai 3mila esperti che si occupano di controllare tutti i post pubblicati su Facebook se ne aggiungono altri 150 impiegati soprattutto per combattere il terrorismo. Sono massimi esperti, accademici, ex militanti nelle forze dell’ordine e analisti.
Zuckerberg avrebbe deciso di impiegare l’artiglieria pesante contro il terrorismo ricorrendo anche all’intelligenza artificiale. Un sistema che lavora attraverso il riconoscimento delle immagini e del linguaggio ed è capace di punire gli utenti recidivi o intercettare relazioni con altri giganti del web come Youtube dove spesso vengono caricati video faziosi che incitano all’Isis.
Una falla su Facebook ha svelato l’identità dei moderatori
Un sistema sofisticato che dovrebbe dare i suoi frutti ma che già presenta un falla. Non tanto per quanto riguarda il controllo ma sì i controllori. Il Guardian avrebbe svelato che a causa di un bug nel sistema Facebook abbia rivelato l’identità dei suoi “moderatori” esponendoli a potenziali terroristi.
Ad essere interessati alla fuga di informazioni sarebbero stati 1.000 dipendenti della società che si occupano di moderare e rimuovere i contenuti inappropriati nella piattaforma.
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