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Fabrizio Corona: polemica su Signorini e scandali scoperti con il cellulare, cosa c’è davvero da sapere

  • Redazione Assodigitale
  • 23 Dicembre 2025

audizione e accoglienza della denuncia

Fabrizio Corona è stato convocato oggi dalla Procura di Milano in qualità di indagato nell’ambito di un fascicolo aperto per revenge porn: l’audizione, durata circa 75 minuti, ha avuto esiti che hanno rapidamente esteso il perimetro dell’indagine. Al termine dell’interrogatorio l’ex fotografo dei vip ha riferito ai cronisti di aver risposto a domande incentrate tanto sulla presunta diffusione di materiale intimo quanto su circostanze legate al conduttore televisivo coinvolto nella denuncia. Nel corso dell’uscita dalla Procura sono emersi elementi che hanno fatto spostare temporaneamente l’attenzione degli inquirenti su altri profili indiziari, con la consegna di documentazione e segnalazioni utili agli accertamenti.

 

Indice dei Contenuti:
  • audizione e accoglienza della denuncia
  • il focus sull’inchiesta su signorini
  • FAQ
  • le prove e le testimonianze raccolte
  • FAQ
  • le azioni legali e le possibili contromosse
  • FAQ

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L’audizione si è svolta nella sala interrogatori del palazzo di giustizia milanese, dove i pm hanno ascoltato le dichiarazioni di Fabrizio Corona relativamente alla querela presentata da Alfonso Signorini. Il colloquio è durato oltre un’ora: Corona ha raccontato gli eventi e le fonti che lo hanno portato a realizzare la puntata del podcast all’origine della controversia, chiarendo il contesto in cui sarebbe avvenuta la diffusione di immagini o messaggi contestati. Secondo quanto dichiarato dallo stesso indagato, la prima parte dell’audizione ha toccato gli aspetti tecnici del reato di revenge porn, mentre la parte predominante si è concentrata su elementi fattuali riferiti al conduttore denunciato.

Nel corso dell’udienza Corona ha fornito ai magistrati nomi, messaggi e materiale raccolto nelle settimane precedenti, segnalando la ricezione di numerose testimonianze da parte di persone che avrebbero avuto esperienze con il mondo dei casting televisivi. Ha inoltre spiegato di essersi avvalso della consulenza del proprio legale per assicurare che quanto presentato fosse conforme alle disposizioni penali vigenti. L’atmosfera, stando alle sue parole, è apparsa distesa: i pm avrebbero mostrato attenzione nei confronti degli elementi consegnati e avviato verifiche sulle evidenze.

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il focus sull’inchiesta su signorini

Fabrizio Corona è stato sentito dalla Procura di Milano in relazione a un fascicolo inizialmente focalizzato sul revenge porn: l’audizione ha però spostato rapidamente l’attenzione degli inquirenti su presunte condotte del conduttore televisivo Alfonso Signorini, sulla base di segnalazioni e materiali raccolti dall’ex paparazzo. Il passaggio da profilo di reato tecnico a elementi relativi a comportamenti e presunti scambi durante i casting del Grande Fratello ha ampliato il perimetro investigativo, rendendo necessario verificare testimonianze, messaggi e documenti consegnati ai magistrati per accertare la rilevanza penale delle accuse.

Nel corso dell’audizione, il nucleo dell’indagine ha assunto contorni differenti rispetto alla denuncia originaria: non più soltanto la diffusione illecita di materiale intimo, bensì la verifica di presunte pratiche discriminatorie e di natura sessuale legate ai meccanismi di selezione dei partecipanti ai reality. Corona ha riferito ai pm di aver raccolto un consistente numero di segnalazioni da parte di ex aspiranti concorrenti e concorrenti effettivi, tutte riconducibili a un medesimo contesto operativo. Le dichiarazioni dell’indagato hanno posto l’accento su pattern ricorrenti nei messaggi attribuiti a personaggi coinvolti nel casting, sollevando per gli inquirenti la necessità di ricostruire tempi, interlocuzioni e modalità di contatto.

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Gli inquirenti, ricevuto il materiale, hanno avviato attività preliminari di riscontro: acquisizione di chat e conversazioni, richiesta di documentazione agli uffici competenti e prime verifiche tecniche sui dispositivi forniti a titolo di prova. L’attenzione è rivolta non solo al contenuto dei messaggi ma anche alla loro contestualizzazione, alla autenticità delle fonti e alla rilevanza penale degli eventuali fatti contestati. Tale quadro ha determinato uno spostamento d’interesse rispetto al mero episodio di diffusione di immagini, indirizzando l’indagine verso possibili reati commessi nell’ambito delle procedure di casting.

Secondo quanto riferito dallo stesso Corona, la mole di segnalazioni ricevute nelle ore successive alla pubblicazione delle puntate del podcast è stata significativa e coerente rispetto agli stessi profili descritti nelle registrazioni. I magistrati stanno quindi operando una selezione delle posizioni da approfondire, privilegiando le testimonianze che presentano riscontri documentali o elementi oggettivi. L’obiettivo è stabilire se sussistano responsabilità individuali riconducibili a comportamenti costituenti tentata estorsione, violenza sessuale o altri reati affini, oppure se le segnalazioni richiedano ulteriori approfondimenti a tutela delle persone coinvolte.

FAQ

  • Che elementi hanno fatto cambiare il focus dell’indagine? I magistrati hanno ricevuto segnalazioni, messaggi e materiale documentale relativi a presunte pratiche di selezione nei casting, che hanno ampliato il perimetro investigativo oltre il solo reato di revenge porn.
  • Quali attività hanno avviato i pm dopo l’audizione? Acquisizione di chat e dispositivi, richiesta di documentazione e prime verifiche tecniche per certificare autenticità e rilevanza delle prove.
  • Chi ha fornito le testimonianze menzionate da Corona? Secondo Corona, ex concorrenti e aspiranti partecipanti al programma avrebbero inviato segnalazioni coerenti con le accuse riportate nel podcast.
  • Quali ipotesi di reato sono al vaglio? Vengono valutate fattispecie come tentata estorsione, violenza sessuale e altri reati collegati a presunte pressioni durante i casting, sulla base dei riscontri.
  • Le verifiche riguarderanno anche i dispositivi personali? Sì: i pm hanno indicato la necessità di accedere a chat e telefoni per effettuare accertamenti tecnici e stabilire la corrispondenza tra dichiarazioni e materiale probatorio.
  • La vicenda implica indagini su più persone? L’indagine potrebbe allargarsi se emergessero riscontri concreti; al momento i pm stanno selezionando le posizioni da approfondire in base alla solidità delle segnalazioni.

le prove e le testimonianze raccolte

La documentazione e le testimonianze raccolte presentano un quadro articolato di elementi che i magistrati stanno esaminando per verificarne attendibilità e rilevanza penale. Si tratta di messaggi, conversazioni e fotografie ottenute direttamente da soggetti che, secondo quanto riferito dall’indagato, avrebbero vissuto esperienze legate ai percorsi di selezione per programmi televisivi. Il materiale è stato consegnato in copia ai pm e sarà sottoposto a riscontri tecnici per accertare autenticità, datazione e corrispondenza con i dispositivi originali. L’obiettivo degli accertamenti è stabilire nessi oggettivi tra le dichiarazioni rese e le prove documentali disponibili.

Le testimonianze pervenute si presentano in forma sia scritta sia digitale: screenshot di chat, file audio e fotografie che, secondo le dichiarazioni raccolte, proverebbero scambi di natura esplicita o richieste improprie. I magistrati procederanno con acquisizioni forensi sui dispositivi indicati come fonti primarie, al fine di verificare eventuali alterazioni e la cronologia degli scambi. Ogni elemento verrà incrociato con le deposizioni di potenziali testimoni e con le registrazioni disponibili presso gli uffici di produzione, per ricostruire sequenze di fatti e responsabilità.

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Tra i materiali citati figurano presunte conversazioni attribuite a figure coinvolte nei casting e fotografie che, se riconosciute, potrebbero corroborare le denunce raccolte. Gli inquirenti valuteranno inoltre la presenza di pattern ricorrenti nelle segnalazioni, in particolare messaggi con contenuti analoghi inviati a più persone, che potrebbero indicare prassi ripetute. Particolare attenzione sarà riservata alla tracciabilità dei contatti e alle modalità con cui le richieste sarebbero state avanzate, elementi utili per configurare ipotesi di reato come coercizione o pressioni finalizzate a ottenere favori.

I magistrati adotteranno strumenti investigativi mirati: acquisizioni probatorie, audizioni testimoniali protette e analisi tecniche sui dispositivi per stabilire autenticità e provenienza dei file. L’esito delle prime verifiche determinerà quali posizioni meriteranno approfondimenti e quali atti istruttori saranno disposti, inclusi eventuali sequestri di apparecchiature o richieste di collaborazione da parte di terzi. La selezione delle testimonianze da verificare avverrà privilegiando segnalazioni corredate da riscontri oggettivi e riferimenti temporali precisi.

Infine, la Procura prende in considerazione anche la possibilità che alcune delle registrazioni o dei messaggi siano il frutto di manipolazioni o interpretazioni errate: per questo motivo ogni prova sarà valutata alla luce di perizie tecniche e confronti diretti con i presunti autori delle comunicazioni, garantendo alle indagini rigore metodologico e prudenza nella valutazione della valenza probatoria.

FAQ

  • Che tipi di prove sono state presentate? Screenshot di chat, file audio e fotografie, consegnati in copia ai magistrati per verifiche tecniche e riscontri.
  • Come verrà accertata l’autenticità delle conversazioni? Attraverso acquisizioni forensi sui dispositivi originali e perizie tecniche che ricostruiranno cronologia e integrità dei file.
  • Quale valore hanno le testimonianze ricevute? Hanno valore indiziario che dovrà essere confermato da riscontri documentali e accertamenti tecnici prima di diventare prova.
  • I materiali possono essere alterati? Sì, per questo sono previste analisi informatiche per escludere manomissioni o manipolazioni.
  • Come selezionano le segnalazioni da approfondire? Si privilegiano quelle corredate da elementi oggettivi, come date, refusi incrociabili e riferimenti a testimoni esterni.
  • Ci saranno sequestri di dispositivi? Se necessario, i pm potranno disporre acquisizioni o sequestri per effettuare approfondimenti tecnici sui dispositivi indicati.

le azioni legali e le possibili contromosse

Le mosse giudiziarie annunciate e le possibili risposte processuali descrivono un contesto legale già in movimento: da un lato l’ex paparazzo ha preannunciato depositi di denunce con ipotesi di reato aggravate, dall’altro la controparte minaccia azioni civili e penali per tutela dell’onore. Nel mezzo si profilano richieste istruttorie, istanze di acquisizione documentale e possibili denunce incrociate, che modificheranno il calendario degli atti e l’oggetto delle verifiche. Gli sviluppi determineranno scenari diversi in termini di campi probatori e strategie difensive.

Secondo quanto riferito, saranno presentate almeno due denunce penali: la prima già annunciata da Antonio Medugno, la seconda prospettata da un altro soggetto che si sarebbe detto pronto a farsi avanti. Le ipotesi contestate contemplano reati gravi, come tentata estorsione e violenza sessuale, con la conseguente necessità per la Procura di valutare la sussistenza di indizi gravi, precisi e concordanti. Dal punto di vista tecnico-legale, gli esposti comporteranno l’attivazione di specifiche indagini: audizioni testimoniali, acquisizione formale di chat e dispositivi e, se del caso, sequestro cautelativo di materiale ritenuto probatorio.

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La strategia difensiva annunciata da Fabrizio Corona punta su un approccio documentale e sul coinvolgimento di legali specializzati per l’istruzione delle denunce, con l’intento di trasformare segnalazioni e testimonianze in atti formali utili all’apertura di fascicoli a carico di terzi. Dal versante opposto, la persona offesa ha già manifestato l’intenzione di intraprendere azioni legali volte a sanzionare eventuali diffamazioni, richiedendo il rispetto delle garanzie processuali; tale reazione può tradursi in querele e in richieste di risarcimento danni, nonché in istanze cautelari per la rimozione di contenuti ritenuti lesivi.

In prospettiva, gli uffici giudiziari dovranno affrontare questioni procedurali delicate: la disciplina delle intercettazioni e delle acquisizioni di dati personali, la liceità delle fonti utilizzate e la compatibilità delle modalità di raccolta delle prove con le norme sulla tutela della privacy. Potrebbero essere necessarie consulenze tecniche per l’estrazione forense dei dati e per la valutazione dell’eventuale manipolazione dei file. Inoltre, la possibile domanda di archiviazione o di esercizio dell’azione penale da parte della Procura dipenderà dall’esito delle prime verifiche probatorie.

Dal punto di vista processuale, la presenza di più denunce incrociate renderà probabile la costituzione di posizioni autonome e la separazione delle istruttorie in caso di fattispecie diversificate. Le parti potranno presentare istanze cautelari e richieste di supplementation probatoria, mentre i pm valuteranno l’opportunità di avviare indagini rispetto a singoli episodi o a un presunto sistema. In ogni caso, la trattazione delle questioni richiederà tempi di verifica tecnici e procedurali, durante i quali le parti cercheranno di consolidare la propria versione dei fatti attraverso acquisizioni documentali e dichiarazioni testimoniali.

Infine, è verosimile che il confronto processuale si sviluppi anche sul piano civile: azioni per diffamazione, richieste risarcitorie e misure cautelari volte a bloccare la diffusione di materiale ritenuto illecito. Queste misure — parallelamente alle indagini penali — determinaranno l’apertura di contenziosi multipli con impatti mediatici e probatori, costringendo gli avvocati a coordinare ricorsi, opposizioni e istanze per la preservazione delle prove in vista di eventuali procedimenti giudiziari.

FAQ

  • Quali denunce sono annunciate? È previsto il deposito di almeno due denunce penali, tra cui quella già annunciata da Antonio Medugno, con ipotesi di reato come tentata estorsione e violenza sessuale.
  • Che tipo di azioni potrà intraprendere la parte offesa? Oltre alla querela penale, la parte offesa può promuovere azioni civili per diffamazione e richieste di risarcimento danni, nonché istanze cautelari per la rimozione di contenuti.
  • Quali strumenti investigativi saranno utilizzati? I magistrati potranno disporre acquisizioni forensi dei dispositivi, sequestri, audizioni testimoniali e consulenze tecniche per valutare autenticità e integrità delle prove.
  • Cosa implica la presentazione di denunce incrociate? Potrebbe portare all’apertura di fascicoli distinti, alla separazione delle istruttorie e a contenziosi paralleli con necessità di coordinamento probatorio.
  • Quali profili procedurali sono critici? La liceità delle fonti, la tutela della privacy, e la prova dell’integrità dei file digitali sono questioni centrali che richiederanno perizie specialistiche.
  • Quanto tempo richiederanno le verifiche iniziali? I tempi dipenderanno dalla complessità delle acquisizioni forensi e dal numero di posizioni da esaminare; le prime verifiche tecniche possono richiedere settimane.
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