Età pensione INPS aggiornata a 64,8 anni in crescita nel 2024 obbligo di adeguamento contributi

Età media di pensionamento in aumento nel 2024
Nel 2024, l’età media di pensionamento in Italia ha raggiunto i 64,8 anni, segnando un incremento significativo rispetto all’anno precedente, quando si attestava intorno ai 62,4 anni. Questo aumento di quasi due anni è particolarmente evidente tra le lavoratrici, che vedono posticipare l’uscita dal mercato del lavoro di un anno e cinque mesi rispetto agli uomini. I dati, recentemente diffusi dall’INPS nel XXIV Rapporto annuale presentato alla Camera, riflettono una tendenza consolidata verso un innalzamento dell’età pensionabile, influenzata da modifiche normative e incentivi specifici.
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Uno dei fattori principali di questa crescita è da attribuire alle modifiche nei requisiti per accedere alle forme di pensionamento anticipato, che si sono progressivamente irrigiditi nel corso degli ultimi anni. Ad esempio, il passaggio da Quota 100 a Quota 103 ha comportato un aumento significativo degli anni di contributi richiesti per il pensionamento anticipato, da 38 a 41 anni.
In aggiunta, l’incentivo economico previsto dal cosiddetto bonus Giorgetti ha indotto molti lavoratori a posticipare la pensione per beneficiare di un aumento temporaneo della retribuzione, sacrificando però la misura dell’assegno pensionistico futuro. Questa combinazione di fattori contribuisce a spostare in avanti l’età media in cui si conclude la carriera lavorativa, con impatti significativi sul sistema previdenziale nazionale.
Requisiti attuali per il pensionamento anticipato e di vecchiaia
Il sistema previdenziale italiano attualmente contempla diverse modalità di pensionamento, ciascuna con specifici requisiti anagrafici e contributivi. Fra queste, la Quota 103 rappresenta una delle opzioni di pensionamento anticipato più rilevanti per il 2023, consentendo l’uscita dal lavoro al compimento dei 62 anni di età con un minimo di 41 anni di contributi versati. Tuttavia, la misura è temporanea e si attende una valutazione sulla sua eventuale proroga oltre il 31 dicembre 2023.
Parallelamente, rimane in vigore la pensione anticipata ordinaria, che permette il ritiro indipendentemente dall’età anagrafica, a patto che il lavoratore abbia maturato un lungo periodo contributivo. I limiti richiesti, aggiornati per il 2024, sono pari a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, rendendo questa opzione più esigente ma stabile nel tempo.
Oltre a queste due principali formule, sono operative altre opportunità specifiche per categorie particolari:
- Opzione donna, riservata a lavoratrici che abbiano raggiunto determinati requisiti contributivi e anagrafici;
- Ape sociale, pensata per soggetti in condizioni di disagio lavorativo o sociale;
- Pensione precoci, rivolta a coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età e vantano un’anzianità contributiva particolarmente elevata.
La pensione di vecchiaia, con il requisito stabile attualmente fissato a 67 anni di età unitamente a un minimo di 20 anni di contributi, rappresenta la forma ordinaria di quiescenza. Nonostante ciò, è prevista una probabile revisione in aumento di questo limite a partire dal 2027, un tema su cui il Governo è impegnato a intervenire per evitare penalizzazioni troppo rilevanti per i lavoratori.
Bonus Giorgetti: incentivo a posticipare il ritiro dal lavoro
Il bonus Giorgetti costituisce un incentivo economico mirato a stimolare i lavoratori a ritardare il pensionamento anche dopo aver maturato i requisiti per accedere alle diverse forme di pensionamento anticipato. Questo meccanismo consente, a chi sceglie di proseguire l’attività professionale, di beneficiare di un aumento della retribuzione netta, grazie all’esenzione dal versamento dei contributi previdenziali IVS a proprio carico. Tale incremento salariale, seppur temporaneo e privo di tassazione, comporta tuttavia un impatto negativo sull’entità del montante contributivo accumulato, con una conseguente riduzione dell’importo della futura pensione.
A differenza delle edizioni precedenti, in cui il bonus si applicava esclusivamente a chi aderiva a Quota 103, per l’anno 2025 il beneficio è esteso anche ai lavoratori che raggiungono i requisiti della pensione anticipata ordinaria. Questo ampliamento rappresenta un elemento chiave nel contesto delle strategie previdenziali, poiché incentiva un posticipo dell’uscita dal mercato del lavoro per ottenere un guadagno immediato, rinviando però una parte della liquidazione pensionistica futura.
La scelta di sfruttare il bonus Giorgetti implica una valutazione attenta da parte del lavoratore, che deve bilanciare il vantaggio economico presente con la possibile riduzione del trattamento pensionistico. Questo strumento riflette una dinamica già osservata con l’aumento dell’età media di pensionamento, contribuendo alla sostenibilità del sistema previdenziale nazionale, ma, allo stesso tempo, influenzando le scelte individuali in tema di fine carriera.
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