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Enrico Mentana denuncia Instagram dopo la rimozione del post su Segre

  • Redazione Assodigitale
  • 30 Settembre 2024
Enrico Mentana denuncia Instagram dopo la rimozione del post su Segre

Enrico Mentana e la censura su Instagram

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Enrico Mentana, direttore di Tg La7, è al centro di una controversia legata alla censura subita su Instagram. Questa mattina, il noto giornalista ha condiviso la sua indignazione riguardo alla rimozione di un post in difesa di Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz. Il post era stato pubblicato in risposta agli insulti ricevuti da Segre durante una manifestazione pro-Pal a Milano, dove la senatrice è stata attaccata da un gruppo di manifestanti.

Indice dei Contenuti:
  • Enrico Mentana denuncia Instagram dopo la rimozione del post su Segre
  • Enrico Mentana e la censura su Instagram
  • La difesa di Liliana Segre
  • Il contenuto del post rimosso
  • La reazione di Mentana e la denuncia
  • Le polemiche e le implicazioni sociali


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Mentana ha utilizzato il suo profilo social per denunciare pubblicamente questa censura, definendo l’accaduto come inaccettabile e vergognoso. In un periodo in cui il dibattito pubblico sembra intensificarsi attorno a temi delicati come il razzismo e l’antisemitismo, il direttore ha sottolineato l’importanza di intervenire contro le ingiustizie e di difendere chi, come Segre, ha subito violenze verbali e attacchi diretti per il suo impegno civico e politico.

La cacciata del suo messaggio ha scatenato un ampio dibattito sui social media e tra i colleghi giornalisti, evidenziando come le piattaforme digitali abbiano un ruolo cruciale nella diffusione e nel trattamento delle informazioni. La censura di Mentana ha riacceso il dibattito su quanto le tecnologie digitali possano influenzare la libertà di espressione e il dibattito pubblico, mettendo in luce la necessità di bilanciare il diritto alla libertà di parola con la responsabilità di affrontare contenuti potenzialmente offensivi.

La difesa di Liliana Segre


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La figura di Liliana Segre è emblematica non solo della lotta contro l’antisemitismo, ma anche della resilienza di fronte all’odio e alla violenza verbale. Liliana, sopravvissuta ad Auschwitz, ha dedicato la sua vita a diffondere un messaggio di tolleranza e di memoria storica, spesso trovandosi a fronteggiare attacchi ingiustificati. La sua presenza nel dibattito pubblico è cruciale, specialmente in un clima di crescente polarizzazione sociale.

Quando Mentana ha deciso di difenderla su Instagram, ha toccato una corda sensibile. Le parole scelte hanno avuto un peso specifico, sottolineando come la storia non debba essere dimenticata e come le ingiustizie perpetrate in passato possano riflettersi anche nel presente. Difendere Segre equivale, in questo contesto, a difendere i valori fondamentali della nostra società: la dignità umana e il rispetto per il prossimo.

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Le accuse rivolte a Segre di essere un ‘agente sionista’ sono indicative di una retorica pericolosa che mira a screditare chiunque osi opporsi a narrazioni oppressive o che non si pieghi ai diktat imposti da gruppi estremisti. In questo frangente, Mentana ha messo in evidenza l’impegno di Segre a favore della verità storica, esprimendo solidarietà alla senatrice e denunciando l’ignobile tentativo di silenziarla. L’assenza di tali difese publiche renderebbe il terreno fertile per l’ignoranza e la discriminazione, eventi che la comunità deve combattere attivamente.

Mentana, nel suo sostegno a Segre, ha così invitato il pubblico a riflettere sull’importanza della libertà di espressione, specialmente quando si tratta di voci che hanno vissuto in prima persona il peso dell’odio e del pregiudizio. La sua scelta di intervenire non era solo una questione di giustizia, ma un richiamo alla responsabilità collettiva nel salvaguardare i valori democratici, spesso messi a repentaglio da ideologie estreme.

Il contenuto del post rimosso

Il post rimosso da Instagram conteneva un forte messaggio di denuncia contro gli insulti rivolti a Liliana Segre, descritti da Mentana come “il grado zero dell’abiezione morale”. Con parole incisive, Mentana ha sottolineato il pericolo delle campagne di odio che si manifestano nel dibattito pubblico attuale, paragonando la situazione contemporanea a eventi tragici della storia, come l’Olocausto. Egli ha evidenziato come l’ignoranza e il razzismo alimentino un clima di intolleranza, spronando il pubblico a non tollerare tali attacchi.

In un passaggio particolarmente potente, Mentana ha richiamato alla memoria la storia di Liliana Segre, soffermandosi sul suo tragico viaggio verso Auschwitz: “A 13 anni Liliana finì sul treno piombato col padre, che salutò per l’ultima volta sulla rampa di Auschwitz”. Con queste parole, il direttore ha dichiarato l’urgenza di non dimenticare il passato e ha invitato a riflettere su come la memoria storica debba guidarci nella lotta contro l’odio nel presente.

Inoltre, il post ha messo in evidenza le ingiuste etichette di ‘agente sionista’ affibbiate a chiunque dissentisse dalla narrazione dominante, sottolineando come questa retorica pericolosa tenda a minare la libertà di espressione. Mentana ha aperto un importante dibattito sulle possibili implicazioni di tali attacchi personali nei confronti di figure pubbliche che osano esprimere opinioni critiche. In questo frangente, il suo messaggio si è elevato a una difesa non solo di Segre, ma della verità e della giustizia in un’epoca di crescente polarizzazione e schieramenti estremi.

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Mentana ha anche invitato i suoi follower a non lasciarsi intimidire dalle intimidazioni e dalla disinformazione, sottolineando che ogni tentativo di silenziare le voci critiche deve essere contrastato con forza. La rimozione del suo post ha dunque non solo suscitato la sua indignazione, ma ha aperto un’importante riflessione sull’equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità sociale di fronte a contenuti che possano risultare offensivi o divisivi.

La reazione di Mentana e la denuncia

La reazione di Enrico Mentana alla rimozione del suo post è stata immediata e carica di indignazione. Attraverso un messaggio diretto agli utenti di Instagram, ha esclamato: “Caro Instagram, VERGOGNATI anche tu.” Questa affermazione rappresenta un forte atto di denuncia contro ciò che lui stesso definisce una censura inaccettabile. Mentana ha sottolineato l’assurdità della situazione, poiché il contenuto del suo post era un chiaro tentativo di difesa della senatrice a vita Liliana Segre, la quale è stata oggetto di insulti inaccettabili durante la manifestazione in favore di Hamas che si è tenuta a Milano.

Il giornalista ha quindi messo in evidenza come la rimozione del suo messaggio, carico di significato e rilevanza, rappresenti non solo una violazione della libertà di espressione, ma anche un colpo all’importanza della memoria storica, fondamentale in un periodo segnato da attacchi verbali e aggressioni a chi difende i diritti umani. Mentana si è chiesto come sia possibile che un social network, un’importante piattaforma di comunicazione, possa partecipare a una forma di silenziamento dei messaggi che trattano questioni di estrema rilevanza sociale e politica.

Nelle sue dichiarazioni, ha rimarcato l’importanza della ragione e della verità, avvertendo che “il sonno della ragione genera algoritmi” che possono distorcere la realtà e omettere voci essenziali nel dibattito pubblico. Mentana ha così invitato i suoi follower, e il pubblico in generale, a riflettere sul potere e sull’influenza che i social media hanno nell’orientare le conversazioni su temi delicati, spesso strumentalizzati da ideologie estremiste e manipolatori della verità.

La sua denuncia va oltre il singolo episodio, diventando un appello alla responsabilità collettiva di difendere la libertà di espressione e di non cedere all’ignoranza e al pregiudizio. In questo senso, Mentana si configura non solo come un giornalista, ma come un attivista nella lotta contro tutte le forme di censura, sottolineando che ogni tentativo di silenziare voci rispettate e storicamente significative deve essere contrastato con determinazione e coraggio.

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Le polemiche e le implicazioni sociali

Le polemiche scaturite dalla rimozione del post di Enrico Mentana su Instagram hanno suscitato un acceso dibattito non solo tra i suoi follower, ma anche nel panorama sociale e politico italiano. L’episodio ha messo in evidenza le fragilità delle piattaforme digitali nel gestire contenuti sensibili che riguardano temi come l’antisemitismo, il razzismo e la libertà di espressione. Tali piattaforme rischiano di diventare strumenti di censura non dichiarata se non si adoperano misure appropriate per garantire la pluralità dei punti di vista e la libertà di parola.

Il fatto che Instagram abbia rimosso un messaggio di evidente importanza sociale ha sollevato interrogativi sulla responsabilità delle società tecnologiche nel moderare il discorso pubblico. Molti osservatori si sono chiesti se un algoritmo possa realmente comprendere il contesto e il significato di discussioni così cariche di emozioni e memoria storica. La rimozione del post ha così sollevato dubbi sulla capacità delle piattaforme di affrontare le conseguenze della loro moderazione—un atto che non solo ha colpito un singolo cittadino, ma ha riecheggiato nel modo in cui si discutono questioni cruciali per la democrazia.

Inoltre, la polemica ha riacceso un dibattito sull’educazione alla critica e alla riflessione, invitando a considerare l’importanza di formare una coscienza collettiva in grado di riconoscere e contrastare le narrazioni oppressive. Le accuse mosse a Liliana Segre di essere “agente sionista” e il successivo silenziamento di Mentana evidenziano come le parole possano diventare armi in un conflitto culturale in pieno svolgimento. I sostenitori della libertà di espressione vedono in questi atti un allarme per tutti coloro che si oppongono a ideologie estremiste, evidenziando l’urgenza di proteggere le voci critiche che fanno parte del dibattito democratico.

La vicenda di Mentana e Segre, dunque, non è isolata, ma si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro la disinformazione, l’odio e i tentativi di delegittimazione delle opinioni divergenziali. Essa rappresenta un richiamo per i cittadini a utilizzare le piattaforme social come spazi di dialogo e confronto, piuttosto che di divisione e attacco. In definitiva, quanto accaduto potrebbe fungere da catalizzatore per una rinnovata consapevolezza riguardo al potere delle parole e la necessità di difendere strenuamente la libertà di espressione in tutte le sue forme.


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