Energia pulita: nuove misure USA stringono la concorrenza cinese nel mercato globale

maxi-dazi sui componenti solari e accuse di aggiramento cinese
Gli Stati Uniti hanno deciso di rafforzare le restrizioni commerciali imponendo **maxi-dazi sui componenti solari provenienti da diversi Paesi del Sud-Est Asiatico**, con l’obiettivo di contrastare le pratiche di aggiramento da parte della Cina. Secondo un’indagine avviata nel 2024, molte imprese situate in Vietnam, Cambogia, Malesia e Thailandia sarebbero in realtà controllate da gruppi cinesi, trasferiti in questi Paesi strategici per eludere le tariffe già esistenti sui prodotti cinesi.
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Le nuove tariffe partono da una soglia minima del 34% per i pannelli solari prodotti in Malesia e possono arrivare fino a oltre il 3.500% per alcune aziende cambogiane, evidenziando la portata senza precedenti di questa misura. L’impatto economico è rilevante: si parla di un giro d’affari superiore ai 12 miliardi di dollari in importazioni coinvolte.
Questa stretta si inserisce in un contesto di crescente tensione commerciale, accentuato dalla recente decisione di reimporre un dazio generale del 10% su molti beni esteri, inclusi pannelli solari, da parte dell’amministrazione Trump. La strategia americana mira a contenere la crescente influenza della tecnologia solare asiatica, identificata come un elemento chiave nelle dinamiche geopolitiche e nella sicurezza energetica degli Stati Uniti.
alleanze strategiche degli usa in asia e impatto commerciale
Gli Stati Uniti stanno consolidando una rete di alleanze strategiche con Paesi chiave dell’Asia, in particolare India e Giappone, per creare un contrappeso solido all’influenza cinese nel settore dell’energia pulita e della tecnologia solare. Questa manovra si inserisce in una visione più ampia di diversificazione delle catene di approvvigionamento e di tutela degli interessi commerciali americani nella regione.
La collaborazione rafforzata con Nuova Delhi e Tokyo prevede non solo scambi tecnologici, ma anche accordi mirati sul commercio di materie prime e componenti strategici, cercando di ridurre la dipendenza da territori considerati a rischio per la sicurezza economica degli Stati Uniti. Questo approccio mira a creare sinergie che permettano di consolidare una supply chain alternativa a quella cinese, a vantaggio di investimenti e innovazione interna.
Dal punto di vista commerciale, questa strategia favorisce l’espansione delle imprese americane e alleate, mentre aumenta la pressione su Pechino, che vede così erosa la sua influenza nei mercati asiatici e globali dell’energia rinnovabile. Le nuove alleanze rappresentano una risposta pragmatica e decisa a un contesto internazionale sempre più complesso e competitivo.
prospettive di dialogo tra washington e pechino nell’ambito energetico
Nonostante le crescenti tensioni e le misure restrittive adottate da Washington, permangono segnali di apertura per un dialogo con Pechino nel settore energetico, cruciale per gli equilibri globali e la lotta al cambiamento climatico. Le dichiarazioni di esponenti chiave del Tesoro americano evidenziano la consapevolezza dell’inadeguatezza a lungo termine di un confronto esclusivamente conflittuale, invitando entrambe le parti a rivedere i rapporti e individuare possibili sedi per la cooperazione.
Alla luce delle notevoli interdipendenze nella filiera delle energie pulite e dell’importanza strategica delle tecnologie solari, Washington sembra disposta a mantenere una posizione pragmatica, pur senza rinunciare agli strumenti coercitivi per tutelare la propria sicurezza economica e industriale. L’amministrazione Biden, attraverso canali informali, spinge per un clima di confronto più costruttivo, anche se finora non sono stati ancora avviati negoziati ufficiali di rilievo.
Il contesto politico rimane delicato: il faccia a faccia tra Joe Biden e Xi Jinping non si è ancora concretizzato, e la diffidenza reciproca continua a permeare le trattative che pure le parti riconoscono come necessarie per evitare un’escalation incontrollata. Le prospettive aperte includono la possibilità di definire accordi commerciali specifici e meccanismi di trasparenza per regolare i flussi nel settore dell’energia pulita, condizione necessaria per favorire un mutuo beneficio e ridurre rischi di frode o concorrenza sleale.
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