#ejinnovation e l’innovazione prende il volo, vera, e facile
Oggi Easy Jet ci ha parlato di controllo di flusso, di adozione di nuove tecnologie, per risolvere problemi, ridurre i rischi e contenere i pericoli e gli errori umani, oggi easyjet ci ha parlato davvero di innovazione.
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Vedendo la presentazione, involontariamente, la mia mente è andata a Mr. Ford, a quando prese il treno per girare le sue filiali e scoprii che il debug dei problemi della catena di montaggio erano gestiti con un sistema troppo complicato e ostico, troppo pieno di errori umani, quindi costoso e rischioso per il cliente. Il tempo medio per richiamare un veicolo era di 8 mesi, il danno per la catena produttiva enorme. Tornando a casa decise di cambiare il metodo diminuendo le variabili, il tempo scese a due mesi dalla prima vettura prodotta, garantendo minori costi, minori rischi e maggior guadagno, e clienti felici.
Si, perché saper coniugare questi due valori è dote rara, in un mondo concentrato troppo a massificare il guadagno ricordarsi di spendere il ricerca e sviluppo è azione che poche aziende ancora fanno.
Certo, ci hanno presentato tecnologie affinate e tecnologie ancora in fase di sviluppo, ma è innegabile che sia il primo caso in cui vedo insieme tante “parole nuove” spesso unite a caso, in un solo progetto strategico e visionario di ottimizzazione e proposta di soluzioni. Perché come dico io (e come dice Confucio) se non porti una soluzione anche tu fai parte del problema. E a EasyJet paiono averlo ben capito, oggi ce l’hanno raccontato, ma personalmente dietro a una presentazione commerciale vedo ben di più. Vedo una strategia, dove ci si pone un problema, si propone una risposta e l’unica domanda a cui non si sa rispondere è “quanti nuovi passeggeri avete portato grazie a queste strategie” tra le decine di domande che giornalisti presenti un po’ da tutta Europa hanno posto ai dirigenti dell’azienda, presenti con le loro facce sul palco, e pronti al dibattito pubblico.
E soprattutto, onore al merito, pronti ad assumersi il rischio di avere gente come me in platea, tanto critica quando dietro ci vede solo uno specchietto per le allodole, tanto, riconoscente e corretto nel’evidenziare i meriti e le peculiarità di qualcosa di ben fatto. E per quanto mi chieda ancora perché ci hanno fatto andare in un hangar a Malpensa, visto che non c’era un aeroplano in sala su cui veder accadere le cose che ci raccontavano (l’unico dettaglio che ho trovato curioso, per quanto io ami molto gli aeroporti). Era l’unica cosa che mancava, il resto era perfetto.
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Entrando nel dettaglio quello che ci hanno raccontato è come l’azienda ha deciso di prendere di petto i principali problemi e rischi, anche quelli gravi che mettono in pericolo la vita dei passeggeri, per garantire sicurezza, affidabilità e agilità. Sinceramente (per quanto fino ad oggi per lavoro abbia principalmente volato con Alitalia e non sia mai stato un cliente delle low cost) dopo aver visto questa presentazione il mio prossimo volo sarà con loro. Perché? (preciso che sono andato a mie spese e non sono stato pagato in alcun modo per questo intervento, ho deciso di accompagnare una collega per motivi di competenza in materia, e ne ho approfittato per farmi una mia idea) perché mi hanno dato sicurezza, in tutte le fasi, da quando penso di voler partire al momento in cui metterò i piedi a terra di nuovo a casa. E non penso ci sia cosa più bella che questa sensazione quando devi volare.
Problema: come posso garantire che la manutenzione esterna del velivolo sia perfetta?
Soluzione: con un drone
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La materia è complessa: tra i peggiori casi di disastro aereo si registra un velivolo che in fase di decollo strisciò a terra la parte posteriore della carlinga. Il danno, riparato in maniera non corretta, pian piano creò una crepa interna non rilevabile. Durante un volo a pieno carico la coda si staccò di netto, provocando un disastro facilmente immaginabile.
Questo esempio era per spiegare che l’umano può sbagliare, può effettuare una riparazione non perfetta e i risultati potrebbero emergere 8 anni dopo, nonostante una puntuale ed affidabile manutenzione. EasyJet sta sperimentando (dopo una lunga ricerca per individuare chi potesse fornirgli la tecnologia sono arrivati alla Blue Bear) un sistema di droni dotati di gps indoor con un sistema complesso di telecamere e rilevatori che in 15 minuti, e in ambiente chiuso, effettua una scansione 3d precisa al millimetro dell’intera carlinga esterna, permettendo così una diagnosi puntuale di qualsiasi problema rilevabile, dalle conseguenze di un impatto con un uccello a pochi millimetri di scostamento di un alettone o di un portellone. Questa fase, attualmente fatta a mano con più persone e con ponteggi, viene fatta senza rischio umano e con un sistema automatico che sa già cosa dovrà fare.
Il mio parere: Mi lascia molto più tranquillo, la sera prima il drone di certo non ha litigato con la moglie o non si è preso una sbornia…
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La soluzione adottata
Problema: quanti manuali di bordo ha il comandante? Troppi
Soluzioni: il loro ha solo un “semplicissimo” tablet
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Cerco di banalizzare, ma per quanto non abbia scatenato domande è stata la cosa più interessante che abbiamo visto: così come nella app sono implementate tutta una serie di funzionalità aggiuntive per aiutare il passeggero, ai loro comandanti invece di un grande borsone (a cui siamo abituati quando li vediamo scendere dal velivolo) quelli della EasyJet gli danno un tablet (che ricorda molto i pc militari, anti urto e resistenti). Che non serve a giocare a solitario, anzi, permette di risparmiare carburante, analizzando costantemente varie fonti dati per individuare correnti e direzioni dei venti e per suggerire al velivolo quota e velocità ideale per sfruttare al massimo le correnti. Quelli che volano sugli alianti cercano di farlo a vista, avere un tablet che ci suggerisce le ascensionali sarebbe un sogno ;-)
Oltre a contenere la manualistica e tutto ciò che il comandante necessita, il tablet è un assistente di volo e un controllo incrociato che avrebbe evitato, fosse mai stato una dotazione di bordo obbligatoria, situazioni come il tristissimo incidente di Linate.
Il mio parere: la continua interpretazione dei venti non è solo utile per risparmiare carburante: in fase di atterraggio poter conoscere prima la situazione dei venti a terra è basilare per sapere se (come accade a volte) sarà necessario aprire il gas e tirare dritto riprendendo quota: la possibilità di conoscere il rischio di di presenza di Wind Shear in fase di atterraggio salva delle vite, e su questo c’è poco da discutere, qualsiasi investimento in ricerca e sviluppo per contenere questo rischio è ben fatto. Chapeau.
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La soluzione adottata
Problema: hanno cambiato il gate, rischio di perdere l’aereo e di incavolarmi come Formentini!!
Soluzione: usa la app, e se hai l’Apple watch ancora meglio
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Questo, per quanto lo metta al terzo posto, merita gli onori della cronaca. Un sistema completamente integrato, con la gestione anche del proprio passaporto e di tutte le informazioni che normalmente forniamo ad una linea aerea (non ve la menate voi complottisti: sono dati che potreste comunque falsificare quando li fornite al telefono, vengono comunque incrociati con la polizia, e nel caso anche con la vostra carta di credito nominale, una doppia sicurezza che toglie ogni rischio, anzi, migliore il rischio implicito di errore umano delle altre compagnie)
Oltre alle funzionalità lo scopo della app è la totale eliminazione della carta: in Easyjet, come per i manuali del comandante, si è deciso di fare a meno della carta, delle stampanti, dei tempi d’attesa, dei consumi, dei toner, della manutenzione, degli errori di stampa, del toner finito… Continuo? Ecco, già questo giustifica il viaggio per scoprirlo (e per scegliere loro). Il semacode del tuo smartphone può passare direttamente (se ce l’hai) al tuo apple watch, quindi puoi sorridere alla bellissima hostess guardando i suoi splendidi occhi azzurri, mentre passi il polso vicino al lettore senza aver perso 40 minuti in ansia aprendo ogni tasca dello zaino sudando come uno vicino all’infarto (come capita regolarmente a me, che poi il biglietto ce l’ho nella tasca della camicia).
Oltre a queste funzionalita’ e al flusso di pagamento la app permette di gestire anche problematiche come l’over booking, il rimborso del volo non fruito e il cambio volo, oltre che il check-in. Non vedo l’ora di testarla.
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Il mio parere: vieni avvertito di ogni cambio di gate, vieni guidato attraverso gli aeroporti in entrata ed in uscita direttamente dove DEVI andar. E non ti tocca chiedere a qualcuno, meno banale di quanto sembra, quando ti capita di frequentare aeroporti esteri alle 6 di mattina, vuoti….(dico solo che per fortuna Flagstaff è piccolo, ma fino all’ultimo ero certo di essere nel posto sbagliato, e quando stai per volare verso le Hawaii ci vuoi salire, sul maledetto velivolo) ;-)
Soluzione adottata
Problema: si e rotto un tavolino del passeggero A7, non abbiamo il ricambio
Soluzione: stampatelo in 3d
Qui mi tocca essere un velo critico e ridimensionare quanto visto nella presentazione. Di certo avvenieristica la tecnologia che permette lo stampaggio in 3d di parti di componenti anche metalliche (quindi nelle previsioni anche componenti interni del motore), di certo si trova a fare i conti con due “piccoli dettagli”: non parliamo di velivoli auto prodotti con un solo pilota e nessun passeggero, dove questo tipo di scenario e di panorama e certamente interessate (penso ad esempio all’Australia), ma di componentistica prodotta in serie e controllati con precisione al micron da esperti ingegneri. Ecco, per quella parti, da cliente, preferisco continuino a farle alla Airbus e obbligare i proprietari di velivoli ad avvalersi di pezzi non auto prodotti. Per ciò che concerne parti interne, finiture, e minuterie di certo una innovativa, comoda e semplice soluzione in grado di risiolvere i problemi di tutti i giorni. Per lo sviluppo in scala industriale di soluzioni di stampa 3d in real time di componenti come quelle del motore mi aspetto che una eventuale industrializzazione e diffusone come standard venga effettuata e continui ad essere sotto il controllo di personale ultra specializzato e in ambienti controllati nei processi prodotti, per quanto belle le stampanti 3d non sono ancora in grado (per un banalissimo problema di tempo di presenza sul mercato e di fisiologica lentezza della diffusione della tecnologia) di garantirci questi standard.
Si e continuato poi con altre soluzioni, dalla augmented reality per seguire le noiose spiegazioni di sicurezza pre volo (potrei cantarvele, quindi ho volentieri evitato di approfondire) e altre scelte tecniche, di certo da ammirare
Insomma, scegliete la meta, fate pochi click su una app, e volate tranquilli, c’è’un sacco di gente preparata, competente, specializzata e costantemente al lavo per garantirvi il miglior viaggio che abbiate mai fatto. Come dire, facile e veloce?
Storify dell’evento
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