—- di Greta V. Galimberti – Trendiest News —- Forti i valori storici e culturali che vengono riconosciuti universalmente alla città di Milano. Fare cultura è anche fare comunità
Giampaolo Berni Ferretti, Presidente di Milano Vapore, ha introdotto in diretta Facebook il 3 dicembre 2020 un dibattito sul rilancio internazionale della città di Milano, sottolineando l’importante ruolo che essa ha sempre avuto per la sua storia, la sua cultura, i suoi Musei ed il suo patrimonio artistico. Tutti questi valori della città avranno un ruolo cruciale nella ripresa del fervore culturale ed economico del Paese, superata l’attuale emergenza.
Milano Vapore
“Milano deve fare quotidianamente una sintesi tra la sua vocazione Mitteleuropea, la sua vocazione di città francese e la sua collocazione in Italia. E’ la Milano della Scala, del Piccolo, della Pinacoteca di Brera, dell’Ambrosiana, dei suoi Musei, dei suoi teatri, ma anche la Milano della Fondazione Prada, del Museo di Armani, del Museo delle Culture e di tutte le sue settimane tematiche. In particolare la Pinacoteca, Il Politecnico ed Assoedilizia rappresentano e sono un chiaro richiamo a questa Milano, che da sempre è sede di attività e luogo d’incontro anche internazionale, per scambi tra le diverse culture ed esperienze nei campi del Tempo Libero, del Design e di tutto ciò che è avanguardia e sperimentazione culturale a livello europeo” dichiara Giampaolo Berni Ferretti, Presidente di Milano Vapore.
Sono intervenuti numerosi personalità cittadine, che hanno voluto dare un contributo fattivo alla discussione. Achille Colombo Clerici (Presidente di Assoedilizia) ha ben sintetizzato il pensiero di tutti: “Il volano si sta fermando, e non dobbiamo lasciare che ciò avvenga”.
E’ importante che musei restino aperti, anche solo in modo virtuale, permettendo delle visite online, restare attivi come sempre. Ad esempio è questo che sta appunto facendo Brera. Manchiamo però di una frequentazione che rispecchi le ampie sfaccettature demografiche che costituiscono la Grande Milano. Dobbiamo abbattere le barriere e rendere aperta e invitante per tutti la visita ai musei.
Va sottolineato anche il ruolo dell’avvocatura impegnata, riportato da Carmelo Ferraro. Ricchi di spunti anche gli interventi della storica dell’arte Sissa Caccia Dominioni e dei professori Fulvio Irace e Maria Grazia Mazzocchi.
James M. Bradburne (Direttore generale della Pinacoteca di Brera e dell’annessa Biblioteca Braidense) ribadisce infatti: “Brera sta facendo questo, coinvolgendo anche le periferie. Ciò che importa è ciò che fa un museo, non ciò che ha. Inoltre va sottolineato che fare cultura è anche fare comunità”
Il Museo a cielo aperto è un modo di essere di questa città. Soprattutto Milano, rialzandosi dopo il Covid-19, dovrà essere capace di ritrovare quella centralità nello scenario continentale che ha saputo ben interpretare, da sempre, da Leonardo da Vinci in avanti.
Perché Milano
Perché Milano? Perché, come diceva nel suo saggio “I partiti politici milanesi nel secolo XIX” Gaetano Salvemini “Quel che oggi pensa Milano, domani lo penserà l’Italia”. Perché Milano deve fare quotidianamente una sintesi tra la sua vocazione mitteleuropea, la sua vocazione di città francese e la sua collocazione in Italia.
“Amo Milano” diceva Eugenio Montale “l’amo con tutto il cuore, per il senso civico dei suoi abitanti, e perché qui il sottobosco politico e culturale fa poca presa. L’amo perché qui si può vivere senza vergognarsi di essere al mondo. L’amo con tutto il cuore…”.
In particolare Pinacoteca, Il Politecnico ed Assoedilizia rappresentano e sono un chiaro richiamo a questa Milano, che da sempre è sede di attività e luogo d’incontro anche internazionale, per scambi tra le diverse culture ed esperienze nei campi del Tempo Libero, del Design e di tutto ciò che è avanguardia e sperimentazione culturale a livello europeo. Cioè una città dove da sempre si è cercato con successo di cogliere e amplificare i segnali deboli di eccellenza e sistematizzare tutto ciò che quotidianamente freme, si agita, lotta ed agisce per costruire il futuro.
ph. credits Greta V. Galimberti