Il Diritto all’Oblio nel mondo digitale una nuova sentenza rende obbligatorio il filtraggio dei contenuti in Francia
Con una inaspettata esplosiva sentenza del Tribunal de Grande Istance di Parigi è stato ordinato a Google di impedire al proprio motore di ricerca di linkare le immagini dell’ex dirigente della Formula 1, Max Mosley, che rimase coinvolto in un’orgia sadomaso.
Le immagini, nove in tutto, erano state prese da un video dell’orgia pubblicato nel 2008 dal tabloid britannico News of the World, poi costretto alla chiusura dallo scandalo intercettazioni.
La sentenza sembra ancor più dirompente soprattutto dopo che l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia europea (una sorta di Avvocatura dello Stato) nell’ambito di una controversia che ha visto come protagonista Google Spagna aveva emesso un articolato parere sul diritto all’oblio.
Tra i principi più importanti espressi nel parere spagnolo c’è quello che dice che «la sola preferenza soggettiva non integra un motivo preminente e legittimo» per la richiesta e la cancellazione di informazioni corrette sul web.
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Ora invece la Francia produce una decisione opposta (peraltro in linea con quanto previsto con il Regolamento Europeo di prossima emanazione di cui parlerò anche nell’ambito dei miei seminari del 25 e 26 Novembre a Milano http://monicagobbato.over-blog.com/seminario-per-privacy-officer )- Il Tribunale de Grande Istance di Parigi – che si occupa dei diritti della persona – ha dato ragione a Mosley, ordinando a Google di far cadere nell’oblio della rete il festino privato, con donne abbigliate a tema. Inoltre Google dovrà rimuovere le immagini entro due mesi e vigilare su possibili nuovi link simili per i prossimi cinque anni, pena un’ammenda di mille euro per ogni mancata applicazione constatata.
Che sia chiaro: io dico evviva.