DDL Diffamazione, ora al Senato, accelera il diritto all’oblio
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Il Ddl Diffamazione lo chiamano anche Ddl Lochness perché in bozza dal 2009, riemerge periodicamente.
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IL Disegno di Legge è già stato approvato dalla Camera e deve passare in aula al Senato. Dopo le modifiche apportate dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama, occorrerà ancora attendere un paio di settimane.
La bozza del Ddl Diffamazione ) prevede multe fino a 50mila euro (60.000 per la Commissione) in caso di notizie false scritte intenzionalmente, responsabilità dei direttori per le notizie diffamatorie pubblicate, interdizione fino a sei mesi.
Tra le novità che si vogliono introdurre molte riguardano l’obbligo di rettifica per le testate web registrate. Chi si è sentito offeso da un articolo, oltre alla rettifica, può chiedere ai giornali on line (registrati, quindi NON si riferisce ai Blog) e ai motori di ricerca l’eliminazione dei contenuti diffamatori e dei dati personali.
Non solo. Si può anche “chiedere al giudice di ordinare la rimozione delle immagini e dei dati, ovvero di inibirne l’ulteriore diffusione”.
Non sarebbe più previsto il carcere per i giornalisti, sostituito da maximulte e obblighi di rettifica.
Per le rettifiche obbligatorie nel ddl si specifica che il direttore è tenuto a pubblicare gratuitamente ed astenendosi da qualsiasi commento, senza titolo la rettifica : “con la seguente indicazione ‘rettifica dell’articolo (titolo) del (data) a firma (l’autore)’ nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa, o nella testata giornalistica online le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”.
Le rettifiche vanno pubblicate “non oltre due giorni” e devono avere la stessa visibilità e lo stesso risalto dell’articolo che si rettifica. In mancanza della rettifica si può avere una sospensione fino a sei mesi da parte del giudice.
Nel ddl si afferma il diritto all’oblio poiché l’interessato può chiedere la cancellazione dai siti e dai motori di ricerca sia dei contenuti diffamatori sia dei dati personali trattati in violazione di legge chiedendo al giudice di inibirne l’ulteriore diffusione. Tale diritto persiste anche dopo la morte “In caso di morte dell’interessato le facoltà e i diritti possono essere esercitati dagli eredi o dal convivente”.
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Per quel che concerne le opinioni secondo le quali il Ddl Diffamazione limiterebbe la libertà di stampa in quanto il processo per diffamazione è delicato per natura e tutela un interesse pubblico, faccio notare che il presunto colpevole e’ innocente fino a prova contraria e va tutelato e non punito fino all’eventuale condanna.
Alle volte mi chiedo se i colleghi (avvocati) abbiano chiaro il nostro ruolo di difensori oppure no.
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