David Gilmour rifiuta il ritorno sul palco con Roger Waters
David Gilmour esclude un ritorno con Roger Waters
In un’intervista rilasciata a The Guardian, David Gilmour ha chiarito in modo inequivocabile la sua posizione riguardo a una possibile reunion con Roger Waters. Rispondendo a una domanda sull’eventualità di tornare a calcare il palco insieme, Gilmour ha affermato: “Semplicemente impossibile. Cerco di stare il più possibile alla larga da persone che supportano attivamente genocidi e dittatori come Putin e Maduro.” Con questa dichiarazione, non ha solo escluso la possibilità di una collaborazione futura, ma ha anche espresso la sua forte disapprovazione nei confronti delle posizioni politiche e sociali assunte da Waters nel corso degli anni.
Le tensioni tra Gilmour e Waters continuano a rappresentare una ferita aperta nella storia del rock. Recentemente, nonostante l’accordo da 400 milioni di euro tra i membri rimanenti dei Pink Floyd per la cessione del loro catalogo musicale alla Sony Music, il clima tra i due rimane teso e poco collaborativo. Gilmour ha aggiunto: “Non c’è niente al mondo che mi farà tornare sul palco con qualcuno che pensa che certi commenti nei confronti delle donne e della comunità LGBT siano giustificabili,” sottolineando così l’inasprimento del suo rifiuto nei confronti di qualsiasi compromesso con Waters.
A completare il quadro di questa faida storica, Gilmour ha anche dedicato parole toccanti alla memoria di Richard Wright, l’ex tastierista scomparso nel 2008. “D’altro canto, mi piacerebbe suonare ancora con Rick Wright, una delle persone più gentili e uno dei maggiori talenti musicali che io abbia mai conosciuto,” ha detto il chitarrista, evidenziando come i rapporti umani e artistici all’interno della band siano stati sempre centrali per lui.
Le speculazioni su un’improbabile collaborazione tra Gilmour e Waters rimangono, ma l’ex chitarrista dei Pink Floyd non lascia spazio all’immaginazione: i due continuano a rimanere su lati opposti di un conflitto che ha segnato profondamente non solo le loro carriere, ma anche la storia della musica rock. Con quasi quarant’anni di distanza dalla separazione della band, il momento di una possibile riunione appare sempre più distante.
Il difficile rapporto tra Gilmour e Waters
Il rapporto tra David Gilmour e Roger Waters è da sempre una tematica complessa e controversa all’interno del panorama musicale. La loro separazione, avvenuta quasi quattro decenni fa, è stata segnata da conflitti sia creativi che personali, contribuendo a creare una delle faide più celebri del rock. Gilmour e Waters, dopo la partenza di quest’ultimo dai Pink Floyd, hanno intrapreso strade artistiche diverse, accentuando così le divergenze già esistenti.
Nel corso degli anni, i tentativi di riconciliazione sono stati rari e spesso infruttuosi. Ogni volta che vengono sollevate voci di una possibile reunion, Gilmour sembra prontamente ribadire il suo disinteresse. Per lui, il passato è un peso che non desidera portare di nuovo sul palco. La frase di Gilmour, “sono passati quasi quarant’anni, non ha neanche più senso parlarne,” testimonia come sia difficile per lui anche solo considerare l’idea di una collaborazione con Waters.
La tensione tra i due non è limitata ai meri conflitti personali; è anche una questione di ideali e valori. Gilmour ha messo in evidenza il suo disprezzo per le posizioni politiche di Waters, ed è evidente che il risentimento non si limita solo alla musica. Questo elemento aggiunge un ulteriore strato alla loro relazione complicata. Waters, d’altra parte, ha spesso espresso le sue opinioni controverse in ambito politico e sociale, e le sue affermazioni hanno ulteriormente allontanato i due ex compagni.
In questo contesto, il fil rouge che unisce le loro carriere è la musica, ma Gilmour ha chiarito che nemmeno questo bastone magico può riparare il loro legame. Per lui, la fedeltà ai propri principi etici risulta più importante del passato condiviso. La mancanza di comunicazione e una reciproca volontà di capire le rispettive posizioni hanno contribuito a perpetuare una frattura che sembra quasi impossibile da sanare. Nonostante qualsiasi appello alla nostalgia da parte dei fan e dei media, Gilmour rimane ancorato alla sua posizione, lasciando così il futuro della loro interazione come una questione aperta e altamente improbabile.
Motivi per cui Gilmour rifiuta la reunion
David Gilmour ha messo in evidenza diverse ragioni che lo spingono a escludere categoricamente un ritorno sul palco con Roger Waters. La sua posizione non si limita a una mera questione di differenze personali o musicali, ma si fonda su valori etici e morali che Gilmour considera fondamentali. Come già evidenziato in precedenti interviste, il chitarrista ha espresso la sua avversione nei confronti delle posizioni politiche di Waters, descrivendole come inaccettabili. Gilmour ha dichiarato: “Cerco di stare il più possibile alla larga da persone che supportano attivamente genocidi e dittatori come Putin e Maduro”. Questa affermazione non è soltanto una critica verso Waters, ma un forte richiamo a una responsabilità in campo sociale e politico, rivelando l’intensità dei valori che Gilmour sostiene.
Inoltre, il rifiuto di Gilmour è alimentato dalla convinzione che le divergenze tra lui e Waters siano tanto profonde da rendere qualsiasi riunione non solo improbabile, ma impossibile. Gilmour ha affermato: “Non c’è niente al mondo che mi farà tornare sul palco con qualcuno che pensa che certi commenti nei confronti delle donne e della comunità LGBT siano giustificabili”. Questo passaggio mette in luce un’incompatibilità di visione tra i due artisti, dove la mancanza di rispetto reciproco per questioni di dignità umana diventa un ostacolo insormontabile per una futura collaborazione.
Nonostante il grande storico legame musicale che un tempo univa i membri dei Pink Floyd, Gilmour considera quel legame irrimediabilmente compromesso. Ha definito il tempo trascorso dall’allontanamento di Waters come un periodo sufficientemente lungo da rendere vero anche il detto “non si torna mai indietro”. Con quasi quarant’anni dalla separazione, Gilmour sembra avere riempito il suo presente e il suo futuro con nuove esperienze e collaborazioni, piuttosto che con un passato che percepisce come doloroso e complesso.
È evidente che la frattura tra Gilmour e Waters va oltre le differenze artistiche, incapsulando una mancanza di fiducia e rispetto che risale ai conflitti degli anni passati. Questa situazione riflette una verità più ampia; la musica, pur essendo un linguaggio universale, può diventare un terreno di scontro per differenze di valori, creando dissidi che, in molti casi, si rivelano irreversibili. Gilmour, quindi, non può e non vuole compromettere i suoi principi, rendendo ogni tentativo di riunione non solo improbabile, ma del tutto inaccettabile per lui.
La continua tensione tra i membri dei Pink Floyd
Le dinamiche interne dei Pink Floyd sono state da sempre un riflesso delle complessità umane e artistiche dei loro membri. Gli attriti tra Gilmour e Waters non rappresentano solo dispute personali, ma un’epopea di divergenze creative e filosofiche che si sono amplificate nel corso degli anni, specialmente dopo la separazione ufficiale della band. Nonostante i successivi progetti solisti e le collaborazioni musicali, la frattura tra i due artisti è rimasta palpabile.
Nel contesto della celebre band, ogni componente portava il proprio bagaglio di esperienze e visioni, ma le idee di Gilmour e Waters, in particolare, erano destinate a scontrarsi. Mentre Waters era il principale artefice dei testi e dei temi spesso critici e politici della band, Gilmour ha sempre rappresentato una voce più orientata alla musica e alla melodia. Questo contrasto ha originato conflitti che, sebbene spesso artistici, si sono tramutati in ostilità personali, culminando nella decisione di Waters di abbandonare il gruppo nel 1985.
Le tensioni non sono svanite nemmeno con il passare del tempo. Ogni nuovo progetto o annuncio da parte dei Pink Floyd, anche solamente riguardante i diritti musicali, ha riacceso le speculazioni su un possibile riavvicinamento. La recente vendita del catalogo musicale alla Sony Music per la considerevole cifra di 400 milioni di euro ha suscitato ulteriori interrogativi e avvolto i membri in un clima di tensione rinnovata, nonostante i traguardi condivisi. Gilmour, ad esempio, ha espresso chiaramente il suo disinteresse verso la possibilità di lavorare di nuovo insieme, evidenziando che dopo quasi quarant’anni la questione non è più rilevante e che il conflitto è essenzialmente irrisolvibile.
Il ruolo di Polly Samson, moglie di Gilmour, non è passato inosservato in questa continua rivalità. Attraverso il suo profilo Instagram, ha lanciato in passato frecciatine a Waters, alimentando ulteriormente il fuoco della disputa. Questa interazione social ha reso la faida ancora più visibile al pubblico, contribuendo a creare un’aura di animosità che sembra rimanere incrollabile nel tempo.
Anche se i fan rimangono desiderosi di rivedere i due artisti insieme sul palco, Gilmour ha ribadito la sua posizione in modo chiaro: il passato è una ferita aperta che difficilmente guarirà. La profonda mancanza di fiducia e la divergenza nei valori personali e creativi rendono qualsiasi incontro non solo improbabile, ma statico in una dimensione di controllo e distanza reciproca. I Pink Floyd, simbolo di un’era musicale iconica, saranno per sempre caratterizzati non solo dalle loro creazioni, ma anche dalle complesse relazioni tra i loro membri che, da decenni, continuano a scrivere un capitolo di tensione indelebile nella storia della musica rock.
Ricordi e omaggi a Richard Wright
Nel corso delle sue dichiarazioni, David Gilmour non ha mancato di esprimere un’affettuosa gratitudine nei confronti di Richard Wright, il leggendario tastierista dei Pink Floyd, scomparso nel 2008. Per Gilmour, Wright non era soltanto un collaboratore musicale, ma anche un amico di grande valore personale. Quando menziona Wright, la sua voce si illumina di un’emozione palpabile e sincera: “D’altro canto, mi piacerebbe suonare ancora con Rick Wright, una delle persone più gentili e uno dei maggiori talenti musicali che io abbia mai conosciuto.” Queste parole testimoniano la stima profonda che Gilmour ha sempre nutrito nei suoi confronti, evidenziando la mancanza di rancore e la nostalgia che pervade i suoi ricordi.
Wright è stato una figura centrale nel suono distintivo dei Pink Floyd, contribuendo in modo essenziale a creare atmosfere uniche e melodie indimenticabili. Nonostante le tensioni interne che hanno caratterizzato il gruppo, il suo talento e la sua visione musicale hanno sempre avuto un posto speciale nel cuore di Gilmour. Le collaborazioni tra i due, sia all’interno dei Pink Floyd che in progetti successivi, sono state contraddistinte da una profonda intesa artistica che raramente è stata replicata. Ogni esibizione dove Wright era presente portava con sé una magia che, secondo Gilmour, è difficilmente paragonabile ad altri momenti della storia della band.
Il loro legame si è ulteriormente approfondito attraverso i tributi resi a Wright dopo la sua scomparsa, tra cui “The Endless River”, un album postumo che rappresenta un omaggio al suo lavoro. Questo progetto ha permesso ai membri rimasti dei Pink Floyd di celebrare l’eredità musicale di Wright e di riflettere sul suo impatto duraturo non solo nella band, ma nel panorama musicale globale. Gilmour ha spesso dichiarato che il suono dei Pink Floyd e le emozioni che trasparivano dalla loro musica sono in gran parte dovute a Wright e alla sua abilità di trasformare sentimenti complessi in melodie eteree.
Nelle interviste, Gilmour ha anche condiviso aneddoti personali riguardanti Wright, illustrando la sua personalità gentile e l’affetto che lo legava a lui. Questi ricordi mettono in luce non solo la dimensione musicale della loro collaborazione, ma anche un legame umano che trascende le mere questioni professionali. È chiaro che, mentre Gilmour continua ad affrontare le sfide del presente e del passato con Waters, il ricordo di Richard Wright rimane un faro luminoso di amicizia e creatività che lo ispira e lo guida nel suo cammino artistico.
In un mondo in cui le faide e i conflitti dei musicisti spesso affiorano alla ribalta, il tributo a Wright rappresenta una dolce tregua. Esso ricorda che, al di là delle antiche rivalità, esistono legami più profondi e significativi che continuano a vivere generazione dopo generazione. La musica di Wright, portata avanti nel tempo da Gilmour e Mason, serve come eterna commemorazione di un artista il cui impatto è destinato a perdurare nei cuori e nelle menti dei fan in tutto il mondo.
La storia della separazione tra Gilmour e Waters
La separazione tra David Gilmour e Roger Waters è uno dei capitoli più complessi e controversi nella storia del rock. Questo allontanamento, avvenuto nel 1985, affonda le radici in differenze artistiche e tensioni personali che si erano accumulate nel corso degli anni. Inizialmente, i Pink Floyd rappresentavano un collettivo con una visione musicale condivisa. Tuttavia, con l’espansione del gruppo e il crescente successo, le dinamiche interne iniziarono a cambiare. Waters, noto per il suo approccio lirico e per i temi sociali e politici, si trovò in conflitto con Gilmour, la cui priorità risultava spesso essere la musicalità e le melodie.
Nel corso degli anni, le divergenze si trasformarono in una faida pubblica, caratterizzata da accuse reciproche e divergenze di opinioni. L’apice di questa crisi si ebbe durante le registrazioni di “The Final Cut”, un album che Waters desiderava fortemente fosse per lo più guidato dalla sua visione creativa. Gilmour, sentendosi emarginato, lottò per mantenere un equilibrio e per attribuire valore ai contributi di tutti. La situazione divenne insostenibile, culminando con la decisione di Waters di abbandonare la band nel 1985, affermando che i Pink Floyd erano “finiti”.
La separazione non si limitò solo all’uscita di Waters. Essa segnò la nascita di due carriere parallele e di un continuo scambio di frecciatine e polemiche, che avrebbero caratterizzato i decenni a seguire. Gilmour e Waters, una volta legati da un’ intensa amicizia e collaborazione, si trovarono in posizioni opposte. Da un lato, Gilmour continuò a costruire il suo percorso musicale, producendo album e realizzando tour che cementarono la sua reputazione come musicista di alto livello. Dall’altro lato, Waters intraprese una carriera solista, segnando i suoi progetti con un’impronta fortemente politica che spesso infiammava il dibattito pubblico.
Le speculazioni su un possibile riavvicinamento hanno costantemente circolato nel panorama musicale. Tuttavia, ogni volta che i fan e i media si sono fatti prendere dall’entusiasmo, Gilmour ha prontamente neutralizzato queste aspettative, sottolineando le differenze irriducibili che esistono tra lui e Waters. Ha ripetutamente dichiarato la sua preferenza per concentrarsi sulle sue creazioni piuttosto che rivivere un passato che considera ormai lontano. Con quasi quarant’anni dalla rottura, Gilmour ha evidenziato come la riconciliazione non sia più una questione di semplice nostalgia, ma piuttosto un riconoscimento della complessità delle loro storie individuali.
In quest’ottica, la storia della separazione tra Gilmour e Waters può essere vista come una medaglia a due facce: l’uno rappresenta l’arte, la melodia e la collaborazione, mentre l’altro incarna l’impegno politico e la critica. La funzionalità musicale dei Pink Floyd sarà sempre condizionata da questi contrasti, lasciando ai fan un’eredità di fascino, sfida e, soprattutto, una lezione su come i legami artistici possano evolvere e, in alcuni casi, fratturarsi irreversibilmente.