Dal Politecnico di Milano la nuova risposta all’esplorazione del Sistema Solare
![eclissi solare 20 marzo](https://assodigitale.it/wp-content/uploads/2015/03/eclissi-solare-20-marzo.jpg)
L’esplorazione del sistema solare ha costituito sempre un problema, non solo in relazione alla complessità realizzativa delle sonde, ma anche e soprattutto per il fatto che teleguidarle da Terra era (ed è ancora) troppo costoso. Questo aspetto vanificava anche i recenti vantaggi della miniaturizzazione.
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EXTREMA
Il progetto EXTREMA – Engineering Extremely Rare Events in Astrodynamics for Deep-Space Missions in Autonomy – è basato invece su sonde spaziali miniaturizzate, di 30-40 centimetri di lato, in grado di auto-guidarsi dalla partenza dalla Terra fino all’arrivo a destinazione, senza la necessità di essere controllate da stazioni terrestri.
Parliamo dei “self-driving interplanetary CubeSats”, ideati da Francesco Topputo, ricercatore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano. Quest’anno ha vinto un ERC Consolidator Grant del valore di 2 milioni di euro. Si tratta di un prestigioso riconoscimento destinato alla realizzazione di progetti di frontiera, conferito dall’Unione Europea a ricercatori eccellenti dotati di una innovativa indipendenza scientifica.
Si tratta di un progetto unico al mondo che pone parecchie sfide: i nanosatelliti CubeSats dovranno essere in grado di determinare autonomamente non solo la propria posizione sfruttando l’osservazione di corpi celesti, ma anche di muoversi lungo una corretta rotta utilizzando propulsori miniaturizzati. Per questo EXTREMA integrerà elementi di intelligenza artificiale e sfrutterà un delicatissimo meccanismo celeste per entrare in orbita attorno ai pianeti: la cattura gravitazionale.
I NANOSATELLITI
In tempi recenti la miniaturizzazione dell’elettronica ha consentito la nascita e la diffusione dei nanosatelliti: sistemi miniaturizzati in grado di eseguire misurazioni scientifiche alla stregua dei loro “progenitori”, pesanti centinaia di chili in più. Il vantaggio dei CubeSats risiede nel loro basso costo di sviluppo e nella rapidità di produzione. I CubeSats sono stati adottati da NASA, ESA e JAXA, le tre principali agenzie spaziali del mondo, per missioni scientifiche in orbita terrestre.
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I benefici derivanti dall’impiego di questa tecnologia sono molti: le università, i centri di ricerca e le aziende potranno avere accesso allo spazio profondo a basso costo, combinando la miniaturizzazione dei satelliti all’abbattimento dei costi per le operazioni. Ciò comporterà una potenziale proliferazione di missioni spaziali e una conoscenza più approfondita del nostro sistema solare.
La complessità della tecnologia proposta richiederà un team di ricercatori internazionali che saranno appunto guidati dal prof. Topputo, che ci dichiara: “Ho lavorato per anni con l’obiettivo di concretizzare la mia idea. Sono orgoglioso di guidare un team internazionale che lavorerà alla frontiera della ricerca nel campo spaziale”.
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