Ethereum Merge ha deluso?

La ‘fusione’ è finalmente completata! L’aggiornamento The Merge (fusione in inglese) di Ethereum è diventata la nuova realtà della seconda rete blockchain più grande (dopo quella di Bitcoin).
Ma come viene giudicato dagli addetti ai lavori questo cambiamento, definito epocale dagli sviluppatori? Vediamo quali sono le nuove funzionalità e quale impatto potrebbero avere.
Cos’è The Merge di Ethereum?
L’aggiornamento tecnico The Merge è finalmente operativo. Da anni gli sviluppatori stavano lavorando a quello che Joe Lubin, co-fondatore di Ethereum, ha definito qualcosa che potrebbe diventare ancora più significativo della creazione stessa della rete blockchain.
La modifica di base è l’introduzione di un diverso processo di verifica delle transazioni, denominato Proof of Stake (PoS). Tale metodo sostituisce il precedente Proof of Work (PoW) basato sul mining, e richiede una quantità di energia notevolmente minore.
Nel piano di sviluppo, ciò dovrebbe favorire un abbassamento dei costi di accesso al mondo crypto basato su Ethereum e un allargamento della base utenti, creando un ecosistema ancora più sicuro e più scalabile.
The Merge: delusione o successo?
Ma in pratica, come viene giudicata The Merge da chi opera nel settore delle criptovalute? La rete Ethereum – nella quale girano circa 60 miliardi di USD fra scambi di criptovalute e di NFT (Non-Fungible Token) e asset vari – ha reagito in modo diverso rispetto alle previsioni di alcuni speculatori: il prezzo di Ether e il relativo tasso di cambio Ethereum Euro sono rimasti pressoché invariati.
Nessuna impennata stellare e nessun crollo verticale.
Tale parametro è molto importante: l’analisi dà indicazioni sulla qualità del progetto della blockchain Ethereum e consolida l’opinione che ETH sia a tutti gli effetti una delle poche crypto, insieme a Bitcoin, a durare nel tempo. Ovviamente, le oscillazioni e l’alta volatilità sono un fattore da considerare quando si investe in criptovalute, motivo per cui il monitoraggio del grafico del tasso di cambio diventa fondamentale per ridurre il rischio.
Un effetto evidente, invece, è stata la variazione del tasso di emissione di ETH: con il passaggio da PoW a PoS la rete ha ridotto la quantità di nuovi ETH emessi ad ogni blocco e ciò a lungo termine potrebbe avere ripercussioni sulla fornitura globale di tale criptomoneta.
Proof of Stake (PoS) vs Proof of Work (PoW)
Il nuovo processo Proof of Stake, introdotto a settembre 2022 da Ethereum, sostituisce i minatori con i validatori. Chi sono queste nuove figure del mondo crypto?
Sono utenti che posseggono almeno 32 ETH e che li impegnano, come garanzia, inviandoli a un indirizzo sulla rete Ethereum nel quale non possono essere né acquistati, né venduti. Più ETH punta un validatore maggiori sono le probabilità che possa essere selezionato, in modo casuale, per sbloccare un blocco del libro mastro digitale di Ethereum.
Gli sviluppatori considerano il PoS come un’alternativa più decentralizzata rispetto al PoW, dal momento che chiunque possegga (singolarmente o con capitale di gruppo) almeno 32 ETH può supportare la rete, senza bisogno di costose apparecchiature per il mining. Con notevoli vantaggi anche dal punto di vista del fabbisogno energetico.
Ethereum diventa green
Con l’introduzione di The Merge, Ethereum compie un’importante svolta green e abbandona ufficialmente il processo di mining.
Nel precedente sistema i minatori di criptovalute gareggiavano per scrivere transazioni nel libro mastro della blockchain, dopo aver risolto complicati enigmi crittografi. In questo modo guadagnavano la loro ricompensa.
Tale complesso procedimento avviene in vere e proprie farm, laddove potenti processori – potenziati con apposito hardware – lavorano per estrarre le crypto e validare i processi. E proprio questo funzionamento ad alto dispendio energetico ha messo sotto accusa le monete digitali di ambito blockchain, considerate una vera minaccia ambientale.
La tendenza dovrebbe invertirsi con il PoS: stando a quanto riferisce Tim Beiko, della Ethereum Foundation, sarà minore di “un errore di arrotondamento in termini di impatto ambientale”. Secondo le stime fornite, Ethereum consumerà il 99,9% circa di energia in meno. Per fare un esempio concreto, è come se la Finlandia spegnesse totalmente la sua rete elettrica.