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Cripto-valute nel 730: rischi e sanzioni per chi non dichiara correttamente i redditi digitali

  • Michele Ficara Manganelli ✿
  • 13 Maggio 2025
Cripto-valute nel 730: rischi e sanzioni per chi non dichiara correttamente i redditi digitali

Cripto-valute e obblighi di monitoraggio fiscale nel 730

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Le cripto-valute rientrano ormai tra le attività finanziarie estere ai fini fiscali in Italia, comportando l’obbligo per il contribuente residente nel territorio nazionale di dichiarare tali strumenti nel modello 730. La normativa vigente impone il monitoraggio fiscale delle criptovalute detenute, indipendentemente dal luogo di custodia o dalla modalità di detenzione, sia essa presso intermediari italiani o all’estero. È obbligatorio indicare il valore delle criptovalute al 31 dicembre di ogni anno o alla data di eventuale vendita, secondo i criteri di valorizzazione definiti dalla legge. L’omissione di tale dichiarazione comporta conseguenze rilevanti con sanzioni pecuniarie significative.

Indice dei Contenuti:
  • Cripto-valute nel 730: rischi e sanzioni per chi non dichiara correttamente i redditi digitali
  • Cripto-valute e obblighi di monitoraggio fiscale nel 730
  • Come compilare il quadro W per le cripto-attività
  • Sanzioni e rischi per chi non dichiara le criptovalute


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Il nuovo quadro W introdotto dal 2024, che ha sostituito il precedente quadro RW, è lo strumento attraverso il quale il Fisco italiano esegue il monitoraggio fiscale delle attività finanziarie estere, comprese le cripto-attività come Bitcoin, Ethereum e simili. Questo quadro è inoltre funzionale alla liquidazione delle imposte patrimoniali legate a queste attività:

  • IVIE (Imposta sul Valore degli Immobili all’Estero),
  • IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie detenute all’Estero),
  • IC (Imposta sul valore delle cripto-attività), pari allo 0,20%.
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Il monitoraggio riguarda tutte le forme di detenzione delle criptovalute, incluse quelle depositate in wallet digitali, conti online e piattaforme di scambio. La normativa non distingue tra cripto conservate in Italia o all’estero: entrambe devono essere dichiarate con precisione e completezza. La mancata indicazione o una dichiarazione incompleta possono esporre il contribuente a sanzioni amministrative, potenzialmente gravose.

Come compilare il quadro W per le cripto-attività


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La compilazione del quadro W nel modello 730 per le cripto-attività richiede attenzione specifica ai codici e ai dati da riportare, in conformità con quanto previsto dall’Agenzia delle Entrate. Innanzitutto, il codice del bene da utilizzare è il “14”, identificativo delle valute virtuali. Nel campo relativo al titolo di possesso si inserisce il codice corrispondente alla modalità di detenzione, ad esempio “1” per la piena proprietà.

Per quanto riguarda la valorizzazione, è necessario indicare in euro i valori iniziale e finale delle criptovalute detenute, ossia il controvalore al 1° gennaio e al 31 dicembre dell’anno di imposta, calcolato al cambio ufficiale del giorno di riferimento. I valori devono essere espressi rigorosamente in euro, anche se le criptovalute sono quotate in altre valute come il dollaro, utilizzando i tassi ufficiali di conversione del sito attraverso cui si effettua l’acquisto o la vendita.

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Se la detenzione avviene tramite intermediari italiani che già applicano il bollo del 2‰ sulle cripto-attività, il contribuente deve barrare la casella “solo monitoraggio” alla colonna 16, evitando così la liquidazione dell’imposta IC nel quadro. Se invece l’operatore non applica tale bollo o se la custodia è presso exchange esteri o self-custody, è necessario compilare anche il campo relativo ai giorni di detenzione e procedere al calcolo e pagamento dell’IC (imposta cripto dello 0,20%).

Il codice dello stato estero, pur essendo facoltativo per le criptovalute, può comunque essere inserito se il contribuente lo ritiene utile per la corretta rappresentazione della situazione patrimoniale. È fondamentale evitare omissioni e errori, dato che la dichiarazione incompleta può comportare sanzioni amministrative e l’attivazione di verifiche da parte dell’Amministrazione fiscale.

Sanzioni e rischi per chi non dichiara le criptovalute

La mancata dichiarazione delle cripto-valute nel modello 730 comporta sanzioni amministrative non trascurabili, applicabili ai contribuenti che omettono di compilare correttamente il quadro W. La disciplina sanzionatoria fa riferimento all’articolo 5, comma 2, del decreto legge n. 167/1990, che prevede penalità dal 3% al 15% dell’importo non dichiarato, calcolate sul valore delle attività finanziarie non indicate. Questo implica che chi non dichiara le criptovalute rischia un esborso economico significativo, proporzionale al controvalore non segnalato.

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È importante sottolineare che, a differenza di altri investimenti esteri, alle cripto non si applica il raddoppio delle sanzioni previsto per attività finanziarie detenute in Paesi a regime fiscale privilegiato. Pertanto, le percentuali sanzionatorie rimangono nel range inferiore indicato.

Nel caso di regolarizzazione spontanea (ravvedimento operoso), la sanzione può essere ridotta all’importo minimo di 258 euro, purché la dichiarazione correttiva sia presentata entro novanta giorni dalla scadenza originaria. Ciò consente di contenere i costi e di evitare contenziosi più complessi, soprattutto quando l’omissione riguarda solo il quadro W delle cripto-attività.

È fondamentale ricordare che le cripto-tasse si accompagnano anche all’obbligo di dichiarare le eventuali plusvalenze nel quadro T del 730 o nel quadro RT del modello Redditi PF, con applicazione dell’imposta sostitutiva del 26%. L’omessa indicazione delle plusvalenze integrerebbe un’ulteriore violazione con conseguenti sanzioni aggiuntive.


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Michele Ficara Manganelli ✿

Bitcoiner Evangelist, portatore sano di Ethereum e Miner di crypto da tempi non sospetti. Sono a dir poco un entusiasta della vita, e già questo non è poco. Intimamente illuminato dalla Cultura Life-Hacking, nonchè per sempre ed indissolubilmente Geek, giocosamente Runner e olisticamente golfista. #senzatimore è da decenni il mio hashtag e significa il coraggio di affrontare l'ignoto. Senza Timore. Appunto

 


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