Cox chiede al tribunale di bloccare il piano del Rhode Island per le espansioni della banda larga
Cox Communications ha chiesto a un tribunale di bloccare il piano del Rhode Island per la distribuzione di 108,7 milioni di dollari di finanziamenti federali destinati all’espansione della banda larga. Se il ricorso di Cox dovesse avere successo, potrebbe impedire ad altri fornitori di servizi Internet di ottenere sussidi per espandersi in aree che Cox sostiene di servire già con una banda larga ad alta velocità.
La compagnia via cavo afferma che il Rhode Island ha utilizzato “dati sulle velocità di Internet difettosi” per determinare quali aree siano sottoservite e che il piano “beneficerà le parti benestanti dello Stato già servite da Internet ad alta velocità in violazione del programma che pretende di implementare.” Cox ha presentato il procedimento legale lunedì presso il tribunale superiore di Providence, Rhode Island, chiedendo un’ingiunzione che vieterà all’ stato di utilizzare i presunti dati inaccurati sui test di velocità per determinare dove dovrebbero essere indirizzati i sussidi per la banda larga.
L’organizzazione che supervisa i piani di finanziamento della banda larga dello stato ha rapidamente risposto definendo la causa di Cox “fuorviante e non supportata da fatti.” La Rhode Island Commerce Corporation ha dichiarato: “Chiariamo qual è il reale motivo della causa di Cox: È un tentativo di impedire l’investimento di 108,7 milioni di dollari nell’infrastruttura della banda larga nel Rhode Island, probabilmente perché si rende conto che alcuni, o addirittura tutti, quei fondi potrebbero essere assegnati tramite un processo competitivo ad altri fornitori di servizi Internet.”
Richiesta di ingiunzione contro il piano del Rhode Island
La Rhode Island Commerce Corporation, agenzia quasi pubblica responsabile dell’implementazione della quota di 108,7 milioni di dollari del Rhode Island per il programma federale Broadband Equity, Access, and Deployment (BEAD), ha sottolineato come Cox sia considerato il “fornitore principale dello stato”, affermando che però “ha rifiutato di impegnarsi nel processo pubblico di pianificazione, durato mesi, su come la Corporazione avrebbe distribuito i fondi BEAD del Rhode Island.” Questo passaggio sottolinea la mancanza di partecipazione attiva di Cox nei processi decisionali pubblici, creando un contrasto con le sue attuali lamentele riguardo l’allocazione dei fondi.
Secondo la Commerce Corporation, “Cox non ha presentato commenti pubblici sulla progettazione del programma BEAD, non ha sollevato preoccupazioni durante le riunioni pubbliche del Broadband Advisory Council, dove è l’unico fornitore rappresentato, e ha rifiutato di condividere le informazioni sulla propria rete durante il periodo di sfida della mappatura della banda larga del Rhode Island.” Questo scenario mette in evidenza una percezione di inefficacia da parte di Cox nel voler influenzare il processo di allocazione dei fondi, nonostante ora stia cercando di contestare tale decisione in tribunale.
Da parte sua, Cox ribatte accusando l’agenzia di ignorare le prove e i dati presentati nel corso di un anno. “Per oltre un anno, Cox ha presentato fatti e prove per dimostrare perché il piano della Commerce sia difettoso e queste argomentazioni sono state ignorate a ogni passo,” ha affermato la compagnia in un comunicato. Cox sostiene di aver condiviso i propri dati di mappatura con la Commerce Corporation e di aver incontrato ripetutamente i funzionari dell’ente per discutere delle sue preoccupazioni. Tuttavia, la riflessione sulla partecipazione al processo pubblico e le sue implicazioni legali potrebbero influenzare significativamente la direzione del caso in corso.
Accuse di utilizzo di dati inaccurati sulle velocità di Internet
Cox ha criticato l’uso dei dati di test sulla velocità di Ookla da parte del Rhode Island. Secondo l’azienda, la Commerce Corporation ha sovrapposto i dati di test di Ookla degli ultimi 12 mesi sulla mappa della Federal Communications Commission (FCC) e ha riclassificato come “sottoserviti” tutte le località con risultati di test di velocità inferiori a 100 Mbps. Inoltre, ha riclassificato alcune località all’interno di gruppi di blocchi censuari basandosi su dati di test di Ookla che non si riferivano a posizioni specifiche.
La mappa della banda larga della FCC si basa sulle segnalazioni degli operatori di servizi Internet, le quali, in alcuni casi, si sono rivelate imprecise. Sebbene la FCC abbia implementato un processo di contestazione per migliorare periodicamente l’accuratezza della mappa, continuano a giungere lamentele riguardo alla presenza di aree dichiarate come non servite o sottoservite, ma che in realtà dispongono di una banda larga veloce. Nel processo BEAD, gli stati possono investigare la disponibilità a livello locale per stabilire dove dirigere i finanziamenti.
La Rhode Island Commerce Corporation ha sottolineato che il proprio piano è “basato su equità, trasparenza e impegno a massimizzare l’impatto di questo storico investimento federale” e ha respinto le affermazioni di Cox, dichiarando che “parte dello stato è effettivamente non servita o sottoservita, comprese aree che Cox sostiene siano affluenti.” L’ente ha ribadito che la condizione economica di una zona non influisce sulla qualità del servizio di banda larga disponibile.
Cox ha contestato la validità dei risultati ottenuti da Ookla, sottolineando che i risultati dei test di velocità possono essere influenzati dalla rete domestica dell’utente e non catturano l’esperienza complessiva di Internet del cliente durante tutto il giorno. Inoltre, la società ha sostenuto che i dati pubblicamente disponibili di Ookla dimostrano che la sua rete supera la soglia di velocità stabilita. L’azienda ha citato che l’indice globale di velocità di Ookla per aprile 2024 ha mostrato che Cox aveva le velocità medie di download più elevate nel Rhode Island, con 264,94 Mbps, più di due volte e mezzo la soglia fissata dalla Commerce Corporation.
Risposta della Commerce Corporation e contesto del finanziamento
La Rhode Island Commerce Corporation ha contestato le affermazioni di Cox, sostenendo che la loro strategia è ben progettata e risponde alle esigenze della comunità. “Il piano proposto è stato elaborato attraverso un processo aperto e consultivo,” ha affermato un portavoce dell’agenzia. “Abbiamo coinvolto la comunità, le aziende e gli operatori per garantire che i fondi siano distribuiti in modo equo e che abbiano un impatto positivo nelle aree realmente sottoservite.”
Inoltre, la Commerce Corporation ha chiarito che i fondi provengono da un programma federale, il Broadband Equity, Access, and Deployment (BEAD), con l’obiettivo di migliorare l’infrastruttura della banda larga nella regione. “I 108,7 milioni di dollari non sono solo un’opportunità di investimento, ma un’opportunità per colmare il divario digitale in Rhode Island,” ha dichiarato l’agenzia. Questo programma fa parte di un’iniziativa più ampia, che mira a migliorare la connettività e garantire che più cittadini possano accedere a Internet ad alta velocità.”
Malgrado le affermazioni di Cox, la Commerce Corporation ha insistito sul fatto che le aree classificate come sottoservite necessitano urgentemente di intervento, e che il piano concordato mira a rendere più equa la distribuzione della banda larga su tutto il territorio statale. “Ciò che Cox sembra ignorare è che non si tratta solo di investire dove già esistono servizi, ma di costruire un’infrastruttura che raggiunga anche coloro che attualmente non hanno accesso a Internet efficiente,” ha concluso un rappresentante dell’agenzia.
In un contesto più ampio, la risposta della Commerce Corporation riflette una tensione tra i fornitori di servizi Internet e le necessità esistenziali di molti cittadini in termini di accesso alla tecnologia. Il Rhode Island rappresenta un microcosmo di un dibattito nazionale su come allocare in modo efficace i fondi pubblici per garantire a tutti i cittadini pari opportunità di accesso a Internet, fondamentale nel mondo contemporaneo.
Controversie sui test di velocità e metodologia di classificazione
Cox ha criticato la metodologia utilizzata dalla Commerce Corporation per la classificazione delle aree come sottoservite. Secondo la compagnia, la Correzione Corporation ha caricato i dati di test di Ookla sugli ultimi 12 mesi sulla mappa della Federal Communications Commission (FCC), riclassificando come “sottoservite” tutte le località con risultati di test di velocità inferiori a 100 Mbps. Cox ha fatto notare che questa metodologia ha portato alla riclassificazione errata di circa 30.000 località già servite dalla sua rete.
Secondo il ricorso di Cox, i risultati dei test di Ookla sono influenzati da vari fattori, tra cui la rete domestica e la congestione del traffico di rete, e non riflettono necessariamente l’esperienza complessiva degli utenti durante l’intera giornata. La compagnia ha affermato che i risultati possono variare a seconda di diversi fattori, come l’età del dispositivo usato per il test e il numero di dispositivi connessi contemporaneamente.
Cox ha anche evidenziato che i dati di Ookla indicano che la sua rete supera la soglia di velocità di 100 Mbps: secondo l’Ookla Speedtest Global Index di aprile 2024, Cox ha registrato velocità medie di download di 264,94 Mbps, più di due volte e mezzo la soglia stabilita dalla Commerce Corporation. Tuttavia, la compagnia ha sottolineato la difficoltà nel contattare la Commerce Corporation per accedere ai dati di Ookla utilizzati per le classificazioni, facendo riferimento a una richiesta di accesso ai documenti pubblici, alla quale l’agenzia ha risposto con un costo elevato per il recupero dei dati.
In aggiunta, Cox ha espresso preoccupazione per il processo di contestazione dei test di velocità, considerato eccessivamente oneroso. Per contestare la classificazione delle aree, Cox dovrebbe effettuare circa 315.000 test, il che risulta impraticabile. La compagnia sostiene che le linee guida della National Telecommunications and Information Administration (NTIA) suggeriscono la possibilità di testare solo il 10% delle località per raggiungere un’accuratezza statistica elevata. Pertanto, Cox ha richiesto un ordine del tribunale per consentire l’invio di dati da una percentuale ridotta di clienti, criticando la richiesta della Commerce Corporation di effettuare test simultanei in aree ampie.
Disaccordi sui sussidi per residenti a basso reddito e utilizzo dei fondi federali
Cox ha anche sollevato il tema dei sussidi per i residenti a basso reddito, proponendo che parte dei finanziamenti federali dovrebbe essere utilizzata per fornire supporto economico a queste categorie, piuttosto che destinare integralmente i fondi alla costruzione di reti di banda larga. La società ha dichiarato che, sebbene la mappa della FCC indichi che il Rhode Island sia servito al 99,3%, la Commerce Corporation non intende utilizzare i 108,7 milioni di dollari del programma BEAD per offrire sussidi diretti agli utenti a basso reddito dove già esiste un accesso veloce alla banda larga.
Da parte sua, la Commerce Corporation ha ribadito che i fondi federali non possono attualmente essere utilizzati per sovvenzionare direttamente le bollette dei clienti, come auspicherebbe Cox. Secondo le normative federali, queste risorse sono principalmente destinate a migliorare l’infrastruttura della banda larga e non possono essere utilizzate per sussidi immediati ai consumatori. L’agenzia ha affermato che il suo obiettivo è quello di garantire che le aree realmente sottoservite ricevano i servizi necessari, evitando di investire esclusivamente dove i servizi sono già disponibili.
Cox, invece, sostiene che i fondi BEAD possano e debbano essere impiegati anche per sostenere la riduzione dei costi della banda larga per le famiglie a basso reddito, sottolineando che una parte dei budget federali potrebbe contribuire a colmare il divario di affordabilità. La compagnia ha citato le linee guida dell’NTIA, le quali indicano che i finanziamenti possono essere destinati a “sussidi diretti per migliorare l’accessibilità per la popolazione finale” se il contesto lo giustifica.
Questa situazione mette in luce un conflitto fra le necessità immediate di connettività economica per i residenti a basso reddito e la strategia di lungo termine per potenziare l’infrastruttura broadband nel Rhode Island. La questione dei sussidi per la banda larga continua a rappresentare un’importante area di discussione, non solo per gli attori coinvolti in questo caso specifico, ma anche per le politiche future relative all’allocazione di risorse in ambito di telecomunicazioni e accessibilità.