Costruire relazioni è una protezione contro il debanking secondo un dirigente OKX
Costruzione di relazioni come strategia contro il debanking
Documenti recenti hanno rivelato che il sistema bancario tradizionale si basa in gran parte su relazioni di fiducia. Jason Lau, Chief Innovation Officer di OKX, una rinomata piattaforma di exchange e wallet self-custody, ha condiviso con Cointelegraph come l’edificazione di forti partnership con banche e protagonisti finanziari rappresenti una salvaguardia strategica contro i rischi del debanking. Lau ha affermato che il settore finanziario tradizionale è profondamente influenzato dalla fiducia, sottolineando l’importanza di costruire relazioni solide con istituzioni bancarie, regolatori e altri attori del settore.
“È fondamentale investire tempo nella creazione di relazioni con tutti i tuoi stakeholder, inclusi i regolatori e i partner bancari. Abbiamo dedicato anni a lavorare con i nostri partner e a garantire che comprendano il nostro modello di business,” ha dichiarato Lau. Questo approccio riflette una consapevolezza crescente sui potenziali rischi connessi alla crescente pressione normativa che è emersa da iniziative come l’”Operation Chokepoint 2.0″. Sebbene molte delle problematiche di debanking provengano dagli Stati Uniti, i rischi legati a questo fenomeno si estendono anche a livello mondiale, influenzando non solo le aziende, ma anche l’innovazione tecnologica e la libertà di espressione.
In effetti, la costruzione di relazioni solide non solo offre una protezione contro la perdita di accesso ai servizi bancari, ma promuove anche una comprensione reciproca tra le parti coinvolte, fondamentale per navigare un panorama sempre più complesso e regolamentato.
Il ruolo delle partnership nel settore crypto
Il settore delle criptovalute sta attraversando un momento cruciale, in cui le partnership strategiche si rivelano essenziali per la sopravvivenza e la prosperità delle aziende. Jason Lau di OKX enfatizza che la costruzione e il mantenimento di relazioni solide con banche e attori finanziari è vitale per contrastare il rischio di debanking, un fenomeno che minaccia l’accesso delle aziende crypto al sistema bancario tradizionale. Le istituzioni finanziarie, infatti, tendono a valutare la stabilità e l’affidabilità dei loro partner, e in un contesto di crescente regolamentazione, la fiducia diventa un asset fondamentale.
La creazione di partenariati non solo facilita l’accesso a servizi bancari, ma consente anche alle aziende del settore crypto di sincronizzarsi con le normative in evoluzione e le aspettative del mercato. Le aziende devono essere proattive nel comunicare le proprie pratiche e garantire che i partner comprendano le loro operazioni e i potenziali benefici che possono derivare da tali collaborazioni.
In aggiunta, un approccio collaborativo con i regolatori potrebbe contribuire a mitigare i rischi associati al debanking. Investire tempo ed energia nel costruire relazioni con le autorità di vigilanza è indispensabile, poiché favorisce il dialogo e una maggiore trasparenza. Questo non solo può portare a regolamentazioni più favorevoli, ma anche a un ambiente più sicuro per l’innovazione e la crescita delle aziende nel settore delle criptovalute.
Rischi globali legati al debanking
Il fenomeno del debanking non è limitato a specifiche aree geografiche ma costituisce una sfida globale che colpisce in modo differente le diverse giurisdizioni. In Australia, Ben Rose, ex responsabile regionale di Binance, ha riferito di essere stato debanked con soli dodici ore di preavviso, evidenziando la mancanza di chiarezza nei motivi dietro tale decisione. Questo esempio sottolinea come il debanking possa avvenire in modo arbitrario e inaspettato, senza fornire agli interessati la possibilità di adeguate difese o spiegazioni.
In Europa, situazioni simili si sono manifestate nel Regno Unito, dove documenti trapelati hanno rivelato che il politico Nigel Farage è stato escluso dalle banche a causa delle sue opinioni politiche. Questo ha portato a un dibattito legislativo, con proposte da parte di politici britannici per limitare il potere delle banche di interrompere i servizi ai loro clienti per motivi ideologici. Il governo britannico ha introdotto misure di protezione dei consumatori, come l’obbligo di avvisare i clienti almeno tre mesi prima della chiusura di un conto, rendendo necessaria una spiegazione chiara e concedendo ai clienti la possibilità di contestare tale decisione.
Le aziende nel settore crypto hanno anche affrontato ostacoli nel Regno Unito nel corso del 2023, con rapporti su pratiche di debanking che includevano richieste di documentazione eccessive, congelamenti di conti e rifiuti di apertura senza motivazioni concrete. Nonostante le preoccupazioni sollevate da leader del settore, le difficoltà di accesso ai servizi bancari continuano a persistere nel 2024, rendendo evidente che il problema del debanking abbia radici più profonde e che richieda un’attenzione concertata da parte di tutti gli attori coinvolti.
Implicazioni politiche e normative
Il fenomeno del debanking ha suscitato un ampio dibattito politico e una serie di iniziative normative in tutto il mondo. Le recenti azioni di regolamentazione nel settore delle criptovalute, insieme a casi isolati ma significativi di debanking, hanno spinto legislatori e autorità a considerare in modo più attento le implicazioni legate all’accesso ai servizi bancari. Negli Stati Uniti, l’operazione “Chokepoint 2.0” solleva preoccupazioni circa il potere discrezionale delle banche di chiudere i conti sulla base di criteri ambigui e spesso soggettivi, ponendo interrogativi sulla giustificazione delle loro azioni e sul rispetto dei diritti dei clienti.
In risposta a questi eventi, alcuni paesi, come il Regno Unito, hanno avviato un riesame delle pratiche bancarie, scoprendo che la chiusura di conti per motivi politici o ideologici è una questione che richiede attenzione. Proposte legislative mirano a garantire che le banche forniscano motivazioni chiare per la chiusura dei conti e consentano ai clienti di presentare ricorsi contro tali decisioni. La protezione della libertà di espressione e dei diritti dei consumatori ha trovato un importante supporto nel discorso pubblico, spingendo i legislatori a considerare misure che possano preservare l’integrità del sistema bancario senza compromettere gli standard etici e di equità.
Le implicazioni di questo dibattito sono molteplici e si estendono al di là dell’accesso ai conti bancari. Se l’industria delle criptovalute non riesce a stabilire un dialogo costruttivo con i regolatori, potrebbero sorgere normative più restrittive che ostacolerebbero ulteriormente l’innovazione. La costruzione di relazioni solide con i decisori politici diventa quindi imperativa per creare un contesto normativo favorevole, che non solo tuteli i diritti degli utenti, ma favorisca anche la crescita sostenibile del settore.
Sfide affrontate dalle aziende crypto nel mondo bancario
Le aziende nel settore delle criptovalute si trovano ad affrontare sfide considerevoli nel tentativo di instaurare e mantenere relazioni funzionali con il sistema bancario tradizionale. Un ostacolo primario è rappresentato dalla crescente esigenza di conformità regolamentare, che spesso pone un onere sproporzionato sulle startup e sulle aziende di piccole e medie dimensioni. Queste imprese si vedono costrette a navigare in un panorama normativo in continua evoluzione, dove i requisiti possono variare significativamente da un paese all’altro, complicando ulteriormente le loro operazioni.
In tale contesto, la mancanza di chiarezza da parte delle istituzioni bancarie rispetto alle politiche di accettazione dei clienti nel settore delle criptovalute ha reso difficile anche l’accesso a servizi basilari. Molti istituti finanziari applicano criteri di approvazione ambigui, spesso lasciando le aziende crypto nel limbo, con applicazioni per conti bancari che rimangono in sospeso o vengono rigettate senza spiegazioni dettagliate. Ciò provoca frustrazione e impedisce la pianificazione a lungo termine.
Inoltre, le aziende del settore si trovano spesso di fronte a procedure burocratiche eccessive, che richiedono documentazione complessa e dettagliata, rendendo il processo di apertura di un conto o di stabilimento di una partnership estremamente oneroso e dispendioso in termini di tempo. Le imprese, quindi, non solo devono dimostrare la loro solvibilità e stabilità, ma anche affrontare una crescente esigenza di trasparenza su come gestiscono le transazioni, un fattore che può mettere a dura prova le risorse e l’attenzione del management.
L’immagine spesso negativa associata alle criptovalute in alcuni segmenti della società ha contribuito a creare una cultura di diffidenza all’interno del settore bancario. Questo porta a resistenze nell’accettare clienti provenienti dal mondo delle criptovalute, ostacolando ulteriormente la crescita di un settore che cerca di affermarsi non solo come alternativa, ma anche come parte integrante del panorama finanziario globale.