I controlli dell’FBI nel Dark Deep Web e dentro la rete TOR tracciano un identikit delle potenziali minacce
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Dietro la rete Tor si cela il lato oscuro di internet (ribattezzato Dark Web), dove le menti criminali più efferate possono agire indisturbate: hacker, serial killer, ricattatori e pedofili tramano nell’ombra grazie all’anonimato. Tuttavia, qualche mese fa, l’FBI è riuscita a portare a termine un’importante operazione con l’obiettivo di stanare i pirati del web: attaccando la piattaforma Freedom Hosting e sfruttando una vulnerabilità del browser, gli agenti sono riusciti a tracciare un identikit degli utenti.
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Grazie all’offensiva sferrata dai servizi di intelligence americani, quasi la metà dei contenuti ospitati all’interno del Dark Web sono andati persi per sempre e gli admin (quelli rimasti) impiegheranno giorni per rimettere a posto i cocci: uno di loro metterà in piedi a tempo di record un servizio che offre news e aggiornamenti sulla rete Tor, grazie al quale la comunità del Deep Web riesce a ritrovarsi un po’ dopo lo smarrimento iniziale.
Intervistato dalla rivista scientifica Wired, Kane (questo è il nickname del tipo che ha creato “Onion News”) spiega che, dopo la sparizione della maggior parte dei siti contenuti all’interno del Deep Web, in molti avevano bisogno di un nuovo punto di riferimento, ma in compenso ritiene che ci voglia ben altro per scalfire definitivamente il lato oscuro della rete e una decentralizzazione renderebbe le indagini ancora più problematiche.
A concordare su questa tesi è un altro admin della rete Cipolla, che si fa chiamare “The Coder”: in poco tempo è riuscito a ripristinare il sito crashato dopo l’attacco nei confronti di Freedom Hosting e lo ha inoltre dotato di un innovativo servizio di messaggistica istantanea criptata; è riuscito a spargere la voce grazie ai passaparola sui forum, poiché all’interno della Dark Web i motori di ricerca non funzionano bene come nell’internet alla luce del sole. “The Coder” spiega che con la decentralizzazione del Deep Web in molti dovranno occuparsi di gestire i server per conto proprio, ma in questa maniera non sono costretti a dipendere su un servizio di hosting che, in caso di problemi, rischia di far collassare l’intera infrastruttura di rete.
Va anche detto, in ogni caso, che solamente il 4% del traffico complessivo che costituisce il traffico della rete oscura riguarda materiale pedopornografico o altra roba indicibile: in realtà, la maggior parte delle comunicazioni che avvengono sotto gli strati della rete Tor sono legali e di natura politica, mentre le transazioni commerciali avvengono tramite l’uso dei bitcoin, una valuta virtuale che sfugge al controllo dei governi e delle banche mondiali. Ma, conclude “The Coder”, è sicuro che le board serie rimarranno e non ci sarà alcun modo di arginare un fenomeno ormai in costante e dilagante crescita.
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