Il presidente Pasquale Stanzione (fortunatamente ndr) mette in guardia il governo sui pericoli di un uso distorto dei dati rastrellati attraverso i social: dal web scraping troppi rischi per i contribuenti.
In un mondo sempre più digitale, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) per la raccolta e l’analisi dei dati è diventato un argomento di grande interesse, in particolare per il fisco e la lotta all’evasione fiscale. Tuttavia, il Garante della Privacy, Pasquale Stanzione, ha recentemente espresso serie preoccupazioni riguardo l’uso della tecnologia AI per stanare gli evasori fiscali.
Durante la presentazione alla Camera della Relazione annuale dell’Autorità per il 2023, Stanzione ha messo in guardia il governo sui pericoli associati al web scraping e all’analisi dei dati raccolti dai social media. Questa pratica, ha affermato, comporta rischi significativi per i diritti e le libertà dei contribuenti.
In particolare, il presidente ha richiamato l’attenzione sui limiti del web scraping, già evidenziati in relazione alla riforma fiscale proposta dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo.
Secondo Stanzione, l’uso dell’AI per la profilazione dei contribuenti richiede standard rigorosi di affidabilità ed esattezza dei dati. Basare le procedure di accertamento su informazioni provenienti dal web, spesso inesatte, potrebbe infatti portare a rappresentazioni distorte della capacità fiscale dei cittadini, con potenziali effetti negativi sull’efficacia delle politiche di contrasto all’evasione fiscale.
Il rischio del Grande Fratello tributario
Il concetto di un “Grande Fratello tributario”, che monitori costantemente le attività dei contribuenti attraverso l’uso di tecnologie avanzate, è stato al centro delle critiche del Garante.
Ogni eventuale implementazione di tale sistema dovrebbe passare attraverso una rigorosa valutazione da parte dell’Autorità per la Privacy, ha affermato Stanzione.
Inoltre, ha contestato la decisione del governo di delegare le competenze in materia di AI all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgiD) e all’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, senza un coinvolgimento diretto dell’Autorità per la Privacy.
Il Garante ha sottolineato che le procedure di accertamento basate su dati raccolti dal web, non verificati e spesso inesatti, rappresentano un rischio elevato per la corretta rappresentazione della capacità fiscale dei contribuenti.
Questo potrebbe portare a errori significativi e a un uso distorto delle risorse fiscali, compromettendo l’efficacia dell’azione di contrasto all’evasione fiscale. Pertanto, la protezione dei dati deve essere garantita come presupposto fondamentale per qualsiasi intervento in questo settore.
Il riordino della riscossione fiscale
Parallelamente al dibattito sull’uso dell’AI, il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto attuativo per il riordino della riscossione, parte integrante della delega per la riforma del sistema tributario.
Questo decreto mira a svuotare il magazzino dei ruoli, che attualmente contiene circa 1206,6 miliardi di euro bloccati. Una delle principali novità introdotte è la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di restituire la cartella all’ente creditore dopo cinque anni di tentativi di riscossione infruttuosi.
Inoltre, il decreto prevede che gli enti creditori possano cedere crediti omogenei a società private, iscritte da almeno cinque anni all’albo dei gestori dell’accertamento e della riscossione, a fronte del versamento di un corrispettivo.
Queste società potranno poi procedere alla cartolarizzazione delle cartelle, recuperando le somme versate agli enti una volta riscossi i crediti. Questo meccanismo mira a rendere più efficiente il processo di recupero delle somme dovute, riducendo al contempo l’onere sui contribuenti in difficoltà economica.
Misure per i contribuenti in difficoltà economica
Un altro aspetto significativo del decreto riguarda le misure destinate ai contribuenti che si trovano in una temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria. Per le richieste presentate nel 2025 e 2026, sarà possibile dilazionare il pagamento delle tasse in rate mensili che variano da 85 a un massimo di 120 per importi fino a 120 mila euro.
Nei due anni successivi, le rate mensili scenderanno da 97 a 120, per poi ridursi ulteriormente da 109 a 120 a partire dal 1° gennaio 2029. Per importi superiori a 120 mila euro, le tranche di pagamento massime rimarranno 120 indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta.
Queste misure rappresentano un tentativo di venire incontro ai contribuenti in difficoltà, offrendo maggiore flessibilità nei pagamenti e riducendo il rischio di insolvenza.
Tuttavia, è fondamentale che tali interventi siano accompagnati da una rigorosa protezione dei dati personali e da un uso responsabile delle tecnologie avanzate, per evitare abusi e garantire l’equità del sistema fiscale.
Intelligenza artificiale imprecisa e pericolosa?
L’uso dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie avanzate nella gestione fiscale è un argomento di grande attualità e rilevanza. Tuttavia, come sottolineato dal Garante della Privacy, Pasquale Stanzione, è essenziale che queste tecnologie siano utilizzate in modo responsabile, con un’attenzione particolare alla protezione dei dati personali e alla correttezza delle informazioni raccolte.
Solo così sarà possibile garantire un sistema fiscale equo ed efficace, in grado di contrastare l’evasione senza compromettere i diritti dei contribuenti.
Nel contesto delle recenti riforme fiscali, il riordino della riscossione e le misure per i contribuenti in difficoltà rappresentano passi importanti verso una maggiore efficienza e equità del sistema.
Tuttavia, rimane cruciale che qualsiasi intervento tecnologico sia accompagnato da rigorose garanzie di protezione dei dati e da un controllo attento delle procedure, per evitare distorsioni e abusi.