Conti (Eurizon Capital): “Come investire nella ripresa globale sincronizzata”
Iniziamo a presentare una panoramica di pareri tratti dal web. Oggi www.focusrisparmio.com
Andrea Conti, responsabile macro research di Eurizon Capital, analizza il contesto economico globale con riferimento alle scelte tattiche e di asset allocation dei portafogli dell’Sgr
Ripresa globale, sincronizzata e non inflazionistica. È l’etichetta di Eurizon Capital per definire il contesto di riferimento in cui si muovono i mercati a livello globale, che delinea uno scenario in cui sia le aree economiche sviluppate (Stati Uniti, Europa e Giappone) sia, almeno in parte, i paesi emergenti stanno partecipando al ciclo economico di crescita che ha fatto seguito alla grande recessione finanziaria scoppiata dieci anni fa e superata grazie alle misure straordinarie di politica monetaria architettate dalle banche centrali.
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Queste, alla luce di una mancanza di forti segnali che alla crescita si stia accompagnando – come vorrebbe la teoria economica – un sensibile aumento dell’inflazione, possono ancora permettersi di mantenere un atteggiamento accomodante, che per la Federal Reserve significa rimuovere gli stimoli in maniera molto graduale, mentre per la Banca centrale europea significa studiare le tempistiche migliori senza fretta, estendendo un ciclo espansivo che negli Usa ha ormai raggiunto l’ottavo anno di vita.
Ne abbiamo parlato con Andrea Conti, responsabile macro research di Eurizon Capital, che con Focus Risparmio ha discusso dell’implementazione degli indirizzi di investimento, delle scelte tattiche e di asset allocation dei portafogli dell’Sgr del gruppo Intesa Sanpaolo.
Quali sono i temi di attenzione per i prossimi mesi?
La fotografia che meglio di tutte riassume questo scenario è il livello estremamente complesso della volatilità. I mercati sono coscienti che lo scenario sia di questo tipo, non è detto che semplicemente perché la volatilità è così bassa debba salire per forza, ma piuttosto che i mercati sono in un qualche modo prezzati per la perfezione. I temi di attenzione sono qualunque cosa possa mettere in discussione uno dei due fronti: da una parte la ripresa globale sincronizzata, dall’altra la mancanza di pressioni inflazionistiche. È chiaro che determinati segnali di rallentamento o di accelerazione possono spingere il mercato fuori da questo binario, ma è una possibilità che al momento non vediamo in termini generali. Detto questo, i temi specifici sono tanti: cosa faranno le banche centrali, chi succederà Janet Yellen alla guida della Fed e se sarà un falco o una colomba, quali sono le probabilità che la riforma fiscale negli Stati Uniti vada in porto, cosa farà la Bce sul QE… I temi sono tanti ma quello che conta veramente è la sostenibilità della ripresa e il fatto che l’inflazione rimanga a livelli bassi. In Eurizon siamo posizionati su questo scenario.
Per quanto tempo potrà perdurare l’attuale contesto di inflazione debole?
Veri e propri colli di bottiglia che creano episodi di fiammate inflazionistiche non ne vediamo. Il prezzo del petrolio sta risalendo ma in maniera estremamente lenta. Nonostante i tagli alla produzione e l’accelerazione ciclica della crescita a livello globale, il prezzo del petrolio stenta a rimanere sopra i 50 dollari al barile. Questo vuol dire che c’è ancora tanto eccesso di offerta. I salari non stanno accelerando da nessuna parte, quindi vuol dire che il potere contrattuale dei lavoratori è ancora molto basso, perché c’è concorrenza internazionale sul lavoro o per via delle dinamiche e dei trend tra lavoro e tecnologia. Sono tanti i motivi per cui i motori dell’inflazione sono in larga parte ancora spenti. Pensare che possa risalire un po’ è lecito dato che è l’obiettivo delle banche centrali: un livello di crescita sostenibile accompagnata da maggiore inflazione. Però gridare al rischio del ritorno di inflazione ci appare lontano dalla realtà delle cose.
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Dove si ravvedono le principali opportunità e i rischi maggiori? E come si riflettono negli indirizzi di investimento e posizionamento dei portafogli?
In termini di posizionamento, siamo in linea con lo scenario di ripresa globale sincronizzata non inflazionistica. Sulla base di quest’ultimo elemento in particolare ci aspettiamo che le banche centrali non saranno troppo aggressive. Noi abbiamo un posizionamento che è moderatamente favorevole all’azionario, con preferenza sui mercati che in questi anni sono rimasti più indietro e che per ultimi hanno agganciato la ripresa, ovverosia Europa, Giappone e paesi emergenti, che attualmente mostrano valutazioni più interessanti. All’interno del mondo obbligazionario siamo ancora esposti sulle attività a spread, più rischiose. Nella fattispecie: obbligazioni emergenti e high yield, anche se hanno già fatto molto bene e sia gli spread sia i tassi sono scesi parecchio nel corso degli ultimi anni. Di conseguenza siamo un po’ meno esposti di quanto non lo fossimo alcuni mesi fa. Infine, siamo mediamente sottopesati di duration, quindi sottopesati di titoli governativi di alta qualità (essenzialmente Stati Uniti e Germania), perché offrono una remunerazione modesta. Inoltre se l’economia proseguisse sul trend di crescita, l’inflazione risalisse ancora un po’ e le banche centrali, per quanto gradualmente, rialzassero i tassi di interesse, questo eroderebbe ulteriormente le performance che questi titoli possono dare. Riassumendo, il nostro è un posizionamento pro-ciclico, ossia favorevole al ciclo economico e a una riedizione di una fase di reflation trade in cui le attività di rischio riescono a salire con tassi in rialzo. Questo è il posizionamento strategico, sul quale all’occorrenza opereremo variazioni a seconda dell’evoluzione del contesto.
Come sono valutati attualmente i mercati? Ci sono rischi di bolla sull’azionario statunitense?
Il mercato azionario americano è salito tanto, con multipli che si sono espansi. In questa fase preferiamo Europa, emergenti e Giappone agli Stati Uniti. Sono mercati che in termini valutativi non appaiono cari avendo avuto un rialzo in linea con gli utili. Inoltre, se la crescita economica proseguisse a livello globale, anche gli utili societari potrebbero migliorare ulteriormente creando margini per un apprezzamento delle quotazioni. D’altro canto, il fatto che la Borsa americana appaia un po’ cara, non vuole necessariamente dire che una correzione sia alle porte. Se le condizioni economiche rimangono quelle odierne e si continua a parlare di riforme fiscali e di taglio delle tasse sulle imprese, il mercato può sostenere anche valutazioni un po’ tirate e continuare lentamente a salire.
“Alla ricerca di ‘Alpha’” è la rubrica di FocusRisparmio.com dedicata a investimenti, mercati e all’attualità economico-finanziaria. Ogni lunedì, con l’aiuto degli esperti del settore, vengono messi sotto la lente i fatti recenti più significativi e gli appuntamenti che avranno effetti sul medio e lungo termine.
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