Il concorso di Design per l’ideazione di una base lunare è oggi realtà ESA European Space Agency
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Il design non conosce limiti e sposa anche progetti spaziali.
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L’insolito concorso indetto dall’Esa (European Space Agency) per la migliore ideazione di una base lunare di facile costruzione è stato vinto dal Foster and Partners’ studio di Londra.
Questo studio di architettura e design, uno tra i più famosi al mondo, ha progettato questa futuristica stazione spaziale ideale per accogliere fino a quattro astronauti e realizzata grazie a stampanti 3D e polvere lunare.
Questa struttura è in grado di sopportare il peso di meteoriti e l’incidenza di raggi gamma che, nello spazio, non sono schermati da nessun tipo di protezione (ad esempio l’atmosfera).
Nell’esecuzione del’avveniristico progetto, il gruppo di designer non ha tralasciato comunque particolari cool e di arte applicata.
Questo prototipo di base lunare di design dovrebbe essere costruita al polo sud della Luna, in una zona costantemente esposta alla luce del sole (in cima ad un cratere di nome Shackleton).
L’immobile, se così può essere definito, è una struttura a “celle chiuse” assemblata sfruttando le migliori tecnologie disponibili. L’ingresso è costituito, ovviamente, da una camera pressurizzata che permette l’accesso alle diverse sale della base. Il materiale principalmente impiegato è la regolite o eluvium, cioè l’insieme di polveri e pietre che compongono la superficie lunare.
Xavier De Kestelier, partner dello studio e responsabile del progetto, giustifica la scelta come per le costruzioni terrene in location particolari, dove difficoltà nei trasporti e nell’esecuzione di un cantiere portano a sfruttare al meglio le risorse disponibili in zona.
Inoltre, questa “materia prima spaziale” è da decenni oggetto di studi e i risultati emersi da questi test rendono agevole e preciso il calcolo dello spessore esatto che serve per la costruzione di una sicura base lunare.
La britannica Monolite ha fornito la stampante D-Shape per la realizzazione della struttura avvenuta in un ambiente con una pressione calibrata e ridotta. Il fondatore dell’azienda ha spiegato che per il prototipo è stata usata una roccia effusiva di origine vulcanica dell’Italia centrale, la cosa più simile alla crosta lunare.
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Questo materiale unito all’ossido di magnesio dà vita ad una specie di carta che viene poi trattata con una miscela salina che la rende un composto solido e resistente.
Le performances della stampante D-Shape sono state studiate dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa unitamente all’azienda spaziale italiana Alta. Allo stato attuale occorrono 60 minuti per realizzare due metri di struttura, ma presto si potranno ottenere 3 metri e mezzo nello stesso tempo.
L’agenzia spaziale europea fa sapere che questo progetto potrebbe servire per ulteriori escursioni nello spazio, come ad esempio Marte.
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