Euro sì euro no, compie 15 anni la moneta della discordia
Che piaccia o meno l’euro il 1° gennaio 2017 ha compiuto 15 anni dall’entrata in vigore. Prima in 12 Paesi oggi sono 28 i membri dell’Unione Europea ad avere l’euro come moneta. All’epoca fu accolto con grande entusiasmo, una moneta unica per l’Europa. Oggi sono in molti a non volerla più e chiedono a gran voce l’uscita.
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Ma tra la popolazione l’entusiasmo regge ancora. Per il 56% degli abitanti della Zona Euro, secondo un sondaggio della Commissione Europea, l’introduzione della moneta unica o è stato “un fattore positivo”. Per il restante 44% invece l’euro, scambiato con 1.936,27 lire, è stata la nostra rovina colpendo il nostro potere d’acquisto e provocando aumenti incontrollabili in tutti settori.
Ma entriamo nel merito degli aumenti in questi 15 anni. Partiamo dalle bollette. Secondo i dati Nens, la spesa annua per una famiglia-tipo per l’elettricità prima dell’euro era di 647 mila lire (circa 334 euro), mentre in questo inizio d’anno l’Autorità dell’Energia l’ha valutata 498 euro (+50% circa). Va un po meglio per quanto riguarda le tariffe del gas, salito del 16% a 1.022 euro.
E il nostro amato caffè al bar? La tazzina al banco è salita da 900 lire a 90 centesimi di euro. Incremento doppio anche per il Big Mac, da sempre utilizzato per monitorare i prezzi, passato da 4.900 lire a 4,20 euro.
Forti rincari anche per la benzina da 2.000 lire a 1,5 euro, per i quotidiani, passati da 1.500 lire a 1,5 euro, e per la pizza che è salita da 3,36 euro a 7,50, un vero e proprio salasso. Con questi prezzi come si fa a non rimpiangere la nostra amata Lira?
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Ma c’è un settore che non ha subito particolati rincari, è il settore dell’elettronica e della telefonia. Sempre secondo i dati Nens a inizio anni 2000 una TV al top di gamma costava oltre 6,5 milioni di lire, oggi siamo sui circa mille euro. Il miglior cellulare sul mercato è passato da due milioni a circa 8-900 euro. Insomma un’amara consolazione.
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