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Commissione Europea multa Apple e Meta per 700 milioni violando Digital Markets Act nuove sanzioni Europee

  • Redazione Assodigitale
  • 23 Aprile 2025
Commissione Europea multa Apple e Meta per 700 milioni violando Digital Markets Act nuove sanzioni Europee

Apple e Meta multate per violazioni del Digital Markets Act

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Apple e Meta sono state multate rispettivamente per 500 e 200 milioni di euro dalla Commissione Europea per aver violato norme fondamentali del Digital Markets Act (DMA), entrato in vigore nel 2024 con l’obiettivo di regolare il potere delle grandi piattaforme digitali e garantire una maggiore concorrenza nel mercato europeo. Queste sanzioni rappresentano la prima concreta applicazione delle regole volute dall’UE per contrastare pratiche restrittive e promuovere un ambiente digitale più equo per utenti e imprese.

Indice dei Contenuti:
  • Commissione Europea multa Apple e Meta per 700 milioni violando Digital Markets Act nuove sanzioni Europee
  • Apple e Meta multate per violazioni del Digital Markets Act
  • Le violazioni specifiche di Apple e Meta secondo la Commissione Europea
  • Reazioni delle aziende e impatti futuri sul mercato digitale europeo


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L’indagine, sviluppata a seguito di numerosi dialoghi e confronti con le due società, ha accertato gravi irregolarità che hanno limitato la libertà di scelta degli utenti e impedito la concorrenza efficiente nel mercato delle app e dei servizi digitali. Oltre alla componente pecuniaria, la Commissione ha imposto obblighi incisivi per la rimozione di tali restrizioni, sottolineando la necessità di un adeguamento rapido e totale da parte di Apple e Meta.

Le violazioni specifiche di Apple e Meta secondo la Commissione Europea

La Commissione Europea ha individuato violazioni concrete delle disposizioni del DMA da parte di Apple e Meta, focalizzandosi su pratiche che limitano la concorrenza e la libertà degli utenti nel mercato digitale. Nel caso di Apple, la violazione principale riguarda il divieto di “anti-steering”: la società ha impedito agli sviluppatori di app di informare liberamente i consumatori sulle alternative di acquisto al di fuori dell’App Store, usando restrizioni tecniche e contrattuali.

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Tali pratiche hanno ostacolato la possibilità per gli utenti di scegliere tra offerte potenzialmente più vantaggiose o meno costose, limitando la competizione e consolidando il ruolo dominante dell’App Store. La Commissione ha inoltre evidenziato che Apple non ha fornito motivazioni oggettive, né proporzionate, in grado di giustificare queste misure restrittive.

Per quanto riguarda Meta, la sanzione è scaturita dall’introduzione del modello “consenso o pagamento”, che obbligava gli utenti europei a scegliere tra concedere l’accesso combinato ai propri dati personali per pubblicità personalizzata o pagare un abbonamento mensile per usufruire dei servizi senza pubblicità. La Commissione ha rilevato che questa modalità non rispettava il DMA perché non offriva una terza opzione, ossia un servizio con un utilizzo limitato di dati, equivalente a quello con pubblicità personalizzata, e negava agli utenti il pieno esercizio del diritto di rifiutare il consenso.

Meta ha modificato successivamente il proprio modello pubblicitario, ma la multa copre il periodo in cui la violazione è stata effettiva, da marzo a novembre 2024. Inoltre, la Commissione ha escluso Facebook Marketplace dall’ambito di applicazione del DMA per aver registrato un numero di utenti business inferiore alla soglia minima prevista, superando così un requisito fondamentale definito per i soggetti “gatekeeper”.

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Reazioni delle aziende e impatti futuri sul mercato digitale europeo

Le **risposte di Apple e Meta** alle sanzioni della Commissione Europea hanno manifestato una netta insoddisfazione, sottolineando visioni divergenti rispetto all’interpretazione e all’applicazione delle nuove norme del Digital Markets Act. Apple ha annunciato la volontà di presentare ricorso, contestando che le misure imposte compromettono la sicurezza e la privacy degli utenti, elementi che l’azienda ritiene fondamentali e che sarebbero messi a rischio da un’apertura eccessiva degli ecosistemi di distribuzione delle app. Inoltre, Cupertino ha lamentato che le condizioni imposte ne penalizzerebbero la capacità di innovazione e di tutela della qualità dei propri prodotti, evidenziando come la cessione obbligatoria di certi asset tecnologici rappresenti un danno competitivo ingiustificato.

Meta, dal canto suo, ha definito le decisioni della Commissione come un “dazio miliardario” ingiustificato e ha accusato l’Unione Europea di applicare standard non uniformi tra le diverse grandi compagnie tecnologiche, denunciando una disparità di trattamento che favorirebbe concorrenti europei o cinesi a scapito delle aziende statunitensi. Meta ha inoltre sottolineato che le restrizioni imposte potrebbero costringere la società a offrire servizi di qualità inferiore, con impatti negativi sull’esperienza degli utenti.

La Commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha ribadito invece la fermezza della Commissione nel garantire mercati digitali più aperti e competitivi, segnando nelle sanzioni un «messaggio chiaro e inequivocabile» per i gatekeeper, e ha evidenziato la necessità di salvaguardare gli interessi dei consumatori europei e delle imprese che operano nel mercato digitale. Il contrasto tra le posizioni accentua le sfide normative nella fase di attuazione pratica del DMA, dove bilanciare innovazione, privacy e concorrenza rappresenta un nodo cruciale.

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Con l’imposizione delle multe e gli obblighi di conformità, la Commissione ha fissato un termine di 60 giorni per l’adeguamento delle pratiche di Apple e Meta. In assenza di un rapido adeguamento, sono previste sanzioni supplementari a carattere periodico, elevabili fino al 20% del fatturato globale annuo in caso di recidiva. Questo si traduce in un monitoraggio continuo e rigoroso dell’effettiva conformità al DMA, che modificherà in modo significativo le dinamiche di mercato e l’approccio delle grandi piattaforme nei confronti degli utenti e degli sviluppatori europei.

L’applicazione concreta di queste prime sanzioni segna un precedente importante per il mercato digitale europeo, anticipando possibili interventi analoghi su altri grandi operatori del settore e sottolineando l’impegno dell’UE a erodere gli ostacoli posti dai gatekeeper al libero sviluppo di un ecosistema digitale più equilibrato e competitivamente sostenibile. L’evoluzione normativa e le prossime mosse delle aziende saranno quindi determinanti per disegnare il futuro dell’economia digitale nell’Unione.


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