Commissione 104: evoluzione e nuovi membri nella composizione aggiornata del gruppo di lavoro

Composizione attuale e novità introdotte dalla riforma
La composizione della Commissione 104 ha subito un’importante trasformazione in seguito alla recente riforma legislativa, che ne ha ridefinito struttura e modalità operative per garantire una valutazione più omogenea e imparziale delle condizioni di disabilità. Fino ad oggi, la Commissione Medica Integrata era caratterizzata da una certa disomogeneità territoriale, con competenze frammentate tra ASL e INPS. La novità principale riguarda il progressivo passaggio di competenze dall’ASL all’INPS, che assumerà un ruolo esclusivo a partire dal 1° gennaio 2026.
Indice dei Contenuti:
Questo cambiamento si traduce nella sostituzione delle Commissioni Mediche Integrate con le nuove Unità di Valutazione di Base, esclusivamente istituite dall’INPS. Queste unità sono composte da un team multidisciplinare che include due medici nominati dall’INPS, un componente individuato secondo precise disposizioni normative e una figura professionale con competenze psicologiche o sociali. Il presidente della commissione è un medico specializzato in medicina legale, o in alternativa un medico con esperienza pluriennale nell’accertamento delle prestazioni INPS.
È inoltre prevista l’integrazione con rappresentanti di associazioni di riferimento per specifiche disabilità, come ANMIC, UICI, ENS e ANFFAS, al fine di garantire un approccio più inclusivo e rappresentativo. Nel caso di valutazioni riguardanti minori, almeno uno dei medici deve avere specializzazioni pediatriche o neuropsichiatriche infantili, sottolineando così l’attenzione verso le diverse esigenze in base alle tipologie di disabilità.
Ruolo centralizzato dell’INPS e nuove unità di valutazione
L’INPS assume un ruolo centrale nel processo di riconoscimento dell’invalidità civile, abolendo progressivamente le competenze delle ASL a partire dal 1° gennaio 2026. Questa riforma segna un cambio paradigmatico nell’organizzazione delle Commissioni Mediche Integrate che vengono sostituite dalle Unità di Valutazione di Base, strutture unificate e coordinate direttamente dall’INPS.
Le Unità di Valutazione di Base sono costituite da due medici nominati dall’INPS, un ulteriore componente designato secondo criteri normativi specifici e da un professionista con qualifiche psicologiche o sociali. La presidenza spetta a un medico specializzato in medicina legale o, in sua assenza, a un medico con esperienza consolidata in accertamenti INPS. È prevista inoltre la presenza obbligatoria di almeno uno specialista in medicina legale, medicina del lavoro o discipline affini, per assicurare rigore tecnico e uniformità nelle valutazioni.
Queste unità coinvolgono anche figure rappresentative delle principali associazioni di tutela delle persone con disabilità, come ANMIC, UICI, ENS e ANFFAS, scelte in base alla specificità della disabilità sotto esame. In situazioni che coinvolgono minori, la partecipazione di medici con specializzazioni pediatriche o neuropsichiatriche infantili è obbligatoria, evidenziando una maggiore attenzione alle caratteristiche cliniche e sociali del soggetto valutato.
Obiettivi della riforma e impatti per cittadini e famiglie
La riforma mira a realizzare un sistema di valutazione più equo, trasparente e coerente su tutto il territorio nazionale, con un impatto significativo per cittadini e famiglie. La centralizzazione presso l’INPS elimina le disparità regionali e favorisce un’uniformità di criteri basata sull’ICF, che considera non solo la patologia ma anche il contesto sociale e le limitazioni funzionali della persona. Questo approccio integrato consente una valutazione più aderente alla realtà quotidiana, riducendo margini di discrezionalità soggettiva e potenziali ingiustizie.
Dal punto di vista pratico, la digitalizzazione completa del procedimento garantirà tracciabilità e permetterà un monitoraggio costante delle attività delle Unità di Valutazione di Base. I cittadini potranno inoltre avvalersi del diritto di farsi assistere da un proprio medico o psicologo di fiducia durante il processo valutativo, aumentando così la trasparenza e la partecipazione.
La clausola di salvaguardia, valida fino al 31 dicembre 2026, assicura che chi ha già ottenuto benefici derivanti dalla Legge 104 o dall’invalidità civile non perda i diritti acquisiti, evitando discontinuità negli aiuti e tutelando i nuclei familiari in situazioni di fragilità.
In prospettiva, la riforma punta a un rafforzamento della collaborazione tra istituzioni, enti locali e servizi socio-sanitari, agevolando l’accesso ai sostegni e promuovendo il diritto all’autodeterminazione della persona disabile. Questo paradigma rappresenta un avanzamento importante per la tutela dei diritti e la piena inclusione delle persone con disabilità all’interno della società.
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