Come viaggiare tra Milano e Roma, narrazione estroversa di una viaggiatrice compulsiva
Milano – Roma, una tratta che ormai è più trafficata della tangeziale est. Sempre più persone tutti i giorni si muovono dal capoluogo meneghino alla capitale con vari mezzi, primo tra tutti i nuovi treni super veloci.
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La lotta è tra lo Stato e Luchetto nazionale a suon di minuti: io ci metto 2 ore e 59, lui 3 ore, e siccome la legge di Murphy è sempre in agguato ti verrà attribuito il posto rivolto dalla parte opposta del senso di marcia (insomma viaggi all’indietro per 3 ore).
Poi c’è l’aereo, ormai un pochino dimenticato anche per il check-in da fare 4 ore prima (se ti va bene) e le vichinghe Ryanair (essendo originaria di Bergamo ho viaggiato spesso da Orio al Serio e una volta stava per scoppiare la rissa) che sono pronte a flagellarti per un grammo in più nel bagaglio a mano. Un’altra faccenda devasta il mercato degli spostamenti aerei Roma – Milano: i liquidi nel bagaglio a mano, che devono essere in contenitori contenuti in un altro contenitore, e i contenitori contenuti nel contenitore non possono contenere più di un tot di contenuto. Lo so nemmeno io mio contengo.
La macchina non è nemmeno più lontanamente considerata quando si viaggia verso la capitale, un po’ per la benzina, un po’ per il tempo, un po’ per la guida, un po’ per tutto.
Ma la nostra società sempre più smart e veloce (strano che non abbiano chiamato un treno Smart Train!) no c’è più tempo di farsi traversate faraoniche in stile vacanze a Rimini 1965.
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Ci sono però dei dettagli che fanno smuovere il cuore come la voce del casellante e del navigatore, l’autogrill e la sua rustichella sempre fredda al centro, gli autovelox e i tutor (e inchiodare in mezzo alla strada come matti), Bologna e il suo traffico perenna (nemmeno alle 4 del mattino è vuota quella strada). Un po’ come i mitici viaggi di Aldo, Giovanni e Giacomo in “Tre uomini e una gamba”, o ancora meglio nei corti il mitico tragitto San Siro – Pizzo Calabro. Insomma in auto perdiamo tempo, ma si guadagna il cuore
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