Come usare Instagram senza giocarvi il posto di lavoro
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E’ successo a Wade Groom, commesso in un negozio Lacoste di New York City. E’ bastata una foto della propria busta paga postata su Instagram, per essere licenziato in tronco, con la motivazione di avere violato accordi e regole sulla riservatezza.
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Dopo questo, che è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi simili, è lecito domandarsi se sempre si ha idea delle conseguenze di gesti e affermazioni spesso impulsive, che consegniamo ai social network.
I social network e la comunicazione sul web sono diventati a tutti gli effetti una parte rilevante della nostra vita e come ci muoviamo online incide pesantemente sulle nostre relazioni affettive, ma anche su quelle economiche e lavorative.
Peccato che tutti ci offrono la possibilità di condividere e postare ovunque tutto quello che facciamo, ma in pochissimi e raramente ci parlano dei comportamenti che è bene assumere o non assumere in rete e soprattutto della conseguenze, che derivano da determinate condotte online.
Così fioccano gli imbarazzanti post in rete dei politici locali, che pur se scritti in un impeto di passionalità e violenza verbale sono ingiustificabili, anche secondo la più classica delle citazioni latine “verba volant scripta manent” e dunque li costringono inesorabilmente alle dimissioni.
Alzi la mano poi chi non posta con cinguetti solerti e particolareggiati ogni personale spostamento, imboccando con grazia disarmante i topi d’appartamento, che complici Twitter e Facebook trovano la strada spianata e la porta di casa, si fa per dire, spalancata.
Altro capitolo dolente quello delle relazioni affettive, dove capita spesso di vedere messi in piazza, anzi sui social beghe e litigi di cui nessuno vorrebbe essere spettatore, ma anche scenate di gelosia e comportamenti penalmente rilevanti come la diffamazione.
Stiamo imparando a usare questi strumenti e diamo per scontato che regole e best practice comportamentali siano note e chiare a tutti.
Vi ricordate il maestro Manzi che negli anni sessanta con l’avvento della televisione nelle case degli italiani insegnava a tutti a esprimersi e a comprendere quanto detto in un italiano corretto? Io spero che arrivi presto un maestro Manzi del web, che ci conduca con eleganza, ma anche in modo divertente nel mondo della comunicazione digitale e ci comunichi delle regole chiare di condotta, che poi sono delle regole di educazione, sensibilità e opportunità delle azioni, che nella vita virtuale e non solo non fanno mai male.
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