Come fare una buona comunicazione digitale: i consigli per le aziende di Piero Tagliapietra
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A 29 anni, con una laurea in semiotica conseguita a Bologna e un impiego presso il Cefriel (center of Excellence for Research, Innovation, Education and industrial Labs) del Politecnico di Milano, Piero Tagliapietra è già considerato uno dei massimi esperti di comunicazione digitale, a cominciare da quella che si sviluppa sui social media.
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Nel suo profilo Twitter si legge: “Vivo di comunicazione e cerco di capire come funzionano i social integrando marketing, semiotica, neuro e sociobiologia”. Ma sul suo blog avverte: comunicare stanca.
Come mai?
“E’ un’attività estremamente impegnativa. Soprattutto per le aziende che devono sfruttare la vetrina della Rete. Farlo non è elementare come potrebbe sembrare a prima vista”.
Ma qual è il segreto di una buona comunicazione digitale e social?
“Secondo me, si racchiude in due parole: consapevolezza e conoscenza. Per il resto, è vero che si usano strumenti nuovi. Ma le vecchie, care regole del buon marketing valgono sempre”.
Ultimamente, al centro dell’attenzione generale è finito il modo di difendersi dagli attacchi online che subiscono le aziende. Spesso anche dalle sottrazioni delle pagine. Che consiglio c’è da dare?
“Il consiglio è quello di investire in comunicazione in modo non occasionale nè superficiale, nonchè investire nella ricerca. Spesso, la complessità della comunicazione digitale sfugge a un occhio poco tecnico. Affrontando il tema-comunicazione come merita, con l’importanza primaria che riveste, ci si può, invece, affidare a persone capaci, in grado di garantire i risultati che si vogliono raggiungere. In più, sotto l’aspetto della difesa online, capire anche che bisogna agire responsabilizzando tutti i dipendenti dell’azienda rendendoli partecipi del fatto che sono loro i diretti interessati. E che, quindi, hanno bisogno di tutte le nozioni tecniche per essere all’altezza della situazione”.
Le prossime sfide di chi si occupa di comunicazione digitale?
“Io credo che ora stiamo vivendo il tempo della maturità per le modalità di gestione. Ma che è tempo di spostare il focus oltre che sulla misurazione, con le capacità di pianificazione, anche sui modelli di governance che, secondo me, devono coincidere con quelli di policy con modalità agili”.
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