Come combattere l’inquinamento atmosferico: a Pechino si affidano alla tecnologia italiana
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Sotto il cielo di Pechino, ci saranno dei laser made in Italy per certificare gli agenti inquinanti che lo rendono uno dei più inquinati al mondo. Ormai, nemmeno il regime rosso non può più nasconderlo.
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Sulla capitale cinese, sempre più spesso, si concentrano delle vere e proprie nubi tossiche. E ora, è venuto il momento di analizzarle per cominciare ad intraprendere le politiche giuste per eliminarle.
Dopo il primo prototipo, in seguito all’accordo italo-cinese fra il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze Fisiche della Materia (Cnism) e l’Istituto di Ricerca in Telemetria di Pechino (Brit), sono stati ordinati altri laser.
I Lidar, questo è il loro nome tecnico che sta per Laser Imaging Detection and Ranging) sono stati progettati a Napoli, dall’università Federico II, mentre a costruire una delle loro principali componenti, la sorgente laser, è l’azienda Bright Solutions di Pavia.
Misurando le caratteristiche della luce riflessa da polveri, inquinanti, sabbia, ceneri, si ha l’identikit delle particelle presenti nell’atmosfera. Misurando, invece, il tempo di viaggio degli impulsi è possibile risalire all’altezza alla quale si trovano le particelle.
A quel punto, non resterà che eliminarle. Ma questo sarà un problema che affronteranno le autorità di Pechino.
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