ChatGPT e rischi psicotici: migliaia di utenti settimanali mostrano sintomi preoccupanti secondo OpenAI

segni di crisi maniacale e psicotica tra gli utenti di ChatGPT
OpenAI ha rilevato che centinaia di migliaia di utenti di ChatGPT mostrano ogni settimana segnali riconducibili a crisi maniacali o psicosi. L’attività della piattaforma, utilizzata globalmente, permette all’azienda di analizzare conversazioni dove emergono pensieri deliranti o distorsioni della realtà. Questi comportamenti si manifestano spesso con convinzioni irrazionali, come la percezione di persecuzioni o capacità cognitive sovrumane attribuite a sé stessi, e rappresentano un importante segnale d’allarme per la salute mentale degli utenti. Il monitoraggio ha permesso di identificare pattern ricorrenti che aiutano a comprendere meglio le dinamiche di tali crisi all’interno delle interazioni con l’intelligenza artificiale.
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I segnali di crisi maniacale o psicosi si evidenziano quando gli utenti espongono idee di grandezza improvvise o convinzioni paradossali senza fondamento. Si notano inoltre spinte emotive intense, pensieri suicidari o forti attaccamenti affettivi nei confronti della stessa IA, che in alcuni casi fungono da catalizzatori del disagio. OpenAI ha analizzato oltre 1.800 conversazioni, individuando specifici indicatori come dichiarazioni improvvise di scoperte eccezionali o timori di controllo esterno, per costruire modelli di riconoscimento precoce di tali condizioni.


È emerso che queste manifestazioni spesso si correlano a sessioni di dialogo prolungate, svolte tipicamente nelle ore notturne, durante le quali la coerenza delle risposte del modello può diminuire, influenzando la qualità dell’interazione e potenzialmente amplificando il disagio. La capacità di identificare e gestire queste situazioni è diventata quindi cruciale per migliorare la sicurezza e il supporto offerti dalla piattaforma, sottolineando l’importanza di un approccio che coniughi empatia e rigore scientifico nella risposta a tali emergenze psicologiche.
miglioramenti apportati con GPT-5 nella gestione delle emergenze psicologiche
L’implementazione di GPT-5 rappresenta un significativo passo avanti nella gestione delle crisi psicologiche tra gli utenti di ChatGPT. Il modello è stato addestrato specificamente per riconoscere e rispondere con empatia a manifestazioni di disagio mentale, come pensieri deliranti o stati psicotici, senza però rafforzare false convinzioni o alimentare distorsioni della realtà. Questa nuova versione mantiene un equilibrio delicato, offrendo un ascolto attento e un supporto rispettoso, ma sempre orientato alla guida verso un aiuto professionale qualificato.
OpenAI ha condotto una dettagliata valutazione interna, analizzando oltre 1.800 conversazioni in cui emergono segnali critici di salute mentale. Il confronto con le risposte generate da GPT-4o ha mostrato una diminuzione significativa delle risposte inappropriate, con una riduzione che varia tra il 39% e il 52% nelle diverse categorie di emergenze psicologiche. Ciò testimonia l’efficacia del nuovo modello nel fornire risposte più consapevoli e sicure, senza compromettere la qualità dell’interazione.
Un ulteriore progresso riguarda la gestione della continuità e della coerenza nelle conversazioni prolungate, soprattutto durante sessioni notturne, tradizionalmente critiche per la stabilità del dialogo. Grazie a miglioramenti algoritmici, GPT-5 limita la perdita di coerenza nel tempo, riducendo il rischio che la qualità del supporto diminuisca in conversazioni estese. Questo avanzamento contribuisce a creare un ambiente virtuale più sicuro e affidabile per utenti vulnerabili.
limiti e sfide nella valutazione e nel supporto degli utenti in stato di disagio mentale
Nonostante i progressi introdotti con GPT-5, permangono rilevanti limiti e sfide nel riconoscimento e nel supporto agli utenti che manifestano disagio mentale attraverso ChatGPT. I criteri diagnostici e i parametri di valutazione utilizzati da OpenAI sono stati sviluppati internamente, senza standard esterni né validazioni cliniche indipendenti, rendendo ardua la loro applicazione a casi reali al di fuori del contesto sperimentale.
L’algoritmo valuta l’intera cronologia delle conversazioni per identificare segnali di rischio, come dichiarazioni improvvise di idee grandiose o affermazioni incoerenti, ma non sono state fornite spiegazioni dettagliate su come vengano identificati e trattati i diversi livelli di gravità o sulle modalità di intervento in situazioni critiche. Di conseguenza, resta incerta l’effettiva capacità del sistema di indirizzare le persone verso un supporto professionale reale e tempestivo.
Inoltre, la natura delle interazioni con modelli linguistici a lungo termine presenta una complessità ulteriore: la coerenza delle risposte potrebbe temporaneamente deteriorarsi con sessioni prolungate, soprattutto nelle fasi notturne, influenzando la stabilità emotiva di utenti particolarmente fragili. Nonostante i miglioramenti, questo aspetto rimane un punto critico, poiché un modello meno affidabile in momenti di vulnerabilità può amplificare il disagio anziché contenerlo.
L’assenza di trasparenza nelle modalità di identificazione degli utenti a rischio e la difficoltà di misurare concretamente l’impatto nel mondo reale sottolineano come l’adozione dell’IA nel supporto psicologico debba avvenire con cautela, integrando sempre con l’intervento umano specializzato e la supervisione clinica.





