Chatbot AI come strumenti di diffusione della propaganda russa nel digitale

La diffusione della propaganda russa nei chatbot AI
La crescente diffusione della propaganda russa attraverso chatbot di intelligenza artificiale solleva preoccupazioni significative riguardo l’influenza delle informazioni manipolate. Secondo un’analisi approfondita condotta da NewsGuard, si stima che solo nel 2024, la rete di disinformazione conosciuta come Pravda abbia generato la straordinaria cifra di 3,6 milioni di articoli, tutti progettati per distorcere la verità a favore degli interessi del Cremlino. Questa strategia non solo mira a propagare narrazioni in favore del regime russo, ma cerca anche di infiltrarsi nei sistemi di intelligenza artificiale, influenzando le risposte generate dai chatbot. L’ex vice-sceriffo della contea della Florida, John Mark Dougan, ha descritto queste manovre come un modo per “cambiare l’IA mondiale”, indicando un’operazione pianificata per guidare le opinioni globali in una direzione favorevole alla Russia. Questo scenario evidenzia l’importanza di monitorare l’impatto della disinformazione sulle tecnologie emergenti.
La rete Pravda e la sua strategia di disinformazione
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La rete Pravda, emersa nell’aprile del 2022 insieme all’invasione russa dell’Ucraina, ha sviluppato una metodologia innovativa e subdola nella diffusione della disinformazione. Questo network, noto anche come Portal Kombat, non crea semplicemente notizie false, ma si dedica al “riciclaggio della propaganda” con l’obiettivo di amplificare le narrazioni del Cremlino. La sua strategia implica la raccolta e la diffusione di informazioni provenienti da media statali russi e figure pro-Cremlino, presentandole come dati credibili. Questo approccio differisce dalla tradizionale creazione di notizie inventate, poiché mira a consolidare la fiducia degli utenti nei contenuti, facilitando la loro integrazione nei sistemi di intelligenza artificiale.
Per raggiungere questo scopo, la rete Pravda traduce e distribuisce le proprie affermazioni in numerose lingue, garantendo una capillare presenza globale. Questa tattica ha dimostrato di essere estremamente efficace, come indicano i dati di NewsGuard, i quali evidenziano come i principali modelli di chatbot AI – tra cui ChatGPT e Meta AI – ripetano tali disinformazioni in circa un terzo delle interazioni con gli utenti. La capacità della rete Pravda di infiltrarsi nei suoi modelli AI suggerisce una nuova era di propaganda digitale, dove l’obiettivo è plasmare le opinioni pubbliche a livello mondiale attraverso un controllo subdolo delle informazioni.
L’impatto sui modelli di intelligenza artificiale
I chatbot di intelligenza artificiale, ora funzionanti come strumenti di interazione quotidiana, hanno mostrato una vulnerabilità preoccupante nei confronti della disinformazione veicolata dalla rete Pravda. Fino ad oggi, i risultati dell’analisi condotta da NewsGuard evidenziano una correlazione allarmante tra le risposte generate da dieci tra i chatbot più rinomati e la narrativa propagandistica russa. Ogni volta che gli utenti si avvalgono di questi sistemi per cercare informazioni, è altamente probabile che le risposte contengano messaggi distorti. Secondo i dati, i chatbot hanno ripetuto affermazioni ingannevoli della rete Pravda in oltre un terzo delle loro interazioni. Questo fenomeno non solo mostra l’infiltrazione subdola delle fonti disinformative nei processi di apprendimento delle AI, ma rappresenta anche una sfida significativa nella lotta contro la disinformazione.
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La situazione diventa ancora più complessa quando si considera che alcuni modelli di chatbot, per esempio, hanno citato direttamente articoli di Pravda come fonti per le loro affermazioni. Ciò ha portato a risposte fuorvianti, alimentando ulteriormente l’ecosistema della disinformazione. Un esempio lampante è quando a un chatbot è stata posta la domanda sui divieti imposti da Zelensky riguardo al social network Truth. La risposta fornita conteneva informazioni errate, contribuendo a diffondere la narrativa pro-Cremlino. Si evidenzia quindi come la rete Pravda non solo abbia saturato i contenuti di formazione per i modelli di intelligenza artificiale, ma abbia anche alterato il modo in cui l’IA percepisce e genera informazioni, influenzando potenzialmente le opinioni degli utenti.
Le conseguenze per gli utenti e la società
Le conseguenze dell’infiltrazione della propaganda russa nei chatbot AI non sono soltanto tecniche, ma rivestono un’importanza cruciale per l’intera società. L’utilizzo di contenuti manipolati, provenienti dalla rete di disinformazione Pravda, ha il potenziale di alterare la percezione pubblica su eventi geopolitici e questioni di rilevanza globale. Gli utenti, fidandosi dei chatbot per ottenere informazioni affidabili, possono infatti essere esposti a narrazioni fuorvianti senza rendersene conto. Questo fenomeno non riguarda solo la diffusione di notizie false, ma si traduce in una vera e propria manipolazione delle opinioni, creando una società polarizzata e mal informata.
In aggiunta, l’automatizzazione delle risposte potrebbe alimentare un ciclo vizioso di disinformazione. Man mano che i chatbot continuano a ripetere informazioni distorte, cresce il rischio che tali dati diventino “verità” consolidate nel discorso pubblico. Effetti di questo tipo possono portare a una diminuzione della fiducia nei media tradizionali, generando sfiducia anche in fonti verificate. La sfida è, quindi, quella di riconoscere e contrastare queste dinamiche, introducendo misure di verifica e responsabilizzazione adeguate per arginare l’epidemia di disinformazione alimentata dai bot, prima che diventi endemica nel tessuto sociale.
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