Chat Control ottobre 2025 nuovi controlli europei su chat e email dei cittadini

Il ritorno di Chat Control e la presidenza danese
Il 1° luglio 2025 la Danimarca ha assunto la Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, riportando al centro dell’agenda politica una delle proposte legislative più dibattute e controverse degli ultimi anni: il regolamento sul rilevamento del materiale pedopornografico online, noto come Chat Control. Questa iniziativa punta ad imporre obblighi estesi ai servizi di messaggistica, inclusi quelli che utilizzano la crittografia end-to-end, affinché effettuino scanning automatico dei contenuti privati degli utenti mediante tecniche di analisi locale sul dispositivo (client-side scanning).
Indice dei Contenuti:
La Presidenza danese manifestò l’intenzione di intensificare gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine per contrastare la diffusione di contenuti illegali, in particolare la pedopornografia, con un approccio digitale ritenuto però che deve mantenere un equilibrio tra sicurezza e tutela della privacy. A questo scopo, Copenaghen ha fissato l’obiettivo di far avanzare il testo legislativo entro il 14 ottobre 2025, tentando di superare le resistenze incontrate dalle precedenti presidenze europee, come quella polacca e belga, che si erano confrontate con limiti e bocciature dovute a contenuti troppo coercitivi o a formule considerate insufficienti.
Il rilancio di Chat Control rappresenta quindi una corsa contro il tempo in vista della scadenza prefissata, con l’intento di trovare un compromesso che consenta una maggioranza qualificata in Consiglio. La Danimarca, forte di una piattaforma programmatica chiara, sottolinea la necessità di un’azione decisa per adattare le normative alla realtà digitale in rapida evoluzione, puntando a una soluzione efficace contro i crimini gravi online, ma senza ignorare i potenziali rischi legati all’abuso di tecnologie intrusive.
Le preoccupazioni sulla privacy e la crittografia
La proposta Chat Control solleva dubbi profondi riguardo alla tutela della privacy e alla sicurezza delle comunicazioni cifrate. L’obbligo di eseguire uno scanning automatico, anche su messaggi protetti da crittografia end-to-end, rappresenta un potenziale superamento di uno dei principi fondamentali della sicurezza digitale, ovvero garantire che solo mittente e destinatario possano accedere ai contenuti trasmessi.
Le applicazioni di messaggistica come Signal, WhatsApp e i servizi email cifrati, costruiscono la loro affidabilità proprio su questa base. L’introduzione del client-side scanning implica analisi preventive direttamente sul dispositivo, prima della cifratura, configurandosi di fatto come una backdoor di sorveglianza controllata a livello governativo.
Questa soluzione ha suscitato la ferma critica di giuristi, esperti di sicurezza informatica e difensori dei diritti digitali, che vedono nel meccanismo un rischio di sorveglianza di massa e un potenziale abuso della privacy di oltre 500 milioni di cittadini europei. Inoltre, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è già espressa contro qualsiasi intervento che possa indebolire la crittografia, sancendo il principio che gli Stati non possono legalmente aggirare questi meccanismi di sicurezza.
Esiste altresì la preoccupazione che la scansione automatizzata possa produrre falsi positivi, con implicazioni gravi per gli utenti ingiustamente segnalati, accentuando un clima di diffidenza generalizzata e delegittimando il rispetto dei diritti individuali. L’equilibrio fra tutela dei minori e salvaguardia dei diritti civili si conferma, quindi, estremamente fragile e complesso da gestire nel contesto delle nuove tecnologie digitali.
Le implicazioni future per la sicurezza digitale europea
L’introduzione di Chat Control segna un punto di svolta controverso nel panorama della sicurezza digitale in Europa, aprendo scenari che vanno ben oltre la semplice lotta contro il materiale pedopornografico online. Se da un lato la proposta mira a rafforzare gli strumenti investigativi delle autorità, dall’altro solleva questioni cruciali riguardo alla resilienza e all’integrità delle misure di cifratura end-to-end che costituiscono una barriera fondamentale contro intrusioni non autorizzate.
L’adozione generalizzata del client-side scanning comporterebbe l’implementazione di tecnologie di sorveglianza preventiva su scala continentale, trasformando tutti gli apparecchi degli utenti in potenziali punti di controllo con pesanti ripercussioni sul piano della privacy e della sicurezza informatica. Tale sistema, inoltre, rischia di esporre i dati a nuove vulnerabilità, aumentando la superficie d’attacco per potenziali abusi o manomissioni, sebbene formalmente autorizzati e regolamentati.
Accanto a ciò, la recente strategia ProtectEU, annunciata dalla Commissione Europea, indica una direzione chiara verso una decifrabilità forzata entro il 2030, rivelando un progetto più ampio volto a circoscrivere le difese crittografiche attualmente in uso. Questo approccio pone solidi interrogativi sulla capacità degli Stati membri di conciliare sicurezza e libertà personali nel contesto digitale, generando un dibattito serrato sui limiti del controllo governativo e sulla necessità di garantire diritti fondamentali senza compromettere la sicurezza collettiva.
Le future evoluzioni normative potrebbero ridefinire profondamente il rapporto tra cittadini, tecnologie di comunicazione e autorità pubbliche, con impatti che interesseranno sia gli strumenti di privacy individuale sia le strategie di contrasto alla criminalità online, con conseguenze potenzialmente durature per l’ecosistema digitale europeo.
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