Charlie Kirk e la controversia online sui siti che esaltano la sua morte

Impatto e minacce per le persone segnalate
Charlie’s Murderers ha generato un impatto immediato e inquietante sulle persone elencate, suscitando timori concreti per la propria sicurezza personale. Tra i casi più emblematici emerge quello della giornalista Anna Gilmore, la quale ha raccontato di aver ricevuto numerose minacce di morte e violenza sessuale dopo essere stata inclusa nel sito. Le minacce, documentate tramite screenshot di email e messaggi diretti, comprendono avvertimenti sul luogo di residenza, con inviti espliciti a subire aggressioni. Questo clima di intimidazione ha avuto un effetto paralizzante sulle vittime, che vivono un costante stato di apprensione e paura.
Indice dei Contenuti:
Ad oggi, molte delle persone segnalate lamentano una totale assenza di tutele e, nonostante la gravità delle intimidazioni, alcune come Gilmore non hanno ancora formalizzato denunce alle autorità, forse per timore di ulteriori ritorsioni. Il sito, lanciato da pochi giorni, ospita già decine di profili con dati personali dettagliati, esponendo i soggetti coinvolti a rischi concreti derivanti da un uso massiccio e indiscriminato delle informazioni raccolte.
Funzionamento e modalità di raccolta delle segnalazioni
Il portale Charlie’s Murderers opera come un archivio digitale in cui vengono raccolte e pubblicate segnalazioni relative a persone accusate di aver manifestato gioia o compiacimento per la morte di Charlie Kirk. Il meccanismo di raccolta si basa principalmente su contributi esterni: chiunque può inviare via email i dati anagrafici completi dei presunti violatori, insieme a informazioni riguardanti la loro posizione lavorativa e screenshot estratti da post sui social media ritenuti offensivi o provocatori. Tale approccio permette di accumulare una grande mole di dati, che, secondo i gestori anonimi del sito, saranno controllati e caricati progressivamente.
In una sezione recentemente aggiunta, il sito specifica la volontà di non configurarsi come un banale spazio di doxxing, ma piuttosto come un aggregatore di informazioni pubbliche, dichiarandosi un progetto a favore della «educazione pubblica». A tal fine, è prevista l’implementazione di una funzione di ricerca che faciliterà l’accesso alle schede personali raccolte. La struttura del portale richiama servizi di archiviazione online come archive.org, puntando a conservare in modo permanente e consultabile tutto il materiale raccolto, che attualmente supera una quarantina di profili con relative informazioni dettagliate.
Dichiarazioni dei gestori e finalità del sito
I gestori di Charlie’s Murderers sostengono che il sito sia un progetto di raccolta e archiviazione di informazioni pubbliche, finalizzato a documentare casi di individui che in qualche modo promuovono o celebrano la violenza politica. Nel comunicato presente sulla piattaforma, viene sottolineato il netto rigetto di ogni forma di violenza e attività criminale, con la dichiarazione esplicita di condanna verso tali comportamenti. Il portale si configura quindi come un archivio digitale permanente, paragonato a servizi noti come archive.org, il cui scopo sarebbe quello di fornire un servizio di educazione e consapevolezza pubblica.
Pur affermando di non alimentare pratiche di doxxing, i gestori invitano comunque gli utenti a collaborare tramite l’invio di informazioni dettagliate su potenziali bersagli, incluse coordinate personali e lavorative, con evidenze estratte da social network. Questa modalità di raccolta dati viene giustificata come necessaria per garantire la completezza e la correttezza delle informazioni pubblicate. Negli scambi con la stampa, il team anonimo ha mostrato disponibilità iniziale a dialogare, ma in seguito ha interrotto ogni comunicazione, mantenendo un basso profilo e restando nell’anonimato. L’intento dichiarato si concentra dunque su un’attività di vigilanza civile, pur sollevando dubbi e preoccupazioni sulla trasparenza e sulle implicazioni etiche e legali di un simile archivio pubblico.
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