Cercare notizie su se stessi, la reputazione sul web si scova con l’egosurfer
Nell’era dei social network e della Rete, è diventata irresistibile la tentazione di sapere cosa gli altri pensano di noi. Nel gergo di Internet, questa pratica si chiama “egosurfer”: navigare alla ricerca di notizie su stessi.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Il Corriere della Sera in edicola oggi informa di una ricerca made in Usa secondo la quale, ormai, un navigatore su due scrive il proprio nome sulla casella delle ricerche di Google – tanto per citare un motore di ricerca – incrocia, presumibilmente, le dita, e si mette a scovare cosa gli altri dicono di se stesso.
La ricerca è stata condotta dal Pew Research Center nel 2012 e ha constatato che i più narcisi sono i ragazzi (con una cultura medio-alta) che hanno tra i 18 e i 29 anni. Ben il 64% di chi appartiene a questa fascia statistica ha cercato almeno una volta qualcosa di se stesso nel mare magnum della Rete. Tra i 30 e i 49 anni, invece, la percentuale dei ‘narcisi’ scende al 58%. Come mai? Molto probabilmente, perchè gli utenti di questa fascia sono più spinti a ricercare notizie su figli e nipoti, tant’è che il 24% non si fa scrupoli a scovare qualche loro notizia anche sbirciando sui profili Facebook e Twitter.
Ultima curiosità: il 66% di chi è alla ricerca di notizie personali su Internet ha un reddito ragguardevole (dai 75mila dollari in su). Per loro, c’è una buona possibilità di rifarsi una verginità digitale: affidarsi a un esperto costa ‘solo’ 10 mila euro.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.