Calo della attività sessuali tra i giovani: da cosa dipende e come curarla con successo
Tlon: «Che cosa succede quando i ragazzi smettono di desiderare?»
Nel panorama giovanile attuale, assistiamo a un aumento preoccupante delle dipendenze, che si manifestano in forme che spaziano dall’abuso di sostanze all’uso incontrollato della tecnologia. Le statistiche rivelano come nel nostro paese il 12% degli adolescenti ha fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica nel corso della propria vita, con una significativa disparità tra il genere maschile e quello femminile: solamente il 7% dei ragazzi, rispetto al 17% delle ragazze, ha intrapreso tale pratica. Questi farmaci, spesso reperiti in casa o attraverso canali non ufficiali, evidenziano un problema di fondo: l’incapacità di distinguere tra comportamento sano e patologico, sia da parte dei giovani stessi che degli adulti che li circondano.
Le dipendenze non si limitano solamente agli psicofarmaci, ma si estendono anche a forme più insidiose di «consumo» emozionale e fisico. L’uso compulsivo di internet e l’esercizio fisico eccessivo, ad esempio, si rivelano comportamenti comuni che possono replicare i meccanismi psicologici alla base dell’abuso di sostanze. Laura Pigozzi in L’età dello sballo (Rizzoli, 2024) sottolinea un aspetto cruciale di questa dinamica, evidenziando come la pressione sociale ad ottenere gratificazione immediata sia radicata in un sistema capitalistico che promette felicità, ma che, in realtà, genera solo frustrazione e stanchezza. Questo conduce a un circolo vizioso dove, anche dopo aver provato brevi momenti di soddisfazione, ci si ritrova a cercare quella stessa sensazione, il che può tradursi in comportamenti autodistruttivi.
La nozione di «circuito della ricompensa» diventa quindi centrale in questa discussione: si tratta di un sistema evolutivo volto a garantire la nostra sopravvivenza, che tuttavia, nelle circostanze moderne, può comportare effetti collaterali dannosi, trasformandosi in un sabotatore della felicità. Questo complesso meccanismo spiega perché si finisce per tornare a riempire il frigorifero per uno snack o a scorrere Instagram fino a tarda notte, senza un reale appagamento.
Il contesto giovanile è ulteriormente complicato dalla crescente diserzione del senso, del lavoro e della sessualità: ricerche recenti indicano un netto calo dell’attività sessuale tra le nuove generazioni. Rispetto alla generazione precedente, i giovani mostrano un ritardo nell’età del primo rapporto sessuale. Un’indagine su più di 4.000 americani dal 2009 al 2018 ha rivelato un aumento significativo di adolescenti che dichiarano di non avere esperienze sessuali, tanto di coppia quanto individuali. Per i ragazzi, la percentuale è salita dal 28,8% al 44,2%, mentre per le ragazze le cifre sono passate dal 49,5% al 74%.
In questo contesto, il desiderio, che dovrebbe essere un impulso naturale e vitale, rischia di diventare un ecosistema compromesso, dove le gratificazioni immediate non colmano il profondo bisogno di connessione e soddisfazione autentica. Diventa cruciale interrogarsi sulle ragioni sottostanti a questo fenomeno e su come la società e gli adulti possano intervenire per ripristinare un senso di desiderio sano e duraturo tra i giovani.
Crescita delle dipendenze tra i giovani
Il fenomeno delle dipendenze tra i giovani sta assumendo dimensioni allarmanti, in parte alimentato da un contesto socio-culturale dove l’accessibilità a sostanze anche pericolose è in continuo aumento. In Italia, la crescente diffusione dell’uso di psicofarmaci è un campanello d’allarme. Le statistiche parlano chiaro: il 12% degli adolescenti ha fatto uso di questi farmaci senza prescrizione, con una disparità di genere significativa; il 7% dei ragazzi contro il 17% delle ragazze. Ciò mette in luz la difficoltà di riconoscere comportamenti potenzialmente patologici, suggerendo che molti giovani non conoscano i pericoli associati a tali scelte. L’assenza di un dialogo aperto e informativo da parte degli adulti contribuisce a questo fenomeno, lasciando i ragazzi frequentemente alla mercé di influenze esterne e di una pressione sociale costante.
Ma le dipendenze non si trovano unicamente nell’ambito dell’uso di sostanze. Comportamenti apparentemente innocui, come l’uso compulsivo di internet o l’esercizio fisico eccessivo, rivelano dinamiche psicologiche simili a quelle dell’abuso di sostanze. Questo porta a una ricerca di gratificazione immediata che si traduce in dipendenze difficili da gestire e da riconoscere. Laura Pigozzi in L’età dello sballo (Rizzoli, 2024) mette in evidenza come il modello della società capitalista, che spinge verso il godimento e la soddisfazione instantanea, possa trasformarsi in un vero e proprio saboltore della felicità. Gli adolescenti trovano rifugio in queste attivita per cercare di alleviare una sensazione di vuoto che, col passare del tempo, genera frustrazione e delusione, creando un ciclo vizioso da cui è difficile uscire.
Il “circuito della ricompensa” si rivela quindi centrale nella comprensione di queste dinamiche: progettato per promuovere la nostra sopravvivenza, in contesti moderni può condurre a comportamenti autodistruttivi e a una ricerca incessante di gratificazione. Questo spiega perché gli adolescenti ritornano a muoversi verso comportamenti compulsivi, come mangiare in modo eccessivo o passare nottate a scorrere i social media, senza mai raggiungere una vera soddisfazione.
La sfida si amplifica quando si considera l’assenza di desiderio autentico tra le nuove generazioni. Gli adolescenti sembrano sempre più disertare esperienze di connessione e soddisfazione interpersonale, lasciando emergere una disperata ricerca di gratificazione immediata che, in ultima istanza, non fa altro che acutizzare il senso di isolamento e alienazione. Questo scenario complesso richiede una riflessione seria sul ruolo degli adulti e delle strutture sociali nel sostenere i giovani verso modalità di desiderio più sane e autentiche.
Il circuiti della ricompensa nella società moderna
Il contesto attuale è caratterizzato da un’impressionante pressione a ottenere gratificazioni immediata, generata non solo dal ritmo frenetico della vita moderna, ma anche dalla società dei consumi che ci circonda. Questo fenomeno è strettamente collegato al “circuito della ricompensa”, un meccanismo psicologico che ha radici evolutive profonde, pensato per incentivare comportamenti fondamentali per la nostra sopravvivenza. Ogni volta che soddisfiamo un bisogno, si attiva un rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che genera sensazioni di piacere e gioia. In teoria, questo dovrebbe motivarci a ripetere comportamenti positivi, ma nella pratica, il sistema può diventare un’arma a doppio taglio.
In un ambiente dove il consumo di beni e servizi è ostentato come il principale veicolo di felicità, il circuito della ricompensa tende a sovraccaricarsi. La costante esposizione a stimoli che provocano gratificazione immediata crea una sorta di assuefazione, riducendo il piacere associato a esperienze che un tempo erano considerate appaganti. Gli adolescenti, vivendo nel pieno di questa realtà, si ritrovano spesso intrappolati in un ciclo di ricerca di soddisfazioni istantanee: dai binge del binge-watching alle ore passate sui social media, fino all’uso di sostanze. La gratificazione vorace di questi stimoli porta rapidamente a un crollo del mood, generando la necessità di cercare nuove fonti di stimolo, mantenendo così viva la spirale della dipendenza.
Un altro aspetto critico riguarda il modo in cui questa ricerca di gratificazione immediata influisce sul lungo periodo. Come evidenziato da Laura Pigozzi, la speranza di ottenere una soddisfazione duratura si trasforma in una trappola: l’eccitazione iniziale si esaurisce rapidamente, lasciando il posto a un vuoto che spinge verso un’ulteriore ricerca di piacere, con effetti collaterali profondi. Non solo questo comportamento alimenta frustrazione, ma spegne anche il desiderio, lasciando gli individui in uno stato di apatia e disillusione.
In tal senso, il contesto microsociale e macrosociale contribuisce a questo fenomeno. La mancanza di dialogo aperto e accogliente tra giovani e adulti riguardo ai difficili temi della soddisfazione e del desiderio reale segnala una frattura intergenerazionale. Se non affrontati, questi temi possono portare a una crescente alienazione e a una diserzione dell’interesse verso esperienze relazionali genuine, essenziali per una crescita armoniosa. La felicità non può essere acquistata o ottenuta tramite scorciatoie; richiede un investimento emotivo, relazionale e di consapevolezza.
Il “circuito della ricompensa”, nato per promuovere la nostra esistenza, si sta rivelando sempre più un meccanismo complesso che, se non ben gestito, può diventare un vero e proprio sabotatore del nostro benessere. È fondamentale, quindi, sviluppare un’intelligenza emotiva che possa trasformare questa dinamica in uno strumento per una forma di desiderio più autentica e sostenibile.
Calo dell’attività sessuale tra le nuove generazioni
Negli ultimi anni, si è assistito a un significativo cambiamento nelle dinamiche relazionali tra i giovani, in particolare riguardo all’attività sessuale. Le statistiche dimostrano un chiaro trend in diminuzione, con una frenata apparente rispetto alle generazioni precedenti. Risultati di uno studio condotto su oltre 4.000 adolescenti americani tra il 2009 e il 2018 rivelano cifre allarmanti: tra i ragazzi, la percentuale di coloro che non hanno mai avuto esperienze sessuali è aumentata dal 28,8% al 44,2%, mentre per le ragazze il dato è passato dal 49,5% al 74%. Questo fenomeno offre uno spaccato inquietante della cultura giovanile contemporanea, indicando che i giovani sembrano ritirarsi progressivamente dall’esplorazione della propria sessualità.
Molti analisti suggeriscono che questa diserzione nella sfera sessuale sia il risultato di un contesto socio-culturale complesso, dove la tecnologia e le interazioni digitali fanno da padroni. La continua disponibilità di contenuti sessualmente espliciti online ha trasformato il modo in cui i giovani percepiscono e vivono la sessualità, portando a una sorta di disaffezione rispetto all’esperienza diretta. L’aumento di piattaforme di incontri e conversazioni virtuali ha diminuito l’importanza della connessione fisica, portando a relazioni più superficiali e a una maggior difficoltà nel costruire legami intimi e significativi.
Inoltre, la percezione del sesso sta evolvendo: anziché vedere l’attività sessuale come una fase naturale di crescita e formazione, molti adolescenti sembrano approcciarsi ad essa con ansia e paure legate a temi di consenso, salute e aspettative sociali. Questo porta a un senso di incertezza che può contribuire al ritardo nell’iniziare rapporti sessuali. Laura Pigozzi evidenzia che il desiderio, elemento vitale per la connessione umana, è frequentemente ostacolato dall’ideale irrealistico delle gratificazioni immediate, anche sulle tematiche più profonde e intime.
La questione assume una dimensione ancora più complessa se si considera che il calo dell’attività sessuale potrebbe essere indice di una più ampia crisi della connessione interpersonale. I giovani sembrano sempre più apatici o disinteressati nell’impegnarsi in relazioni a lungo termine, favorendo interazioni temporanee piuttosto che investire in legami emotivi. Le relazioni superficiali, spesso intermediati da dispositivi digitali, rischiano di non colmare il bisogno umano di connessione e affetto, contribuendo alla sensazione di isolamento.
Questo scenario non può essere ignorato, poiché potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sul benessere psico-emotivo dei giovani. La mancanza di esperienze sessuali soddisfacenti e di relazioni significative potrebbe influenzare non solo la loro percezione di sé, ma anche la loro capacità di vivere relazioni autentiche in età adulta. Urge una riflessione profonda su come gli adulti e le strutture sociali possano supportare i giovani nel costruire un rapporto sano e soddisfacente con la propria sessualità, radicandolo in esperienze autentiche e significative invece che in consumi superficiali e fugaci.
Il ruolo degli adulti e della società nel desiderio
Il ruolo degli adulti in questo contesto diventa cruciale per comprendere e affrontare la situazione attuale dei giovani. La frattura generazionale visibile nella comunicazione e nella comprensione del desiderio pone interrogativi sulla responsabilità degli adulti nel fornire supporto e orientamento ai giovani. Troppo spesso, le discussioni sui temi del desiderio e della sessualità vengono evitate o trattate con superficialità, lasciando i giovani a confrontarsi con domande complesse senza una guida adeguata.
La difficoltà nel creare spazi di dialogo aperti genera un senso di isolamento tra i giovani, i quali, privi di un contesto sicuro per esplorare e comprendere le proprie emozioni e desideri, possono ricorrere a forme di gratificazione immediata che ben poco hanno a che fare con esperienze formative. Questo comportamento si alimenta costantemente, portando a dinamiche di evasione che non solo indeboliscono il desiderio autentico, ma deformano anche la concezione stessa di cosa significhi volere e desiderare nella vita.
Un’altra dimensione fondamentale riguarda l’influenza della società sulle aspirazioni giovanili. Viviamo in un contesto che esalta l’immagine del successo e la gratificazione istantanea, senza considerare per esempio il percorso interiore e le sfide che ogni individuo deve affrontare. Le aspettative sociali spesso impossibili da soddisfare si traducono in una pressione costante che genera ansia e frustrazione. In questo scenario, la mancanza di una guida da parte degli adulti, che possano condividere esperienze e insegnamenti, si traduce in un vuoto, dove i giovani si sentono disorientati e smarriti.
È essenziale, pertanto, che gli adulti si impegnino a costruire relazioni significative con i più giovani, creando un ambiente dove possa svilupparsi un dialogo sincero sui temi della crescita personale, della sessualità e delle emozioni. Ciò implica non solo la disponibilità a discussioni aperte, ma anche l’ascolto attivo e senza giudizio, per permettere ai ragazzi di esprimere le loro inquietudini e domande. Solo attraverso un confronto diretto e sincero, sarà possibile avviare un processo di educazione emotiva che restituisca loro il senso di desiderio e connessione.
In definitiva, il compito degli adulti non si limita a essere quello di dispensare consigli e regole, ma si estende alla responsabilità di modellare una cultura del desiderio che sia sana, reale e sostenibile. Investire nel benessere emotivo delle nuove generazioni, contribuendo a formare un quadro di valori e significati che incoraggi la ricerca di relazioni autentiche, è un passo fondamentale per aiutare i giovani a superare le sfide del presente e costruire un futuro dove il desiderio non sia visto come un tabù, ma come un’intensa e significativa esperienza umana.
Risposte disperate: dipendenze come urlo silenzioso
La versione contemporanea delle dipendenze giovanili si manifesta non solo nel consumo di sostanze ma anche in comportamenti che spesso appaiono innocui, ma che nascondono un disperato tentativo di colmare un vuoto esistenziale. Questi gesti, che vanno dallo scrolling compulsivo sui social media all’abuso di videogiochi, possono essere interpretati come gridi silenziosi di aiuto. La crescente tendenza all’utilizzo di questi strumenti di fuga rivela una realtà preoccupante: i giovani, privi di un adeguato supporto emotivo e sociale, si rifugiano in meccanismi di gratificazione temporanea per affrontare il loro senso di inadeguatezza e la mancanza di desideri autentici.
In questo contesto, le dipendenze si manifestano come forme di ribellione silenziosa ai modelli di vita proposti dalla società. La promozione della gratificazione immediata attraverso i media e la cultura popolare genera incoerenze tra i desideri interiori dei giovani e le aspettative esterne. Laura Pigozzi mette in luce come questa dissonanza porti a una dissociazione dal proprio io: i ragazzi cercano di conformarsi a un ideale di felicità illusoria, mentre l’assenza di esperienze significative e soddisfacenti mina la loro autostima e la loro capacità di stabilire legami autentici.
La neurobiologia offre una chiave di lettura interessante di questo fenomeno. Quando il “circuito della ricompensa” si attiva, genera un’immediata sensazione di piacere. Tuttavia, di fronte alla continua ricerca di nuovi stimoli, il risultato è un declino progressivo della capacità di provare soddisfazione attraverso esperienze più semplici e genuine. Questo processo crea un ciclo vizioso, dove l’assenza di desiderio genuino viene compensata da tentativi di ricerca di piaceri effimeri. Il bruciore del desiderio autentico si spegne, riducendo i giovani a una condizione di apatia nei confronti della vita e delle relazioni interpersonali. Così, quelli che iniziano come piccoli tentativi di evasione possono rapidamente evolversi in un comportamento autodistruttivo.
È fondamentale considerare le conseguenze a lungo termine di questo fenomeno. Mentre le dipendenze possono offrire un sollievo temporaneo, in realtà spingono i giovani verso un cammino di isolamento e lontananza dalle esperienze relazionali che potrebbero arricchire le loro vite. Senza un intervento consapevole da parte della società e degli adulti, questo ciclo di gratificazione superficiale potrebbe impedire una crescita sana, compromettere lo sviluppo di un senso di desiderio autentico e, di conseguenza, limitare le possibilità di una vita emotiva e relazionale piena.