Facebook e i buoni propositi di Zuckerberg per rendere il mondo un posto migliore

Mark Zuckerberg scende in campo con un manifesto dei buoni propositi in un momento particolarmente difficile per il suo paese e per il mondo intero.
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Un manifesto politico? Apparentemente non lo è anche perché una sua possibile candidatura è per ora pura fantascienza, ma si sa anche la fantascienza col tempo diventa realtà.
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Ma che cosa dice questo manifesto? E’ una lunga lettera di 5.700 parole che parte da una domanda “Stiamo costruendo il mondo che tutti noi vogliamo?”.
E’ un appello contro le tentazioni isolazioniste, la retorica anti-global divenuta addirittura assordante dopo Brexit e la vittoria elettorale di Trump negli Usa.
Ma anche un tentativo di reindirizzare la missione del social network da 2 miliardi di utenti. E di renderlo sempre più uno strumento della vita civile connettendo e inserendo nella piazza virtuale anche le organizzazioni religiose, sportive e politiche.
E cita il caso del premier indiano Modi che ha chiesto ai ministri di condividere la loro attività di governo su Facebook per interagire coi cittadini o l’organizzazione della Marcia delle Donne nata proprio su Facebook dopo l’insediamento di Trump.
Poi Zuckerberg definisci degli obiettivi come aiutare i cittadini a costruire comunità che offrano sostegni concreti agli individui, che aumentino la loro sicurezza (Facebook che aiuta a trovare i bambini smarriti e che vorrebbe imparare anche a prevenire i suicidi e a bloccare la propaganda terrorista), che siano inclusive, civicamente impegnate e ben informate.
Buoni propositi ma nessun mea culpa, non riconosce la responsabilità delle ricchissime compagnie hi-tech per le crescenti sperequazioni.
Poi promette informazioni di qualità allontanando da sé e dal suo social la diffusione di notizie false, i fake che tanto hanno danneggiato l’immagine del social come accaduto durante l’ultima campagna elettorale Usa.
Secondo alcuni analisti la diffusione di notizie false sui democratici contribuì all’elezione di Trump alla Casa Bianca. Facebook non vuole può correre questi rischi.