Boston caccia all’uomo: un film lento che mostra solo in ultima battuta l’ansia vissuta dalla città
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Boston Caccia all’Uomo è la rappresentazione cinematografica degli eventi realmente accaduti durante la Boston Marathon del 2013. Gli americani sono soliti stringersi intorno ai loro eventi nazionali come noi difficilmente sappiamo fare. La lentezza non doveva essere parte di questo film
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se in 90 ore è stato trovato un uomo, ucciso un uomo e chiusa un’intera città.
Per condividere sul grande schermo questo nefasto evento di storia contemporanea americana è stato scelto Peter Berg. Il regista è uno dei migliori a rappresentare gli eventi realmente accaduti. Peter Berg ha voluto essere così vicino alla realtà che circa il 70% dei fatti è stato girato esattamente dove sono accaduti.
Mi è sembrato ad una prima visione un film molto statico. Ci si perde nei particolari meticolosi e non si riesce a cogliere l’insieme di ciò che sta succedendo. Mi sono sentita come in una frase in cui vengono aperte in continuazione delle parentesi. E per 122′ sulla poltrona del cinema non si capisce il ruolo di molte persone.
Come dicevo inizialmente, un “Patriot” americano viene affascinato e coinvolto da una rappresentazione di questo tipo. Ma per un italiano è veramente difficile comprendere perché un film è dedicato anche a delle figure di minore importanza.
Boston caccia all’uomo: le registrazioni
Sono stati anche aggiunti degli inserti video con il materiale d’archivio originale. Quella è la parte che maggiormente aumenta la tensione e offre allo spettatore il senso di autenticità. È anche il motivo per cui è stato girato il film in una modalità piuttosto grezza. In alcuni punti lo si vede bene, andando a sovrapporsi in modo lineare con gli inserti del 2013 senza infastidire il pubblico.
Infine, parte cinematografica molto interessante, lo stile documentaristico ha permesso un approccio multi-camera. In questo modo gli attori si sono sentiti liberi di esprimersi, poiché Berg non aveva bisogno di interrompere la continuità della scena. Infatti solitamente ogni cambio di scena che vedi nei film deve essere filmata in maniera indipendente.
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