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Bonus edilizi e prevenzione evasione fiscale dopo l’inasprimento delle normative 2024

  • Redazione Assodigitale
  • 19 Luglio 2025
Bonus edilizi e prevenzione evasione fiscale dopo l’inasprimento delle normative 2024

Come cambiano i bonus edilizi nel 2025

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La legge di bilancio 2025 introduce modifiche significative ai bonus edilizi, ridefinendo le aliquote di detrazione applicabili fino al 2028 e segnando un decremento progressivo degli incentivi fiscali. Per le spese sostenute nel 2025 relative ai lavori sull’abitazione principale, la detrazione scende al 50%, mentre per le seconde case si attesta al 36%. Negli anni successivi, 2026 e 2027, tali aliquote si riducono ulteriormente, con il 36% per l’abitazione principale e il 30% per le seconde case. Questa rimodulazione impone una netta distinzione temporale che influisce sulle scelte di investimento dei contribuenti.

Indice dei Contenuti:
  • Bonus edilizi e prevenzione evasione fiscale dopo l’inasprimento delle normative 2024
  • Come cambiano i bonus edilizi nel 2025
  • Effetti economici sulle spese per la ristrutturazione
  • Rischi di evasione fiscale dopo la riduzione delle detrazioni


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Dal 2028, la situazione si fa ancora più stringente per il bonus ristrutturazione, con una detrazione unificata al 30% senza differenziazione tra abitazione principale e altre proprietà. Anche per l’ecobonus ordinario e il sismabonus, il legislatore dovrà decidere la proroga o meno; in caso di mancata estensione, tali agevolazioni termineranno con le spese del 31 dicembre 2027. Inoltre, alcuni incentivi sono già cessati: il bonus verde si ferma alle spese del 2024, il bonus facciate termina con il 2022, mentre il bonus mobili è prorogato fino al 2025, con possibile chiusura prevista dopo tale data.

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Effetti economici sulle spese per la ristrutturazione

La riduzione progressiva delle aliquote di detrazione nei bonus edilizi comporta ripercussioni immediate e di medio termine sugli investimenti nelle ristrutturazioni. Chi deve intervenire sull’abitazione principale si trova di fronte a una scelta strategica: eseguire i lavori entro il 2025 per usufruire di uno sgravio fiscale del 50%, oppure posticipare le spese rischiando una detrazione inferiore, pari al 36% nel 2026 e 2027, con un’ulteriore contrazione al 30% dal 2028.

Su una spesa ipotetica di 20.000 euro, la differenza in termini di beneficio fiscale può superare i 2.800 euro se si decide di rimandare l’intervento oltre il 2025. Per i proprietari di seconde case, il calo della detrazione è meno marcato ma comunque significativo, passando dal 36% nel 2025 a un 30% negli anni successivi. Tale contesto induce a un’analisi attenta delle tempistiche, considerando anche l’impatto sui flussi di liquidità e sul costo complessivo dell’intervento.

Questa dinamica potrebbe inoltre influenzare il mercato delle ristrutturazioni, determinando una potenziale contrazione degli investimenti complessivi e un rallentamento della domanda nei periodi di aliquote più basse, con effetti negativi su imprese e occupazione nel settore edilizio.

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Rischi di evasione fiscale dopo la riduzione delle detrazioni

La stretta sulle detrazioni fiscali rischia di alimentare fenomeni di evasione nel comparto edilizio, come evidenziato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA). La riduzione degli incentivi spinge molti proprietari a ricorrere a pratiche irregolari, quali la richiesta di non emissione della fattura o la sottostima dell’importo reale dei lavori da parte delle imprese esecutrici. Queste condotte, finalizzate a risparmiare sull’IVA e sulle imposte, si traducono in un’evasione fiscale significativa e in un danno concreto per le casse pubbliche.

Le condizioni attuali espongono anche chi dispone di liquidità sufficiente a pagare in nero, creando un mercato sommerso che sottrae risorse al sistema fiscale e distorce la concorrenza. Inoltre, questa situazione si accompagna a un possibile aumento della richiesta di finanziamenti per anticipare gli interventi edilizi, con il rischio che l’indebitamento familiare cresca senza un corrispondente beneficio fiscale adeguato.

I dati preliminari del 2025 confermano un calo del 16% nelle spese per lavori con diritto ai bonus, segnalando come la riduzione delle detrazioni ha già inciso negativamente sull’attività economica e potrebbe anche accentuare le pratiche evasive. È quindi fondamentale un monitoraggio rigoroso e interventi mirati per contrastare tali dinamiche, tutelando al contempo l’efficacia degli incentivi e la legalità nel settore edilizio.

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