Zuckerberg avrebbe usurpato il metaverso per i suoi interessi? Ecco le motivazioni del libro di Simone Arcagni che lo contesta
Il Metaverso di Zuckerberg: Un’Analisi Critica
L’Illusione del Metaverso di Zuckerberg Il metaverso, come concepito da Mark Zuckerberg e Meta (precedentemente Facebook), è diventato un argomento di grande interesse nel mondo tecnologico. Tuttavia, l’idea del metaverso come una mera estensione digitale della nostra realtà, come spesso è presentata dai tecnologi e imprenditori, è una visione limitata e superficiale.
Simone Arcagni, nel suo libro “La zona oscura. Filosofia del metaverso”, analizza criticamente il concetto di metaverso, sottolineando come questo non sia solo un fenomeno tecnologico, ma anche una complessa logica culturale.
Arcagni propone una visione più ampia del metaverso, che non si riduce a un’unica piattaforma o ambiente virtuale, ma è piuttosto un insieme di spazi ibridi e complessi. Questa visione contrappone l’approccio di Zuckerberg, che ha tentato di monopolizzare il concetto di metaverso con la presentazione del suo progetto nel 2021, e che finora sembra non aver raggiunto l’obiettivo prefissato.
Le Origini Letterarie del Metaverso e la Sua Evoluzione Contrariamente a quanto sostenuto da Zuckerberg e altri imprenditori digitali, il metaverso ha le sue radici nella letteratura e nella cultura, non solo nella tecnologia.
Arcagni spiega che il termine “metaverso” è stato coniato da Neil Stephenson nel suo libro “Snow Crash” del 1992. Questo concetto è stato poi sviluppato da studiosi e pensatori che hanno esplorato il metaverso come una logica spaziale e culturale, molto prima che Zuckerberg ne facesse un progetto commerciale.
Il libro di Arcagni mette in evidine come il metaverso sia il frutto dell’immaginario umano, influenzato da diverse forme artistiche come il cinema, la letteratura e la musica. Questo approccio umanistico permette di comprendere il metaverso in maniera più profonda, andando oltre la semplice funzionalità tecnologica.
Il Mercato e la Reazione al Metaverso di Zuckerberg Il mercato ha risposto in modo critico al concetto di metaverso proposto da Zuckerberg. Diversamente dalle aspettative di Meta, il mercato ha mostrato una certa riluttanza ad adottare una visione del metaverso limitata alla realtà virtuale o aumentata.
Arcagni sottolinea che anche Meta ha dovuto rivedere il proprio approccio, ammettendo che il metaverso non dovrebbe essere un unico universo, ma un insieme di diverse piattaforme e siti.
In conclusione, il libro di Arcagni offre una prospettiva critica e umanistica sul metaverso, suggerendo che il futuro digitale sarà caratterizzato da un’ibridazione di diverse tecnologie, tra cui l’Internet of Things, la mixed reality, la augmented reality e la virtual reality.