Blackout più gravi della Storia: eventi, cause e conseguenze dei blackout elettrici storici

I blackout più famosi nella storia
I blackout più famosi nella storia rappresentano eventi emblematici che hanno segnato la vulnerabilità delle reti elettriche a livello globale, mostrando quanto un’interruzione possa causare disagi diffusi e crisi sociali. Dalla costa orientale degli Stati Uniti alle vaste regioni dell’India, senza dimenticare episodi caratterizzati da eventi atmosferici estremi o errori umani, questi blackout mettono a nudo le fragilità delle infrastrutture e l’importanza di una gestione coordinata e resiliente delle reti elettriche. Seguono alcune delle interruzioni di corrente più significative e impattanti mai registrate.
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Il primo grande blackout ben documentato si verificò il 9 novembre 1965, quando alle 17:15 la città di Boston fu la prima a rimanere senza energia elettrica. In pochi minuti, l’interruzione si estese a New York e a numerose altre aree di otto Stati degli USA nord-orientali e alla provincia canadese dell’Ontario. La serie di guasti ebbe origine presso la centrale idroelettrica Sir Adam Beck in Canada, causando il collasso immediato della rete e lasciando al buio 30 milioni di persone per oltre 13 ore.
Il blackout più vasto per numero di persone coinvolte ebbe luogo il 31 luglio 2012 nel Nord dell’India. Circa 620 milioni di abitanti, quasi il 10% della popolazione mondiale, persero l’energia elettrica a causa di reti ormai obsolete, gestione inefficiente e un uso massiccio di condizionatori durante il picco estivo. L’interruzione elettrica si estese dal confine orientale con la Birmania fino a quello occidentale con il Pakistan, paralizzando trasporti pubblici, bloccando treni e metropolitane, e creando gravi disagi quotidiani. Tra gli effetti più critici vi fu il blocco di 200 minatori in una miniera nello Stato del Bengala, successivamente tratti in salvo.
Il blackout che colpì New York il 13 luglio 1977 è celebre non solo per la perdita di energia causata da una serie di fulmini, ma soprattutto per le conseguenze sociali che seguirono. Il sistema elettrico, già fragile, crollò in una città provata dalla crisi economica, dalla disoccupazione e da ondate di caldo soffocanti. Durante le 24 ore di blackout, si verificarono numerosi atti di vandalismo, con saccheggi estesi, furti di automobili e incendi dolosi. Gli arresti superarono quota 4.000, mentre oltre 500 agenti di polizia rimasero feriti a causa degli scontri. Sorprendentemente, non si registrarono vittime.
Le cause dei blackout su larga scala
Le interruzioni di corrente di vasta portata sono spesso il risultato di molteplici fattori che agiscono in sinergia, rivelando la complessità e la fragilità delle reti elettriche moderne. Tra le cause più comuni emergono errori umani, guasti tecnici e cedimenti strutturali che, in assenza di adeguati sistemi di controllo e prevenzione, possono generare un effetto domino destinato a propagarsi rapidamente su vaste aree. A questi si aggiungono agenti esterni come tempeste, fulmini, incendi e persino l’interferenza di animali che possono danneggiare componenti fondamentali delle infrastrutture.
La mancanza di coordinamento tra impianti di produzione distribuiti e la scarsa manutenzione delle reti obsolete aggravano ulteriormente la situazione, aumentando il rischio di collassi generalizzati. Spesso, inoltre, picchi improvvisi nella domanda di energia, legati a condizioni climatiche estreme come ondate di caldo, mettono sotto stress i sistemi, causando sovraccarichi e conseguenti blackout. In definitiva, il combinarsi di questi fattori tecnici, ambientali e organizzativi rende le reti elettriche vulnerabili, sottolineando l’importanza di strategie di gestione integrate e di investimenti infrastrutturali mirati al rafforzamento della resilienza.
Blackout in Italia: eventi e conseguenze
L’Italia ha conosciuto blackout significativi che hanno messo in luce le fragilità della sua rete elettrica e l’importanza cruciale di un’infrastruttura robusta e ben coordinata. Il più rilevante si verificò nella notte tra il 28 e il 29 settembre 2003, quando un guasto a una linea di trasmissione in Svizzera, che collega la rete elvetica a quella italiana, innescò una sequenza di eventi che lasciò gran parte della Penisola al buio. Le conseguenze furono immediate e diffuse: blocco dei treni, difficoltà negli aeroporti, interruzioni nei servizi di emergenza e migliaia di chiamate disperate ai numeri di soccorso. Questo blackout evidenziò come una criticità esterna possa rapidamente propagarsi e paralizzare un intero sistema nazionale.
Non tutte le regioni furono interessate allo stesso modo; la Sardegna e Capri rimasero illuminate grazie alle loro reti elettriche autonome. Dopo un’interruzione durata quasi 20 ore, l’energia fu progressivamente ripristinata, prima al Nord poi al Sud del paese. L’episodio ha spinto l’Italia a migliorare le strategie di prevenzione e gestione delle reti elettriche, sottolineando la necessità di sistemi ridondanti ed efficienti per fronteggiare guasti che possono avere effetti catastrofici sull’economia e sulla sicurezza pubblica.
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