Bce, famiglie più povere ed economie al rallentatore
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Le famiglie europee sono più povere. Tra il 2010 e il 2014 la ricchezza netta delle famiglie europee è diminuita del 10%, a causa soprattutto della svalutazione degli immobili legata alla crisi. E’ quanto emerge dalla seconda indagine europea armonizzata sulla ricchezza delle famiglie, realizzata dalla Bce in 18 Stati dell’Eurozona.
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Famiglie più povere ma anche qualche disuguaglianza secondo la guida della Bce. Il 10% delle famiglie possiede oltre la metà della ricchezza complessiva. E non va meglio neanche alle economie europee secondo il rapporto sulle valutazioni effettuate dal Sistema europeo delle banche centrali (Sebc) in merito alle previsioni macroeconomiche per i paesi dell’Eurozona.
La Grecia è il paese a soffrire di più anche ma è prevista una lieve crescita. Il paese ellenico vedrà il suo tasso di crescita aumentare in una misura pari allo 0,1 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) nel 2016. Dovrebbero aumentare del 2,5 per cento del Pil nel 2017, dell’1 per cento nel 2018 e dell’1,2 per cento nel 2019.
Se la Grecia soffre l’Italia non fa bene i compiti. Anche con la flessibilità il nostro Paese non rientra nei parametri europei di bilancio, ha precisato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
L’Italia fa parte degli Stati dell’area euro, insieme a Belgio, Cipro e Slovenia, in cui “il miglioramento del saldo strutturale di bilancio verso l’obiettivo di medio termine disattenderebbe le richieste in misura significativa, superiore cioè a oltre allo 0,5% del pil”.
L’Italia intanto aspetta di capire come si pronuncerà la Commissione Ue sul programma di bilancio del 2017. Il parere doveva arrivare a novembre ma è stato rinviato all’anno prossimo anche a causa della bocciatura del referendum costituzionale del 4 dicembre che ha portato la crisi di governo, il nuovo esecutivo Gentiloni e l’aumento del differenziale Btp/Bund.
Per quanto riguarda l’Eurozona la ripresa economica sta proseguendo. Il terzo trimestre di quest’anno ha visto il pil salire dello 0,3% in termini reali, così era stato anche per il secondo trimestre.
E gli ultimi tre mesi dell’anno non dovrebbero portare sorprese.
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