Basciano ai domiciliari per mancato utilizzo del braccialetto elettronico obbligatorio

Basciano e la mancata applicazione del braccialetto elettronico
Alessandro Basciano non si è presentato al Commissariato di Polizia di Milano per l’applicazione del braccialetto elettronico, dispositivo obbligatorio secondo la disposizione del Tribunale del Riesame. La mancata adesione a questa misura preventiva ha provocato l’attivazione di una procedura che porta il dj agli arresti domiciliari. Nonostante la decisione di indossare il braccialetto fosse stata formalizzata dalla Cassazione il 30 aprile scorso, l’implementazione pratica era stata ritardata a causa della carenza di dispositivi e slot disponibili. Il mancato rispetto della convocazione del 6 agosto ha dunque accelerato le conseguenze giudiziarie nei suoi confronti.
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La decisione del tribunale e le domiciliari alle Canarie
Il Tribunale del Riesame ha disposto l’applicazione degli arresti domiciliari per Alessandro Basciano, nonostante il suo trasferimento dichiarato alle Isole Canarie. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Leonardo D’Erasmo, ha confermato che Basciano vive attualmente fuori dall’Italia, ma la misura restrittiva è comunque stata mantenuta, con la necessità che il DJ osservi gli obblighi imposti. La procedura di applicazione del braccialetto elettronico, stabilita dalla sentenza della Cassazione del 30 aprile, avrebbe dovuto essere eseguita il 6 agosto, ma l’assenza di Basciano ha portato alla decisione di porlo agli arresti domiciliari. Questa misura è volta a garantire il controllo e la repressione delle condotte persecutorie contestate, attuando così quanto disposto dall’autorità giudiziaria indipendentemente dalla residenza effettiva del soggetto.
Le indagini e le accuse per stalking e minacce
Le indagini sul caso confermano un quadro accusatorio gravemente compromettente per Alessandro Basciano. Secondo gli atti processuali, fondati sulle dichiarazioni della vittima e riscontri investigativi, il dj avrebbe posto in essere una serie di condotte persecutorie reiterate nel tempo nei confronti di Sophie Codegoni, la sua ex fidanzata. Tali atteggiamenti comprendono minacce di morte frequenti e ripetute, nonché forme di pressione psicologica che hanno determinato un profondo stato di disagio e paura nella persona offesa. Il Gip Anna Magelli nel primo provvedimento restrittivo ha evidenziato la continuità e la gravità di questi comportamenti, che giustificano l’applicazione delle misure cautelari più severe.
Le investigazioni hanno inoltre registrato episodi di violenza verbale e intimidazioni costanti, sintomo di un pattern persecutorio ben definito e documentato. L’adozione del braccialetto elettronico rappresenta quindi una misura indispensabile per tutelare la sicurezza della vittima, consentendo un monitoraggio efficace e un tempestivo intervento in caso di violazioni delle prescrizioni imposte. La complessità della vicenda rafforza il quadro di un’aggressione non solo fisica ma soprattutto psicologica, che il sistema giudiziario si impegna a contrastare con strumenti specifici e tempestivi.
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