Banche Italiane Pronte a Investire 880 Milioni per Implementare l’Euro Digitale Entro il 2024

L’impatto economico dell’euro digitale sulle banche italiane
_L’adozione dell’_ euro digitale _comporterà un impatto economico significativo per il sistema bancario italiano, con una stima preliminare dell’ABI che quantifica gli investimenti necessari in circa_ 880 milioni di euro. _Questa valutazione rappresenta il costo iniziale per adeguare infrastrutture, sistemi di sicurezza e protocolli antiriciclaggio alle nuove esigenze legate alla moneta digitale emessa dalla BCE._
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_La cifra comunicata dall’Associazione Bancaria Italiana non considera ancora alcune variabili chiave, come ad esempio l’implementazione della funzionalità offline, che consentirebbe lo scambio di euro digitali tra privati senza connessione internet, una caratteristica vitale per garantire la libertà d’uso tipica del contante tradizionale._


Marco Elio Rottigni, _Direttore generale dell’ABI_, ha espresso chiaramente l’importanza di un approccio ibrido nella futura convivenza tra l’euro digitale di banca centrale e le possibili monete digitali emesse da banche commerciali. Questo modello, se adottato, comporterebbe ulteriori investimenti strutturali e tecnologici da parte delle banche, soprattutto per assicurare standard elevati di sicurezza e compliance normativa nelle nuove modalità operative._
_Nel complesso, i costi stimati riflettono un impegno capex rilevante per gli istituti di credito italiani, che dovranno sostenere investimenti importanti non solo per l’adeguamento tecnologico, ma anche per la formazione e l’adeguamento organizzativo volto a garantire una transizione fluida verso il sistema di pagamento digitale europeo._
Le sfide tecnologiche e normative per l’implementazione
L’introduzione _dell’euro digitale_ pone una serie di sfide sia sotto il profilo tecnologico che normativo per le banche italiane. Sul piano tecnologico, la necessità di sviluppare sistemi in grado di gestire transazioni sicure, rapide e anonime, ma al contempo conformi alle normative di antiriciclaggio, richiede investimenti consistenti in infrastrutture IT avanzate, cybersecurity e soluzioni innovative come la funzionalità offline.
_Il tema dell’operatività offline è uno degli aspetti più complessi da affrontare_, perché implica la creazione di protocolli che consentano scambi peer-to-peer senza connessione continua, preservando al tempo stesso l’integrità e la tracciabilità dei pagamenti digitali. Le banche dovranno quindi garantire un equilibrio tra privacy dei clienti e obblighi di compliance senza compromettere la fruibilità del servizio.
_Sul fronte normativo_, le istituzioni bancarie si trovano di fronte all’esigenza di adeguarsi a un quadro regolatorio europeo in fase di definizione, che coinvolge aspetti come la tutela del consumatore, la sicurezza dei dati e la prevenzione del riciclaggio. L’ABI ha sottolineato l’importanza di un coordinamento stretto con le autorità di vigilanza e la BCE per creare standard condivisi, evitando frammentazioni nazionali che potrebbero rallentare l’adozione dell’euro digitale.
Inoltre, la coesistenza dell’euro digitale con monete private di banca commerciale implica un panorama regolamentare ancora più complesso, con la necessità di definire responsabilità, interoperabilità e modalità di supervisione a tutela della stabilità finanziaria e della concorrenza.
La roadmap europea e le prospettive future del progetto
L’implementazione dell’euro digitale in Europa si muove con cautela e metodo, seguendo una tabella di marcia che punta a garantire una transizione sicura e regolamentata. Dopo la conclusione della fase preliminare, la Banca Centrale Europea ha scelto di avviare il passaggio successivo, che prevede una sperimentazione su larga scala dal 2027. Questo test rappresenterà un banco di prova fondamentale per valutare l’efficacia delle soluzioni tecnologiche e operative, nonché la risposta del sistema finanziario e degli utenti alla nuova forma di moneta digitale.
La strategia europea prevede inoltre che l’avvio ufficiale dell’euro digitale possa avvenire attorno al 2029, a condizione che entro il 2026 venga approvato il quadro normativo comunitario essenziale per la regolazione e la supervisione del prodotto. Questo lasso temporale permette di armonizzare le normative a livello europeo e di definire standard condivisi per sicurezza, privacy e interoperabilità.
L’intento della BCE è duplice: da un lato, preservare il ruolo centrale della moneta di banca centrale nell’ecosistema digitale, evitando un’eccessiva dipendenza da circuiti di pagamento internazionali privati; dall’altro, fornire una risposta concreta alla crescita delle stablecoin, che stanno rapidamente conquistando quote di mercato nel settore dei pagamenti digitali. Tuttavia, permane il dibattito tra gli operatori finanziari, soprattutto in Francia e Germania, dove si teme che l’euro digitale possa sottrarre liquidità ai depositi bancari tradizionali, influendo sulle modalità di raccolta e gestione del risparmio retail.
Le prospettive future indicano una convivenza complessa tra l’euro digitale e le monete emesse da istituti privati, con una regolamentazione attenta a non compromettere la stabilità finanziaria e a garantire un equilibrio competitivo. L’evoluzione del progetto dipenderà in larga misura dalla capacità degli enti coinvolti di affrontare in modo coordinato le sfide tecnologiche, normative e di mercato che si presenteranno nel corso dei prossimi anni.




