Banca Nazionale Svizzera Resiste alla Richiesta di Accettare Bitcoin come Riserva Ufficiale

Posizione della Banca Nazionale Svizzera sul bitcoin
La Banca Nazionale Svizzera (BNS) conferma una posizione netta e conservatrice riguardo all’inclusione di bitcoin tra le sue riserve ufficiali. Durante l’assemblea generale tenutasi il 25 aprile a Berna, il presidente Martin Schlegel ha chiarito che la criptovaluta non soddisfa i criteri indispensabili per qualificarsi come attività di riserva bancaria. Tra questi requisiti figurano stabilità, liquidità e affidabilità, caratteristiche che, secondo la BNS, bitcoin non può garantire a causa della sua elevata volatilità e della natura tecnica intrinsecamente rischiosa degli asset digitali.
ISCRIVITI ORA USANDO IL CODICE – SWISSBLOCKCHAIN10 – PER AVERE LO SCONTO DEL 10% SUL BIGLIETTO DI INGRESSO! ==> CLICCA QUI!
Schlegel ha sottolineato che le riserve devono fungere da strumenti solidi per preservare valore nel lungo periodo e intervenire tempestivamente sul mercato in momenti di crisi. Il riferimento alle criptovalute come entità software espone a vulnerabilità quali bug informatici e possibili attacchi hacker, rendendo tali asset meno adatti rispetto agli strumenti tradizionali come l’oro.
L’orientamento della BNS riflette una strategia prudente volta a tutelare la stabilità monetaria nazionale, escludendo bitcoin dalla composizione delle riserve ufficiali a vantaggio di strumenti più consolidati e immediatamente liquidi, essenziali per mantenere la fiducia nel franco svizzero.
La campagna dei sostenitori svizzeri del bitcoin
Il movimento a favore dell’inserimento di bitcoin tra le riserve ufficiali svizzere si sta mobilitando con crescente determinazione, spingendo per un cambiamento costituzionale che coinvolgerebbe anche la BNS. Il gruppo promotore, supportato da esponenti rilevanti come Luzius Meisser, membro del consiglio di amministrazione di Bitcoin Suisse, ha avviato una raccolta firme necessaria per proporre un referendum nazionale volto a includere bitcoin tra gli asset di riserva, accanto all’oro.
Secondo i sostenitori, bitcoin rappresenterebbe una protezione efficace in scenari di crisi globale, soprattutto in una situazione di ordinamento multipolare e crescente sfiducia nei confronti del debito pubblico tradizionale. Meisser ha messo in evidenza il ruolo potenziale del bitcoin come copertura contro la perdita di valore delle valute tradizionali come il dollaro USA e l’euro, posizionandolo come “un investimento strategico per preservare la ricchezza nazionale”.
La proposta mira a modificare l’Articolo 99 della Costituzione Svizzera, aggiungendo bitcoin alla lista ufficiale delle riserve di Stato. Per attivare il referendum saranno necessarie almeno 100.000 firme valide entro 18 mesi, un traguardo ambizioso ma simbolo di una crescente pressione pubblica verso una maggiore apertura verso gli asset digitali.
Nonostante la robusta campagna mediatica e le argomentazioni a favore, la proposta si scontra con una struttura istituzionale tradizionalista e una BNS ferma nella sua linea conservatrice, che privilegia stabilità e affidabilità rispetto all’innovazione rischiosa. Sarà interessante osservare se questa iniziativa riuscirà a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e a influenzare le future strategie della banca centrale.
Confronti internazionali e prospettive future
Il confronto con le esperienze internazionali evidenzia come la Svizzera rimanga uno dei Paesi più prudenti riguardo all’integrazione del bitcoin nelle proprie riserve ufficiali. A differenza del rapido avvicinamento adottato dagli Stati Uniti, che recentemente hanno istituito una riserva strategica di bitcoin usando criptovalute sequestrate, la Banca Nazionale Svizzera mantiene un approccio rigoroso centrato sulla stabilità e sulla liquidità immediata degli asset detenuti.
Altri Paesi stanno esplorando strategie ibride, vedendo nel bitcoin una forma di assicurazione contro l’instabilità finanziaria globale e il deterioramento della fiducia nelle valute fiat tradizionali. Tuttavia, la Svizzera, con la sua reputazione di centro finanziario conservatore e affidabile, non lascia spazio a compromessi che possano mettere a rischio la robustezza del franco e della sua politica monetaria.
Le prospettive future dipenderanno molto dall’evoluzione della regolamentazione e dall’eventuale accettazione pubblica dell’iniziativa referendaria. Anche qualora il voto popolare sancisse una modifica costituzionale per l’inclusione del bitcoin, l’implementazione comporterebbe una lunga fase di analisi tecnica, giuridica e operativa, con dubbi sull’effettiva praticabilità di gestire asset così volatili e vulnerabili in un contesto ufficiale.
Nel frattempo, il settore delle criptovalute in Svizzera continua a prosperare, alimentando un ecosistema innovativo che convive con l’atteggiamento prudente della BNS. La tecnologia blockchain e i progetti legati al bitcoin si stanno diffondendo, soprattutto nella regione di Zug, ma senza riuscire finora a modificare l’orientamento conservatore della banca centrale sul ruolo del bitcoin come riserva di Stato.
Sostieni Assodigitale.it nella sua opera di divulgazione
Grazie per avere selezionato e letto questo articolo che ti offriamo per sempre gratuitamente, senza invasivi banner pubblicitari o imbarazzanti paywall e se ritieni che questo articolo per te abbia rappresentato un arricchimento personale e culturale puoi finanziare il nostro lavoro con un piccolo sostegno di 1 chf semplicemente CLICCANDO QUI.