Bambino nato da embrione conservato oltre 30 anni record mondiale di fecondazione assistita

La storia dell’embrione congelato per oltre 30 anni
Thaddeus Daniel Pierce, nato il 26 luglio nell’Ohio, rappresenta un caso senza precedenti: si è sviluppato da un embrione rimasto congelato per oltre tre decenni. Tutto ebbe inizio negli anni ’90 con Linda Archerd, che ha tentato a lungo di concepire un figlio senza successo. Nel 1994, grazie alla fecondazione in vitro, lei e il marito riuscirono a creare quattro embrioni; uno venne impiantato con esito positivo e portò alla nascita di una figlia sana, mentre gli altri tre furono crioconservati. Dopo il divorzio e l’avvicinarsi della menopausa, Linda mantenne la custodia degli embrioni, da allora conservati per 31 anni in una struttura specializzata. La sua determinazione nel non abbandonarli o donarli indistintamente è stata decisiva per la storia che oggi fa notizia.
Indice dei Contenuti:
Le tecniche di crioconservazione degli embrioni
La crioconservazione degli embrioni ha subito un’evoluzione tecnologica significativa dagli anni ’90 ad oggi. Inizialmente, il metodo predominante era il congelamento lento, che prevedeva un abbassamento graduale della temperatura per evitare la formazione di cristalli di ghiaccio dannosi all’interno delle cellule embrionali. Questa tecnica, sebbene innovativa per l’epoca, comportava rischi elevati di danni strutturali e una variabilità nella sopravvivenza degli embrioni una volta scongelati.
Con il progredire delle conoscenze e delle tecnologie, si è affermata la tecnica della vitrificazione, che utilizza un raffreddamento ultra rapido immerso in azoto liquido, trasformando il liquido intracellulare in uno stato vitreoso simile al vetro, senza formazione di cristalli. Questo metodo garantisce una conservazione più efficace e una probabilità molto più alta di sopravvivenza degli embrioni dopo lo scongelamento.
Nonostante la vitrificazione sia oggi standard in numerosi centri di fecondazione assistita, gli embrioni congelati con la tecnica lenta, come nel caso degli embrioni di Linda Archerd, richiedono procedure di scongelamento più delicate e complesse. Questo processo prevede il passaggio attento degli embrioni da uno stato congelato a temperature progressivamente più elevate mediante soluzioni specifiche, per minimizzare lo stress cellulare e massimizzarne la vitalità.
La riuscita storica del caso di Thaddeus Daniel Pierce dimostra che, seppur datate, le tecniche di crioconservazione del passato possono ancora garantire la vitalità degli embrioni dopo decenni, ponendo importanti riflessioni sul valore e la durata della conservazione in ambito riproduttivo.
La nascita del bambino da record e il percorso di adozione degli embrioni
Il percorso che ha condotto alla nascita di Thaddeus Daniel Pierce rappresenta un caso emblematico nel campo della medicina riproduttiva. Dopo oltre trent’anni di conservazione in condizioni di congelamento lento, gli embrioni di Linda Archerd sono stati affidati tramite un processo di “adozione” degli embrioni, una modalità che consente ai donatori e ai ricevitori di concordare direttamente la donazione, spesso mediata da agenzie specializzate che garantiscono la trasparenza e il rispetto etico della procedura.
Il ricevente, Lindsey, ha ricevuto i tre embrioni conservati da Linda, superando con successo la delicata fase di scongelamento. Di questi, due embrioni hanno mostrato capacità di sviluppo sufficiente a essere impiantati nell’utero, con un feto che si è regolarmente sviluppato fino al termine della gravidanza. La nascita di Thaddeus il 26 luglio segna quindi un evento senza precedenti per la durata della crioconservazione, confermando la vitalità possibile anche dopo decenni.
Questo tipo di adozione rappresenta una scelta sempre più adottata negli Stati Uniti, dove le normative e le agenzie supportano un approccio responsabile e consapevole al trasferimento di embrioni, riconoscendo il valore biologico e affettivo di queste “vite potenziali”. Il caso odierno apre la strada a nuove riflessioni sulle opportunità e le implicazioni della crioconservazione a lungo termine nel contesto della fecondazione assistita.
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