Bambini e touchscreen, come crescere male e rallentare l’apprendimento
Ho sempre pensato di essere nato nell’epoca giusta: gli anni 90. I miei primi giochi non avevano nulla di elettronico. Quando ero piccolo non c’erano i telefonini, ho avuto il primo computer all’età di 8 anni e internet a 10.
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Ho visto l’evoluzione della tecnologia, della rete, sono cresciuto con Msn Messenger: l’ho visto nascere e morire.
Sono contento di non essere nato con tutta questa tecnologia. Sono fiero di non essere un nativo digitale.
Sui social network vedo molto spesso bambini troppo piccoli per essere già lasciati da soli di fronte ad un monitor con tutti i pericoli che si celano nella rete.
Assisto giornalmente alla nascita di nuovi canali su YouTube dove bambini cercano di emulare i loro miti all’interno della community e realizzano video improvvisati e di dubbio gusto con la WebCam del pc.
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Puntualmente, finiscono per essere oggetto di cyber-bullismo da parte degli utenti “più maturi” e, lo evidenzio, perchè ad una maggiore età dovrebbe corrispondere una maggiore maturità, invece ci si burla di questi ragazzini che sono troppo piccoli per capire le conseguenze di una esposizione troppo prematura nel mondo del web.
Siamo circondati da smartphone e tablet, e il rischio che finiscano presto nelle mani dei bambini è alto.
Uno studio del Cohen Children’s Medical Center di New York ha evidenziato che l’uso dei tablet fino ai tre anni non aiuterebbe lo sviluppo mentale e cognitivo dei bambini ma potrebbe addirittura rallentarlo.
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È stato fatto uno studio su 63 coppie con bambini che sono entrati in contatto con device touchscreen. Non sono state rilevate differenze con i bambini privi di tali dispositivi ma è saltato fuori un ritardo dello sviluppo.
Penso che il modo migliore per crescere i propri bambini sia il passare tempo con i genitori e con giocattoli tradizionali, quelli manuali che stimolano la curiosità e portano alla scoperta del mondo.
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