Automazione, intelligenza artificiale e i lavori del futuro: la Quarta Rivoluzione Industriale
Sentendo parlare di macchine intelligenti, algoritmi, automazione e intelligenza artificiale spesso si pensa a un futuro lontano che non ci riguarda. In realtà, quella che viene chiamata “quarta rivoluzione industriale” è già in corso e interessa tutti noi, o almeno ci interesserà. Già, perché il futuro del lavoro inizia oggi ma si tratta di un processo che si compirà nel corso dei prossimi 5-10 anni, con una doppia conseguenza.
Da una parte, infatti, vedremo notevoli miglioramenti sotto molti aspetti, dalla produttività all’efficienza, dalle morti bianche ai ritmi lavorativi. Dall’altra, però, questa rivoluzione rappresenta anche una minaccia. Si stima, infatti, che durante la prossima decade verranno persi almeno 7 milioni di posti di lavoro proprio a causa di macchine, algoritmi e robot che sostituiranno gli esseri umani nelle loro occupazioni quotidiane.
La quarta rivoluzione industriale è stato l’argomento cardine del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, che si è svolto lo scorso gennaio. Recovery Data, azienda che si occupa di recupero dati da dispositivi elettronici, ha realizzato un’infografica per fare un po’ di chiarezza sul tema.
Macchine vs. Uomo
Il 46% dei lavori che oggi vengono abitualmente svolti da esseri umani può essere sostituito da tecnologie già esistenti. Ci sono molti fattori e ragioni per cui questo potenziale non viene (ancora) espresso del tutto. Sicuramente uno dei motivi è che alcuni settori sono molto più coinvolti di altri da cambiamenti di questo tipo. Stiamo parlando ad esempio del settore automobilistico, elettronico, metallurgico, chimico/plastico e alimentare.
In Italia, ad esempio, ci sono 160 robot industriali ogni 10.000 lavoratori. Questo numero, però, sale a 900 nel settore automobilistico, ed è stimata una crescita dell’8% all’anno da qui al 2019. Nel 2016, in Giappone, è nata la prima fattoria totalmente automatizzata. Si chiama Spread ed è specializzata nella coltivazione e produzione di lattughe. Da quando all’interno ci lavorano solo pochi esseri umani (il cui compito è verificare il corretto funzionamento delle macchine), la produzione giornaliera è aumentata da 21.000 a 50.000 unità.
Sebbene questi numeri possano spaventare, in realtà moltissimi studi e sondaggi dimostrano che imprenditori e datori di lavoro non hanno assolutamente intenzione di sostituire tutti i loro dipendenti con robot e macchine. Piuttosto, si investirà molto sulla riqualificazione e ricollocazione del personale, oltre che sulla formazione interna per rendere l’essere umano complementare alla macchina, fornendole un valore aggiunto che solo l’uomo è in grado di dare.
The Skill Revolution
Per sopravvivere a questa rivoluzione che è già in corso, quindi, l’uomo dovrà essere in grado di rendersi indispensabile, puntando sulle competenze che le macchine non possono svolgere, fornendo così un valore aggiunto. Apprendimento dinamico, pensiero critico, intelligenza emotiva sono solo alcuni esempi di skill che le macchine non potranno mai sostituire. Questo processo viene chiamato The Skill Revolution e consiste nella ridefinizione del concetto di lavoro che abbiamo avuto fin’ora, passando da una concezione manuale a una più creativa e inventiva.
I lavoratori del futuro, quindi, dovranno sapersi continuamente reinventare, puntando su professionalità e adattabilità. Il 65% dei lavori che verranno svolti dalla Generazione Z (nati tra il 1995 e il 2010) ancora non esistono, ma è certo che si svilupperà ancora di più il fenomeno dello “human cloud”, l’evoluzione 3.0 degli attuali lavoratori a partita iva, ovvero risorse on-demand e altamente specializzate, chiamate per prestazioni mirate e collaborazioni di breve periodo, che saranno in grado di fornire quel valore aggiunto che macchine e robot non saranno mai in grado di dare.
Per scoprirne di più su quali sono le professioni che spariranno e quali le nuove che nasceranno, puoi consultare l’infografica qui sotto oppure l’articolo approfondito sulla Quarta Rivoluzione Industriale e il futuro del lavoro.