Aumento tasse importazione in Europa colpisce Temu e Shein: cosa sapere
Più tasse di importazione per e-commerce cinesi
Le autorità europee stanno prendendo in considerazione l’implementazione di nuove tasse di importazione per contrastare l’afflusso di prodotti economici provenienti da piattaforme di e-commerce cinesi, tra cui Temu e Shein. Attualmente, le merci il cui valore è inferiore a 150 euro non sono soggette a dazi doganali. Questa situazione permette l’ingresso massivo di circa 4 miliardi di pacchi all’anno dall’Asia, un numero che triplicherà rispetto al 2022.
Le indagini rivelano che gran parte di questi pacchi non è sottoposta a controlli doganali adeguati, fornendo così un accesso facilitato anche a beni pericolosi, inclusi giocattoli contenenti materiali tossici. La situazione è aggravata dal fatto che le aziende cinesi beneficiano di importanti sussidi statali per la spedizione, rendendo i costi di trasporto via aerea incredibilmente competitivi.
Si stima che i principali hub di smistamento, come Schiphol ad Amsterdam e il porto di Rotterdam, siano in grado di gestire oltre 3,5 milioni di pacchi al giorno, rendendo difficile qualsiasi tentativo di selezione e controllo dei contenuti importati. Le chiamate per una maggiore equità nella competizione sono in aumento, poiché le aziende europee si trovano a dover affrontare costi più elevati e normative rigorose rispetto ai loro concorrenti cinesi. Di fronte a questa problematica, l’ipotesi di introdurre una tassa sui ricavi delle piattaforme di e-commerce è diventata un argomento di discussione tra i legislatori europei.
Crescita esponenziale dei pacchi cinesi in Europa
La crescita esponenziale dei pacchi inviati dalla Cina verso l’Europa sta sollevando preoccupazioni significative tra le autorità regolatorie e le aziende locali. Nel 2024, sono previsti circa 4 miliardi di pacchi provenienti dalle piattaforme di e-commerce cinesi, il che rappresenta un incremento notevole rispetto ai 1,3 miliardi del 2022. Questo aumento esponenziale non solo pone una pressione logistica senza precedenti sui principali scali europei, ma solleva anche interrogativi sulla sicurezza e sulla sostenibilità delle pratiche commerciali attuali.
Gli scali come Schiphol e il porto di Rotterdam sono al centro di questa operazione, gestendo quotidianamente circa 3,5 milioni di pacchi. Tuttavia, l’assenza di dazi sulle spese per merci inferiori ai 150 euro rende estremamente difficile effettuare controlli accurati e rigidi sui contenuti importati. Questo porta a una situazione in cui beni potenzialmente pericolosi, come prodotti chimici o giocattoli contenenti materiali tossici, possono entrare nel mercato europeo senza un’adeguata supervisione.
L’aspetto più critico di questa situazione è rappresentato dalla grave disparità di condizioni tra le aziende locali, che devono rispettare normative rigorose e sostenere costi di produzione maggiori, e i rivenditori cinesi, che operano con vantaggi competitivi significativi grazie a sussidi statali e alle regole di spedizione attuali. Questo squilibrio solleva la questione della concorrenza sleale, spingendo le autorità europee a considerare modifiche normative che possano riequilibrare il mercato e garantire una maggiore protezione per i consumatori europei.
Problemi di sicurezza e prodotti pericolosi
La rapida espansione delle spedizioni cinesi ha evidenziato gravi problemi di sicurezza legati ai prodotti che raggiungono i consumatori europei. Le autorità stanno intensificando la loro attenzione sul fatto che un sostanzioso numero di pacchi provenienti da piattaforme di e-commerce, come Temu e Shein, non venga sottoposto a controlli adeguati alle dogane. Questo porta all’inclusione nel mercato di una varietà di articoli potenzialmente pericolosi, tra cui giocattoli e dispositivi per la casa, realizzati con materiali tossici o non conformi agli standard richiesti nell’Unione Europea.
Secondo le autorità competenti, l’assenza di dazi per merci inferiori a 150 euro facilita non solo l’ingresso di oggetti a basso costo, ma anche di beni senza le necessarie certificazioni di sicurezza. Giocattoli, per esempio, possono contenere sostanze nocive per la salute dei bambini, esponendo i consumatori a rischi inaccettabili. Le statistiche mostrano che una parte non trascurabile della merce non viene neppure controllata, rendendo difficile garantire la protezione dei cittadini europei.
Questa situazione ha spinto diversi enti europei a richiedere interventi normativi, affinché venga implementata una supervisione più rigorosa sulle importazioni. Risulta evidente che non è sufficiente fare affidamento sui sistemi di auto-regolamentazione dei venditori, ma è necessario che le autorità competenti sviluppino strategie più efficaci per tutelare la salute pubblica e il mercato interno da pratiche commerciali discutibili.
Misure proposte per la concorrenza sleale
Nel contesto attuale di crescente competitività tra le aziende e-commerce, le autorità europee stanno considerando un pacchetto di misure per affrontare il problema della concorrenza sleale derivante dalle piattaforme cinesi, come Temu e Shein. Il dibattito si concentra sulla necessità di mettere in atto politiche che riequilibrino le condizioni di mercato tra le aziende europee, che operano sotto normative rigorose, e quelle cinesi, che beneficiano di sussidi statali e di procedure di spedizione favorevoli.
Tra le proposte più rilevanti si fa riferimento all’introduzione di una nuova tassa sui ricavi delle piattaforme di e-commerce. Questa misura sarebbe applicabile non solo alle aziende europee, ma anche alle imprese straniere che vendono nel mercato europeo. Tuttavia, si prevede che tale iniziativa richieda l’approvazione dei 27 stati membri dell’Unione Europea e potrebbe comportare un impatto significativo sulle dinamiche di mercato, potenzialmente danneggiando gli attori locali più vulnerabili.
Inoltre, un’altra misura in valutazione è una commissione di gestione amministrativa per articolo, che sarebbe applicata ai rivenditori online che spediscono merci dall’estero all’Europa. Anche se principi di equità commerciale suggeriscono la necessità di tali interventi, esperti di commercio avvertono che l’implementazione di tali commissioni potrebbe violare le norme della WTO, complicando ulteriormente la questione e portando a contenziosi internazionali.
Le autorità europee devono quindi navigare in un contesto complesso, dove è necessaria una strategia ben ponderata per garantire un mercato equo senza compromettere la competitività globale delle aziende europee, un obiettivo che richiederà tempo e discussioni approfondite tra i vari attori interessati.
Indagini in corso e risposte del mercato
Negli ultimi mesi, le indagini sui player cinesi come Temu hanno accelerato, mettendo in evidenza possibili violazioni del Digital Services Act. L’indagine è stata avviata per accertare se tali piattaforme rispettino le normative europee che tutelano i diritti dei consumatori e garantiscono la trasparenza nella vendita di beni potenzialmente pericolosi. La rete Consumer Protection Cooperation (CPC), composta da organismi di protezione dei consumatori di vari stati membri, ha sollecitato un’applicazione rigorosa delle leggi esistenti, chiedendo misure non solo punitive, ma anche preventive.
Le indagini in corso riflettono anche il crescente malcontento degli operatori locali che vedono erodere la loro quota di mercato a favore di rivenditori esteri che non rispettano le stesse regole. In risposta a questa situazione, è emersa una crescente pressione affinché le autorità europee intraprendano azioni decisive per garantire un campo di gioco equo. Diverse associazioni di categoria stanno già preparando petizioni per chiedere un intervento normativo che possa ridurre il gap competitivo.
Nel frattempo, Amazon, principale attore nel settore e-commerce, ha lanciato il servizio Amazon Haul in risposta a queste dinamiche di mercato. Questo nuovo servizio mira a snellire le operazioni di consegna, cercando di attrarre i consumatori che si rivolgono a piattaforme cinesi per i loro acquisti. Questa mossa strategica è vista come un tentativo di proteggere il mercato europeo da un’eccessiva dipendenza dalle importazioni a basso costo e dai relativi rischi associati.