Aumento pensioni 2024 nuove fasce beneficiarie e importi incrementati da 20 euro mensili

Aumento delle pensioni minime e maggiorazioni sociali
L’incremento stabilito dalla Legge di Bilancio 2026 introduce una misura straordinaria che va oltre la consueta rivalutazione legata al tasso di inflazione, riconoscendo un aumento fisso di 20 euro mensili alle pensioni minime. Questa novità intende sostenere concretamente i pensionati con trattamenti previdenziali e assistenziali inferiori alla soglia minima fissata dall’INPS, assicurando un miglioramento significativo del loro potere d’acquisto. L’adeguamento interesserà in particolare coloro che percepiscono una pensione al di sotto di un certo limite e saranno inclusi nella prima fascia di rivalutazione, beneficiando così di un incremento pieno in linea con le dinamiche inflazionistiche rilevate.
Indice dei Contenuti:
▷ Lo sai che da oggi puoi MONETIZZARE FACILMENTE I TUOI ASSET TOKENIZZANDOLI SUBITO? Contatto per approfondire: CLICCA QUI
Oltre all’adeguamento annuale basato sull’1,6% certificato da ISTAT a settembre, l’aumento tangibile di 20 euro risponde a una politica di rafforzamento del reddito pensionistico delle fasce più vulnerabili. Tale incremento si configura come una maggiorazione sociale aggiuntiva, che si traduce in una protezione concreta contro il caro vita, elemento imprescindibile vista la situazione economica attuale. L’INPS provvederà a calcolare e distribuire l’importo a partire da gennaio 2026, integrando l’aumento standard previsto con questa cifra fissa mensile.


Requisiti e beneficiari dell’incremento da 20 euro
Il riconoscimento dell’aumento supplementare di 20 euro mensili è destinato a pensionati con trattamenti economici di basso importo, in particolare coloro che percepiscono pensioni sociali o assegni sociali. Si tratta dei soggetti che attualmente ricevono prestazioni mensili inferiori alla soglia minima stabilita dall’INPS, come ad esempio gli assegni sociali, il cui ammontare oggi si attesta intorno a 538,69 euro. All’interno di questa categoria rientrano anche beneficiari di pensioni legate a invalidità e i titolari di prestazioni erogate dall’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) che non raggiungono il minimo previsto.
La norma contenuta nella bozza della legge di Bilancio 2026, in particolare all’articolo 41, indica che l’aumento è rivolto ai pensionati con condizioni reddituali disagiate, in linea con quanto previsto dall’articolo 38, comma 1, della Legge 448/2001, che disciplina le maggiorazioni sociali. Tale misura ha l’obiettivo di garantire un miglioramento sostanziale del trattamento economico di chi vive in condizioni di difficoltà economica, rafforzando la tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione pensionistica.
È fondamentale sottolineare che questa maggiorazione aggiuntiva sarà erogata prevalentemente ai soggetti che abbiano già compiuto 70 anni, condizione necessaria per accedere all’incremento. La selezione dei beneficiari avverrà dunque tenendo conto sia della soglia reddituale sia dell’età anagrafica, elementi chiave per indirizzare efficacemente il sostegno a chi ne necessita maggiormente.
Modifiche ai limiti reddituali e condizioni per l’accesso all’aumento
Per agevolare l’accesso all’incremento mensile di 20 euro, la bozza della Legge di Bilancio 2026 contempla un significativo adeguamento dei limiti reddituali previsti per le maggiorazioni sociali. In particolare, la soglia massima di reddito che consente ai pensionati di beneficiare dell’aumento viene innalzata di circa 260 euro, ampliando così la platea di beneficiari potenziali. Questa misura risponde alla necessità di includere un maggior numero di pensionati con redditi bassi, la cui situazione economica resta critica nonostante i precedenti interventi.
Anche le condizioni per l’accesso all’incremento sono state rese più restrittive per targettizzare efficacemente le categorie più vulnerabili. L’età minima di 70 anni, attualmente prevista, rimane un requisito essenziale per l’assegnazione dell’aumento, garantendo che il supporto sia diretto a pensionati in una fase di vita maggiormente esposta a difficoltà economiche. Il requisito anagrafico si combina con la verifica del reddito, basato sul principio che l’integrazione sia destinata esclusivamente a chi ha bisogno di un sostegno economico aggiuntivo.
Nel complesso, queste modifiche delineano un quadro preciso in cui la concessione del bonus diventa uno strumento mirato per rafforzare il potere d’acquisto delle pensioni più basse, contemperando l’esigenza di sostenere le fasce più fragili con criteri selettivi e basati su condizioni oggettive di necessità economica e anagrafica.





