Aumento dell’interesse per lo smart working tra i lavoratori moderni
Crescita dell’interesse per lo smart working
Nel mercato del lavoro è in atto un vero e proprio braccio di ferro fra aziende e lavoratori in merito allo smart working. Da una parte ci sono i datori di lavoro che stanno spingendo con sempre maggiore convinzione per il rientro in ufficio per tutti e cinque i giorni lavorativi della settimana – Amazon è solo l’ultima delle grandi corporation americane ad aver annunciato l’eliminazione del lavoro da remoto a partire dal 2025 – dall’altra ci sono i dipendenti che cercano di opporsi a queste decisioni e ci sono soprattutto coloro che sono alla ricerca di un impiego e che quando fanno una ricerca sui portali selezionano le offerte che prevedono una formula ibrida.
Secondo una rilevazione di Indeed, la piattaforma dedicata a chi cerca e offre lavoro, il loro numero è addirittura in crescita: le ricerche per occupazioni che contemplino la modalità ibrida sono in aumento del 12,8% rispetto all’inizio dell’anno. La percentuale di annunci di lavoro che offrono la possibilità di lavorare da casa almeno un giorno alla settimana resta invece stabile al 10%, un valore comunque nettamente più alto rispetto al 2,5% del pre-pandemia.
“I candidati rimangono molto interessati al lavoro a distanza e ibrido; quindi, non sorprende che le aziende continuino a offrirlo – spiega Pawel Adrijan, direttore economic research Emea di Indeed – È chiaro che, sebbene inizialmente il ricorso ai modelli di lavoro ibrido sia stato ampliato per far fronte alle restrizioni imposte dalla pandemia, questa modalità di lavoro è destinata a rimanere. Il lavoro a distanza e ibrido continua a essere in primo piano in Europa, consolidandosi come una modalità apprezzata sia dalle aziende che dai candidati”.
Differenze regionali nel mercato del lavoro ibrido
Chi cerca lavoro online molto spesso approccia la propria ricerca utilizzando parole chiave molto generiche, o, in alcuni casi, non ne utilizza addirittura nessuna. Tuttavia, è interessante notare come sul portale italiano di Indeed, la curva delle ricerche di lavoro contenenti un riferimento specifico alla possibilità di lavorare (anche) da remoto, registri un andamento crescente, senza accennare a diminuire.
In Italia, a fine luglio 2024, si è raggiunto il massimo storico di ricerche di occupazioni che consentano modalità di lavoro ibrido, pari al 2,2% sul totale delle ricerche effettuate. Ciò rappresenta un aumento dell’1,95% da gennaio 2020 e dello 0,25% rispetto all’inizio del 2024, indicando che la percentuale di lavoratori interessati alle possibilità offerte dal lavoro ibrido è in costante espansione.
L’andamento è simile anche nel resto d’Europa. In particolare, la curva registra un andamento crescente, con il picco delle ricerche per lavoro ibrido registrato a fine luglio 2024 in Germania (3,3%) e Spagna (2,8%). Seppur il trend si sia stabilizzato nel Regno Unito e in Francia, si evidenzia ancora un radicato interesse per il lavoro ibrido anche da parte dei lavoratori di questi Paesi.
Sul fronte dell’offerta, sebbene esistano differenze strutturali da Paese a Paese, la tendenza generale rimane costante anche in altre importanti economie europee. La Spagna è il Paese in cui i datori di lavoro propongono più spesso il lavoro da remoto negli annunci, con il 19,9% degli annunci che offrono questa opzione. In Germania, Francia e Regno Unito, la quota di lavoro ibrido nelle offerte rimane ai livelli più alti nel periodo considerato, intorno all’11,5% del totale per la Francia e intorno al 14-15% per Regno Unito e Germania.
“Il lavoro ibrido è un fenomeno che è partito con le grandi aziende, ma non riguarda più solo quelle – conclude Adrijan – Ne stiamo vedendo l’adozione persistente anche in Italia, ad esempio, dove il tessuto economico comprende un’alta percentuale di piccole e medie imprese. La mobilità limitata causata dall’aumento dei costi immobiliari nelle grandi città e l’impatto dell’inflazione sui salari rendono il lavoro a distanza un’opzione interessante per chi cerca flessibilità e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata”.
La stabilità delle offerte di lavoro a distanza
Nonostante le pressioni da parte dei datori di lavoro per un ritorno alla normalità pre-pandemia, il panorama dell’offerta di lavoro continua a dimostrare una sorprendente stabilità per quanto riguarda le posizioni che consentono modalità di lavoro a distanza. Attualmente, circa il 10% degli annunci di lavoro pubblicati continua a offrire la possibilità di lavorare da casa almeno un giorno alla settimana. Questo è un dato significativo, considerando che durante il periodo pre-pandemia questa percentuale era di appena 2,5%.
Secondo la stessa analisi di Indeed, anche se ci sono state delle oscillazioni nel mercato del lavoro, le aziende hanno mantenuto un numero costante di offerte di lavoro a distanza. Questo riflette non solo la continua richiesta da parte dei lavoratori, ma anche la necessità delle aziende di adattarsi a un contesto in continua evoluzione. Le aziende che hanno implementato il lavoro ibrido hanno scoperto vantaggi significativi in termini di attrazione dei talenti e soddisfazione dei dipendenti.
È interessante notare che settori come la tecnologia, il marketing e i servizi di consulenza continuano a rappresentare le aree con la più alta concentrazione di posizioni che offrono flessibilità lavorativa. Le aziende in questi settori hanno riconosciuto che la capacità di lavorare da remoto non solo migliora il morale e la produttività dei dipendenti, ma può anche aumentare la loro competitività nel mercato.
In un contesto di crescente inflazione e alti costi per la vita, le aziende che adottano il lavoro a distanza si dimostrano migliori in termini di retention dei dipendenti. I lavoratori sono sempre più pronti a cercare opportunità altrove se non trovano flessibilità nei modelli di lavoro offerti. Pertanto, mantenere una quota stabilmente alta di lavoro a distanza non è solo una strategia vantaggiosa per i dipendenti, ma anche per le stesse aziende nel lungo periodo.
Reazioni dei datori di lavoro allo smart working
Le reazioni dei datori di lavoro riguardo all’adozione dello smart working sono variegate e riflettono una crescente frustrazione e al contempo una necessità di adattamento. Mentre alcune aziende, come Amazon, propongono di tornare a schemi lavorativi tradizionali, la maggior parte delle imprese sta cercando di trovare un compromesso tra le esigenze di una gestione efficace e le richieste di maggiore flessibilità da parte dei dipendenti. Questo fenomeno è diventato un punto centrale del dibattito aziendale.
Molti datori di lavoro hanno accolto la modalità ibrida come una strategia per attrarre e mantenere i talenti, consapevoli che le priorità dei lavoratori sono cambiate. Gli studi dimostrano che un ambiente lavorativo che facilita la flessibilità contribuisce a un incremento della soddisfazione e della produttività. Questo porta le aziende a riconsiderare le proprie politiche, con un crescente numero di esse che offre soluzioni lavorative più flessibili come parte del pacchetto di benefit.
Inoltre, le aziende più lungimiranti si stanno rendendo conto che eliminare completamente il lavoro da remoto potrebbe portare a una perdita di competenze preziose. La scarsità di talenti in alcuni settori ha spinto le imprese a rimanere aperte a formule di lavoro miste, in modo da non scoraggiare i candidati che individuano nel lavoro a distanza un elemento fondamentale nella scelta di un’occupazione.
È evidente che la resistenza dei datori di lavoro deve fare i conti con il mercato del lavoro, in cui i professionisti hanno oggi molte più opzioni rispetto al passato. Le aziende che non si adattano rischiano non solo di perdere occasioni di business, ma anche di compromettere la propria reputazione tra i potenziali dipendenti. Le soluzioni globali che garantiscono il lavoro ibrido stanno diventando sempre più un requisito essenziale piuttosto che un beneficio accessorio.
Futuro del lavoro ibrido in Italia e in Europa
Il futuro del lavoro ibrido in Italia e in Europa si preannuncia caratterizzato da un’ulteriore evoluzione delle dinamiche lavorative. Le aziende saranno sempre più chiamate a rivedere le proprie politiche di assunzione e mantenimento del personale, tenendo conto del crescente desiderio di flessibilità da parte dei dipendenti. Questo non riguarda solo le grandi corporation, ma sta diventando una prerogativa anche per le piccole e medie imprese, che si rendono conto dei benefici di un approccio lavorativo ibrido.
È di fondamentale importanza osservare come il mercato del lavoro stia rispondendo a queste nuove esigenze. Le tendenze suggeriscono che l’adozione del lavoro ibrido non è solo una moda passeggera, ma una reale trasformazione nel modo di concepire l’ambiente di lavoro. Secondo **Pawel Adrijan**, la situazione attuale dimostra che «il lavoro a distanza e ibrido continua a essere in primo piano in Europa», confermando il suo consolidamento come modalità apprezzata.
In Italia, l’interesse per il lavoro ibrido si traduce in una crescente disponibilità da parte delle aziende a offrire posizioni che garantiscano opzioni di lavoro flessibile. Le piccole e medie imprese stanno cominciando a mettere in gioco strategie per attrarre talenti, reputando la flessibilità un elemento cruciale per fidelizzare i lavoratori. L’adozione di tecnologie per il lavoro remoto diventa quindi un investimento strategico per migliorare l’efficienza e la soddisfazione dei dipendenti.
Allo stesso modo, in Europa, si nota un trend positivo nella volontà delle aziende di integrare modalità di lavoro ibride nella loro offerta. I dati indicano che il lavoro ibrido ha raggiunto una diffusione considerevole nei mercati lavorativi di Germania, Spagna e Francia, dove le aziende stanno iniziando a comprendere che adattarsi ai nuovi modelli di lavoro è fondamentale per rimanere competitive.
La continua evoluzione del lavoro ibrido suggerisce che la flessibilità non sarà più vista come una semplice opzione, ma come un elemento distintivo per aziende che desiderano attrarre e mantenere talenti in un mercato in continua trasformazione.