Assegno di Inclusione entro i 60 anni come richiederlo e quali sono le due opzioni disponibili

Caratteristiche dell’invalidità per l’assegno di inclusione
La definizione accurata dei requisiti per l’invalidità civile è fondamentale per l’accesso all’Assegno di Inclusione, soprattutto per i soggetti under 60. Per poterne beneficiare senza limiti di età, è necessario che l’invalidità sia stata accertata da una Commissione Medica certificata dall’INPS o dalle ASL territoriali, con un grado di menomazione pari almeno al 67%.
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Questo parametro rappresenta la soglia minima imprescindibile, inferiore alle percentuali richieste per altre prestazioni previdenziali come l’Ape sociale (74%) o altre forme di pensionamento anticipato riservate a categorie specifiche di lavoratori.
Il riconoscimento del 67% di invalidità garantisce al richiedente l’accesso diretto all’Assegno di Inclusione, indipendentemente dall’età anagrafica. L’invalidità deve però essere stata valutata ufficialmente e in modo oggettivo dalle Commissioni competenti, che prendono in esame la gravità delle limitazioni funzionali.
Al di sotto di questa soglia, infatti, l’accesso all’Assegno di Inclusione è subordinato a ulteriori condizioni che coinvolgono i servizi sociali e sanitari, come vedremo nella sezione successiva.
Accesso all’assegno con invalidità tra il 46% e il 66% con presa in carico dai servizi sociali
L’accesso all’Assegno di Inclusione per chi presenta un grado di invalidità compreso tra il 46% e il 66% è possibile, ma soltanto a condizione che il soggetto risulti effettivamente preso in carico dai servizi sociali, sanitari o assistenziali del territorio. Questa presa in carico assume un ruolo centrale perché certifica che, nonostante l’invalidità non raggiunga la soglia minima del 67%, il richiedente si trovi in una situazione di fragilità tale da rendere impossibile l’inserimento nel mercato del lavoro.
Non basta dunque il mero riconoscimento dell’invalidità civile in questa fascia percentuale: la conferma da parte di un ente pubblico competente è requisito fondamentale. Senza questo passaggio, l’INPS non può accogliere la domanda di assegno, nonostante la presenza di una disabilità certificata inferiore al 67%.
Questa condizione si applica a persone che, pur non avendo raggiunto la quota di invalidità più alta, presentano problematiche complesse come dipendenze, malattie croniche invalidanti o situazioni socio-assistenziali che ne compromettono in modo significativo l’autonomia e l’occupabilità.
La comunicazione ufficiale della presa in carico deve essere trasmessa ai sistemi informativi INPS affinché si possa effettuare una valutazione completa della posizione del richiedente nel contesto delle politiche di inclusione sociale e sostegno economico.
Differenze tra assegno di inclusione e supporto formazione lavoro prima dei 60 anni
La distinzione tra l’Assegno di Inclusione e il Supporto Formazione Lavoro per i soggetti al di sotto dei 60 anni è cruciale per comprendere l’effettiva destinazione delle risorse e dei percorsi di sostegno. L’Assegno di Inclusione si rivolge a individui con invalidità accertata (almeno 67%) o con condizioni sociali particolarmente svantaggiate, quali la presa in carico da parte di servizi sociali e sanitari, che ne impediscono l’inserimento lavorativo. In questa ottica, il beneficio economico è accompagnato da una rete di tutela che riconosce la vulnerabilità come fattore discriminante.
Al contrario, il Supporto Formazione Lavoro è pensato per chi, pur trovandosi in situazioni di difficoltà, è considerato ancora potenzialmente occupabile. In linea di principio, riguarda soggetti tra i 18 e i 59 anni che non superano la soglia del 67% di invalidità o che, pur non presentando disabilità, devono affrontare ostacoli al lavoro non riconducibili a condizioni invalidanti o a carichi di cura.
La caratteristica determinante per accedere al Supporto Formazione Lavoro è quindi la possibilità di intraprendere un percorso di formazione, accompagnato da servizi di inserimento lavorativo. Questo approccio punta al recupero della capacità professionale, in netto contrasto con la funzione più assistenziale e protettiva dell’Assegno di Inclusione.
In sintesi, mentre l’Assegno di Inclusione si configura come una forma di sostegno diretto e immediato finalizzato a garantire un minimo vitale a chi è escluso dal mercato del lavoro per condizioni invalidanti o sociali aggravate, il Supporto Formazione Lavoro rappresenta un investimento sulla riabilitazione e il reinserimento professionale. Questa distinzione è fondamentale per indirizzare correttamente le istanze e assicurare l’efficacia degli interventi.
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