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Apple: “Produrre iPhone USA? Costerebbe di più e mancano competenze”

  • Redazione Assodigitale
  • 18 Novembre 2016
apple
apple

Apple e altri produttori valutano eventualità della politica protezionistica di Trump. La Cina minaccia blocco vendite nel mercato USA.

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La recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti ha avuto un contraccolpo anche su diverse multinazionali che hanno la produzione all’estero, tra cui la Apple.

Indice dei Contenuti:
  • Apple: “Produrre iPhone USA? Costerebbe di più e mancano competenze”
  • Apple e altri produttori valutano eventualità della politica protezionistica di Trump. La Cina minaccia blocco vendite nel mercato USA.
  • Basterebbe a scoraggiare queste misure a scoraggiare il trasferimento delle fabbriche all’estero?
  • Quanto costerebbe un iPhone made in USA?


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Trump, almeno in campagna elettorale, ha dichiarato guerra alle aziende che spostano la produzione fuori dal Paese, lasciando senza lavoro gli statunitensi, per poi rivendere i prodotti a prezzo pieno negli Stati Uniti.

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Se si sia trattata solo di una trovata per conquistare una grossa fetta dell’elettorato americano, salvo poi disattendere le promesse, lo potremo vedere già nei prossimi mesi.


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Ricordiamo pure che al Congresso, pur contando sulla maggioranza repubblicana, Trump non godrebbe del pieno appoggio del suo partito.

Ad ogni modo, Apple e tanti altri produttori starebbero valutando l’eventualità che il governo degli Stati Uniti inserisca delle misure di penalizzazione, come dazi o una forte tassazione dei prodotti cinesi o messicani (molte aziende americano hanno le fabbriche in Messico) che entrano nel mercato statunitense.

Basterebbe a scoraggiare queste misure a scoraggiare il trasferimento delle fabbriche all’estero?

Il problema se l’è posto la Apple. Secondo il colosso di Cupertino, realizzare l’iPhone negli Stati Uniti comporterebbe un importante aumento dei costi di produzione e, di conseguenza, dei prezzi al pubblico.

E fin qui ci si poteva arrivare facilmente.

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Ma Apple ha sottolineato anche che negli Stati Uniti sarebbe molto difficoltoso trovare personale con le competenze necessarie, a differenza che in Cina, dove in tutti questi anni si sono create delle figure tecniche particolarmente specializzate in queste produzioni Hi-Tech, frutto di un’esperienza pluriennale nel settore e di una formazione specifica proposta anche da scuola e università.

Non solo. Negli Stati Uniti, infatti, mancherebbero anche le strutture adeguate per produrre questo tipo di dispositivi.

E’ difficile ricreare in poco tempo la formazione, le strutture e le infrastrutture necessarie a produrre i prodotti della Apple.

Quanto costerebbe un iPhone made in USA?

Secondo una stima fornita dalla stessa Apple, l’iPhone arriverebbe a costare circa 90 dollari in più, di cui 50 rappresentati dalla componentistica e circa 40 sarebbero necessari per l’assemblaggio.

I problemi peggiori non sarebbero legati solo all’aumento dei costi, ma alla dura reazione della Cina.

Tra le rappresaglie annunciate, ci sarebbe il blocco delle esportazioni di tutti i beni che gli Stati Uniti importano dalla Cina, inclusi generi alimentari, ed il divieto di vendita dei prodotti Apple su tutto il territorio cinese.

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Sarebbe un buon affare per gli Stati Uniti e la Apple quella far rientrare la produzione in America?

Apple intanto tenta una soluzione mediana, promettendo maggiori investimenti nel Paese e ricordando che l’azienda ha dato lavoro a oltre 2 milioni di americani.

Basterà questo a convincere Trump a fare un passo indietro?

Con l’introduzione dei dazi per i prodotti di importazione si avrebbe comunque un generale incremento del prezzo dei prodotti, non solo tecnologici, realizzati da compagnie europee ed asiatiche, ricordando che tra i maggiori venditori di tablet e smartphone è Samsung ed è coreana.

Siamo sicuri che i cittadini americani avrebbero tutto da guadagnarci dalla politica protezionistica di Trump?


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